Il momento opportuno per una reale autonomia e indipendenza

Non solo incompetenti e arruffoni, ma anche pusillanimi e vigliacchi, gli inquilini delle Camere che hanno delegittimato il voto popolare e, per ignavia e per paura, hanno lasciato che il comunista del Colle consegnasse il Paese, (ah vendetta della Storia!) non ai suoi compagni, ma a quelli che un tempo erano i suoi avversari: i banchieri e i professori con la puzza sotto il naso.

Sicuramente non tutti “ultra competenti”, come vogliono farci credere, perché – altro che competenze accademiche e scientifiche – molti di loro sono stati baciati dalla fortuna senza averne i meriti, com’é successo a quel sottosegretario promosso subito ministro che si è disfatto della scrivania del duce per segnare il suo territorio e rivendicare la sua personalità antifascista, ma ruffiana e fortunella. E dire che è lo stesso euro-burocrate che lavorava a Echo, ai tempi della commissaria Bonino, con relativi scandali e ruberie che determinarono la mozione di censura e la caduta di quel gabinetto Santer, in cui lo stesso Monti “brillava” (si fa per dire) e che ha continuato come giudice alla Corte di Lussemburgo.

Che strana la vita! Oggi, dopo le orge del berlusca ci sorbiamo il grigiore di questo professore di scuola, nominato prima senatore a vita con decisione improvvisa, (ma per quali meriti?) quindi presidente del consiglio per volontà massoniche e lobbistiche e non per iniziativa popolare.
Ma volete mettere ? Berlusca (dicono) ci ha sputtanati all’estero; ma quanta allegria in quel suo fare guascone – che dava fastidio agli avversari e oggi, ci accorgiamo, disturbava francesi e tedeschi che cercavano di snobbarlo, altro che insofferenza, tutti compresi nella voglia di dividersi questa scatola vuota che si chiama Europa e che, anche lassù, ha abdicato la rappresentanza del popolo a favore di quella dei banchieri e dei lobbisti – in confronto alla tristezza di questo sempre più grigio signore!

Che mondo strano! Anche a Bruxelles, come nel bel Paese, non appena le sole tre, dicasi tre agenzie di ‘rating’, stilano la classifica di affidabilità del debito, ci si morde la coda e si scopre l’inutilità di quella insignificante unione che si cerca di costruire con convenzioni, trattati, costituzioni improbabili e soprattutto con una moneta che non esiste perchè non è fatta dagli Stati nazione, i soli che ne sarebbero autorizzati, alla faccia di spread, rating, e minchiate varie.

Monti è arrivato nel suo grigiore ma, senza “sapiri ni leggiri ni scriviri”, subito ha calato l’asso: tasse e pensioni. Giustificando sangue sudore e lacrime di cherchullliana memoria, ma non negandosi la prima della Scala con smoking e gioielli delle primedonne, alla faccia di quelli che, al di fuori dei cancelli, tiravano uova e complimenti all’uomo del colle (no, non quello delle banane) anche lui rigorosamente in smoking mentre già pensavano a come fare fronte alla crisi delle famiglie.

Chissà domani che impressione farà al berlusca dovere votare un governo con un ministro che si chiama proprio Passera… Lui che era stato indebolito e abbattuto proprio dalla sua debolezza nei confronti di quel “sostantivo” popolaresco strumentalizzato dagli avversari per poterlo finalmente cacciare dopo non esserci riusciti col voto.

Intanto nel Parlamento soltanto la Lega sembra voler difendere la democrazia e la legittimità dell’Istituzione e lo fa incorrendo nella rabbia del “condomino” Fini, ormai convinto di essere uomo delle istituzioni, come il suo dirimpettaio Schifani, che nessuno ricorda mai essere siciliano, di quelli nascosti pero’ che tanto bene hanno fatto all’Isola.

In tutto questo marasma, sembra che Lombardo e tutta l’Ars godano di ottima salute, soffrano, ma non più di tanto, la riduzione dei venti rappresentanti, obbediscono pedissequamente e si fanno dettare regole e tempi, anche loro, a parole autonomisti, da un governo centrale illegittimo, annunziando la riduzione dei parlamentari prima che lo faccia la casa madre e continuando la rincorsa al voto del prossimo anno tra rinvii di giudizio e assoluzioni, disoccupazione, specialmente giovanile, crisi sociale e pensioni d’oro dei dirigenti regionali.

La casta non ha confini. Se oggi dici deputato, scateni la rabbia popolare: con quale coraggio poi andranno a chiedere il voto? Lo faranno pero’, e senza vergogna, perché, con la scusa dei tecnici, pensano, novelli Pilato, di aver scaricato la responsabilità della recessione economica delle famiglie proprio al grigio professore di scuola che, in cuor suo, da buon lombardo, crede di essere il migliore e che difficilmente si potrà poi fare a meno della sua ….triplice saccenza bildeberghiana.

Noi de L’ALTRA SICILIA, – si’ proprio l’Altra, quella che lavora onestamnete all’estero e cerca di non vergognarsi dei suoi rappresentanti, e ne prende le distanze quando vengono in numerose delegazioni a dilapidare, con la complicità di associazioni compiacenti ma inesistenti, i fondi che la regione dovrebbe destinare ai problemi delle comunità siciliane all’estero e che invece finiscono in biglietti aerei, diarie, pranzi e banchetti riservati, si’, noi de L’ALTRA SICILIA pensiamo che il momento ormai sia propizio per mettere in opera i dettati del nostro Statuto, anzi superarlo, come abbiamo affermato più volte, verso una reale autonomia e indipendenza.

Non possiamo più accettare gli schiaffi dei responsabili nazionali quando cercano di trattarci sempre da schiavi, come successo ad esempio a Catenanuova-Centuripe….. dove il signor Moretti, amministratore delegato di quel carrozzone che chiamano ferrovie dello stato o giustamente Trenitalia perchè non comprendono la Sicilia, ha ulteriormente offeso i siciliani penalizzando i 150 studenti delle scuole superiori che quotidianamente si recano a Palermo riducendo le carrozze adibite al servizio di quei pendolari, vagoni che sembrano già del …6° mondo, altro che Alta Velocità, scatenando la protesta di quei giovani che si sono ribellati e si sono sdraiati sui binari, nell’assenza colpevole delle autorità locali .
Seguiamo l’esempio di quei giovani. Siamo convinti che, nel marasma di oggi, la Sicilia dovrebbe ritrovare orgoglio e dignità.
Restaurare motu proprio l’Alta Corte, scippataci per lasciarci proprio senza difese, trattenere la fiscalità che invece inviamo a Roma e non sappiamo che fine faccia, proclamare un Parlamento indipendente, decidere finalmente di ribellarci decidendo di mettere in attuazione lo Statuto ed andare da soli. E se non lo facciamo ora, quando? .

Ufficio Stampa – 16/12/2011

L’ALTRA SICILIA – Antudo