Biennale di Venezia : padiglione Italia. L’arte non è cosa nostra di Giovanna Livreri

Questa volta proprio non se ne poteva fare a meno. Dopo l’annuncio che la Biennale di Venezia avrebbe ospitato la performance italiana L’Arte non è cosa nostra abbiamo pensato che era opportuno andare a rendersi conto di persona. Abbiamo quindi visitato il padiglione Italiano il cui tema L’Arte non è cosa nostra campeggia ripetuto nelle insegne al neon nelle grandi sale dell’Arsenale.

Ci ha accompagnato virtualmente uno dei nostri più grandi artisti contemporanei italiano (per l’esattezza siciliano) Emilio Isgrò, padre della cancellatura.

Il motivo conduttore del Padiglione Italia all’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia vuole essere un doppio senso che non impressiona per sottigliezza. Quest’anno l’allestimento del Padiglione italiano, per altro, coincide con le celebrazioni del cento cinquantenario dell’unità nazionale. Ghiotta occasione per un bilancio, un check-up, un rendiconto, una qualche riflessione sulle esperienze artistiche italiane del nuovo millennio.

Con qualche ambizione e coraggio intellettuale, la curatela del padiglione nazionale potrebbe stimolare una proposta di sintesi, individuare delle linee di indirizzo, suggerire percorsi, avvicinare il futuro in soldoni, definire un’estetica attuale tra individuo e società, tra pratica dell’arte e realtà.

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