UNA PRINCIPESSA SENZA PATRIA IN UN’ISOLA SENZA SCUOLA

Filicudi, 5 Ottobre 2001

La nipote del deposto re
dell’Afghanistan ha
recentemente acquistato un rudere a Filicudi e
dopo
averlo ristrutturato ne ha fatto la sua principale
residenza scoprendo Filicudi molto simile ai
luoghi
della sua giovinezza. Belquis Zahir vive ormai a
stretto contatto con la natura su quest’isola
ancora
incontaminata dell’arcipelago eoliano.


Dopo aver conseguito la laurea in Architettura
d’interni a Londra ed aver vissuto anche in
Thailandia
e Caraibi, una volta giunta sull’isola se n’è
innamorata a tal punto che ha deciso di rimanervi.

La vita semplice, i contatti umani con gli
abitanti
del luogo, la mancanza di infrastrutture, le hanno
ricordato le origini del suo popolo e il suo
paese,
l’Afghanistan, dove, nel 1973 un suo zio si è
impadronito del trono del nonno e l’ha costretta a
cercare riparo in un altro paese.

Ma la giovane principessa trentenne sembra abbia
fatto
male i conti per l’avvenire, poiché il suo amico
romano Carlo Levi non le ha spiegato che, se un
giorno
dovesse avere dei figli, questi non potrebbero
frequentare nessuna scuola pubblica a Filicudi.

Su
quest’isola, infatti, la struttura pubblica è
purtroppo ad un livello inferiore all’Afghanistan.

Già
quando il comune di Lipari acquistò I locali per
300
milioni di lire dall’allora proprietario Giuseppe
La
Cava, giudice australiano della Corte federale,
che,
sensibile al problema, li cedette a prezzo di
favore,
la scuola esistente doveva servire a risolvere
definitivamente il problema dell’istruzione
scolastica. Ma, dopo sette anni la struttura è
ancora
inagibile al primo piano, mentre al pianterreno le
fatiscenti e poche aule non riescono a soddisfare
le
esigenze di 11 bambini, neanche sotto l’aspetto
igienico. La presenza di due insegnanti più una di
sostegno e un’altra per la scuola materna, non
allevia
il vero problema dal momento che tutti gli alunni
sarebbero costretti a frequentare le lezioni in
una
sola aula.

Per questi motivi, sino ad oggi, non si
è
tenuta neppure un’ora di lezione.

L’Altra Sicilia è convinta che se al posto dei
Filicudani, fosse stata la principessa afgana a
chiedere gli stessi locali per istituire dei corsi
di
studi islamici le nostre autorità si sarebbero
mobilitate con zelo per potere obbedire alle
richieste
della principessa straniera.

Questa considerazione finale soltanto perché ci
preoccupa il fatto che, così facendo, dimostriamo
di
non amare sufficientemente la nostra terra.

Ivan BERTUCCIO

L’ALTRA SICILIA – Al servizio della Sicilia e dei Siciliani