Argomentando sulla Libia di William Blum

Il 9 luglio ho partecipato ad una manifestazione davanti alla Casa Bianca, il cui tema era “Stop ai Bombardamenti della Libia“. L’ultima volta che aveva preso parte a una protesta contro il bombardamento degli Stati Uniti di un paese straniero, che la Casa Bianca vendeva quale “intervento umanitario” come fa oggi, è stato nel 1999 durante il bombardamento di 78 giorni della Serbia. A quel tempo sono andato a un paio di queste dimostrazioni ed entrambe le volte ero praticamente l’unico americano lì. Il resto, forse una ventina, erano quasi tutti serbi. “L’intervento umanitario è un grande dispositivo per la vendita dell’imperialismo, in particolare nel mercato americano. Gli americani sono disperati nel rinnovare la loro fede preziosa sul fatto che gli Stati Uniti significhino anche, che siamo ancora “i buoni”.

Questa volta c’erano circa 100 partecipanti alla protesta. Non so se ci fossero libici, ma c’era un nuovo elemento – quasi la metà dei manifestanti erano neri, marciavano con cartelli con su scritto: “Stop al Bombardamento dell’Africa”.
C’era un altro elemento di novità – persone che sostenevano il bombardamento della Libia, di fronte a noi dall’altra parte di Pennsylvania Avenue, a circa 15 metri di distanza. Erano in gran parte libici, probabilmente, che vivono nella zona, pieni di lode e amore per gli Stati Uniti e la NATO. Il tema è che Gheddafi è un tale male che avrebbero sostenuto qualsiasi cosa per liberarsi di lui, anche il bombardamento quotidiano della loro terra, che supera ormai i 78 giorni della Serbia. Io naturalmente attraversato la strada ed discuto con alcuni di loro. Continuavo a chiedermi: “Io odio quell’uomo lì [indicando la Casa Bianca] tanto quanto odiate Gheddafi. Pensate che dovrei quindi sostenere il bombardamento di Washington. Distruggere gli splendidi monumenti ed edifici di questa città, così come uccidere la gente?”

Nessuno dei libici ha neanche cercato di rispondere alla mia domanda. Si limitavano a ripetere il loro slogan anti-Gheddafi al vetriolo. “Tu non capisci. Dobbiamo sbarazzarci di Gheddafi. E’ molto brutale“. (Vedasi il video della CNN sulla gigantesca manifestazione del 1 luglio a Tripoli, per avere l’indicazione che il punto di vista di questi libici è tutt’altro che universale, a casa.)

“Ma almeno avete istruzione gratuita e assistenza medica,” ho fatto notare. “E’ molto più di quello che abbiamo qui. E la Libia ha il più alto tenore di vita in tutta la regione, almeno lo ha aveva prima dei bombardamenti della NATO e degli Stati Uniti. Se Gheddafi è brutale, che cosa direste di tutti gli altri leader della regione, che Washington sostiene da tempo?“

Uno rispose che c’era l’istruzione gratuita sotto il re, che Gheddafi aveva rovesciato. Ero scettico su questo, ma non sapevo con certezza se fosse sbagliato, così ho risposto: “Allora cosa? Gheddafi, almeno non si è sbarazzato dell’istruzione gratuita come i leader dell’Inghilterra hanno fatto negli ultimi anni.”

Un agente di polizia è apparso all’improvviso e mi ha costretto a ritornare al mio lato della strada. Sono sicuro che se chiedevo una spiegazione, l’ufficiale avrebbe giustificato questo come un mezzo per prevenire l’esplosione di violenze. Ma non c’è mai stato alcun pericolo, un altro esempio della mentalità Americana da stato di polizia – l’ordine e il controllo vengono prima delle libertà civili, prima di tutto.

La maggior parte degli americani udendo la mia tesi con i libici, avrebbero probabilmente intervenuto dicendo qualcosa del tipo: “Beh, non importa quanto odi il presidente, è ancora possibile liberarsi di lui con un’elezione. I libici non possono farlo“.

E avrei risposto con: “Giusto. Ho la libertà di sostituire George W. Bush con Barack H. Obama. Oh gioia. Finché le nostre elezioni saranno determinate soprattutto dal denaro, niente di significativo cambierà…”

Post scriptum: In mezzo a tutto la tristezza e l’orrore che circonda il massacro in Norvegia, non dobbiamo perdere di vista il fatto che “la pacifica piccola Norvegia” ha partecipato al bombardamento della Jugoslavia nel 1999, ha schierato truppe in Iraq, ha truppe in Afghanistan ed ha inviato aerei da guerra per i bombardamenti NATO della Libia. I ragazzi di quei paesi che hanno perso la vita per la macchina d’assassinio USA/NATO, volevano vivere fino all’età adulta e alla vecchiaia, tanto quanto gli adolescenti in Norvegia. Con tutte le condanne dell’”estremismo” che si sentono ora in Norvegia e in tutto il mondo, dobbiamo chiederci se questo comportamento del governo norvegese, così come quello degli Stati Uniti e della NATO, non sia “estremista“.

Anti-Empire Report
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