Athos, cane marinaio

In un momento di smarrimento morale e dei valori di riferimento, in una società contemporanea la cui temperatura è data dalla confusione politica di una Camera dei Deputati e di un Senato della Repubblica costretti ad un anticipo di vacanza per farsi trovare più che mai agguerriti alla data del 14 dicembre, il giorno dell’Ira, del redde rationem, sia nelle Aule che nella ben orchestrata rivolta di piazza; in tempi di avventurieri mediatici senza scrupoli che alla fine fanno solo il gioco della carta stampata, specie quella schierata soprattutto a sinistra, in epoca di tradimenti e di tanto fango, l’esempio più lampante di lealtà e di fedeltà ci viene dagli animali.

Athos, un bulldog che da cinque anni viveva sulla Jolly Amaranto, la porta container affondata ieri davanti al porto di Alessandria, non ha accettato di assistere impotente all’inabissamento della sua nave e, pur già in salvo su una nave ausiliaria, ha deciso di non poter abbandonare la vecchia tolda, si è tuffato in acqua ma è stato inghiottito dai flutti.

Che esempio di lealtà e coraggio ci viene da questo cane…
Che squallore invece dagli umanoidi che siedono in Parlamento !

Un Paese bloccato nei suoi gangli vitali ed in attesa di una seria presa di coscienza dei suoi rappresentanti ed invece Il vuoto assoluto già nelle dichiarazioni di voto dei capi-gruppo: Bersani continuava a raccontare metafore, ma non indicava nessun progetto DS, come del resto fa da sempre (… ci pensi la sinistra);
Di Pietro, eccitato come un ragazzetto alla prima volta, si perdeva nelle offese più infamanti, indegne di essere pronunciate in un luogo una volta deputato ad essere la crema del parlatoio italico;
il barcellonese Scilipoti, furbo a disegnarsi ideali e morale per giustificare il suo salto della quaglia; Iannaccone di Noi sud (chi?) il cartongesso della politica;
Bocchino, in nomine omen, che sprizzava odio da tutti i pori, fotocopia di Di Pietro, vero harakiri per gli arroganti finiani; il lombardiano (per adesso) Lo Monte ha bofonchiato qualcosa sul Sud e sulla Sicilia, ma che cosa lo ha capito solo lui, e infine il buon Cicchitto che almeno abbiamo rivalutato mentalmente (che altro potevamo fare?) quando parlando di Di Pietro lo ha definito laureato semianalfabeta, prova lampante del fallimento delle nostre università e della necessità della riforma e, riferendosi a Fini, il giannullo impalpabile diciamo noi, gli ha rimproverato di fare politica da uno scranno che invece avrebbe dovuto essere di garanzia.

Stop. Il vuoto, poi il voto e la disfatta del fumo, impalpabile come il progetto che portava avanti pur tra auto extralusso, casalinghe ma produttrici tv e immobiliare costa azzurra, “magari” .

Lo avevamo detto qualche giorno fa. Pur da sempre contro il berlusconismo, il modello di società che ci offre il presidente del consiglio, non vediamo altri che possano competergli; dicevamo come, in relazione alla classe politica attuale, il più pulito avesse … la rogna e come Berlusconi, a questo punto fosse il male minore. Lo riaffermiamo oggi, dopo avere ascoltato i presunti “competitors” ed alla luce del risultato del voto di fiducia che ha, almeno, svelato la maschera di tanti poveri morti di fame ( il riferimento è puramente sulla statura morale) che una legge improvvida e deleteria ha consegnato alle Aule in rappresentanza di noi cittadini.

Da qualche settimana giornali e televisioni ci avevano rotto i cabbasisi con i capipopolo issati sul palco delle trasmissioni più in voga basate sull’offesa più che sulla proposta, si era parlato semplicemente di chi sta con chi e chi tradisce chi, e questo mentre il paese sprofonda nei debiti di Natale e già ripensa al risveglio brutale della prossima Epifania. Ma non importa, l’audience è legge della tv ed allora ben vengano i dibattiti senza contraddittorio, le platee compiacenti, i sondaggi commissionati soltanto ad agenzie di parte, tutto serve a confondere le coscienze.

A questo punto noi de L’ALTRA SICILIA siamo convinti che il governo non possa vivacchiare alla giornata e che, nella prossima primavera, si andrà al voto.
Per il momento chiediamo che si faccia chiarezza e che chi si è preso la responsabilità di una decisione agisca in coerenza.

Ci riferiamo al Ministro Presidente della Regione Siciliana. Dopo aver tradito il voto ricevuto, Lombardo ha virato verso il trasformismo di Fini, ha consegnato il governo dell’isola al PD che pure era stato battuto nelle urne, ha fatto votare dai suoi la mozione di sfiducia al governo che lo aveva foraggiato e con cui dovrebbe avere rapporti preferenziali.

A questo punto, prenda atto di avere perso e consegni all’ARS le sue dimissioni mettendo fine ad una farsa che impantana l’Isola e la sua gente, tranne i precari che ancora vivono il contrastato iter della loro stabilizzazione incostituzionale.

Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo