Profumi siciliani di… Anemone

In botanica l’anemone è un fiore dai colori vivaci, molto delicati che fiorisce solo in primavera, poi scompare.
Ma Anemone, ricordiamolo, è anche il faccendiere di nome Diego, capo della cricca specializzata nell’accaparrarsi gli appalti pubblici per oltre 300 milioni in occasione dei grandi eventi, come il G8 alla Maddalena, i mondiali di nuoto a Roma del 2009, il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, insieme a Balducci e all’ex capo della protezione civile Bertolaso, un fiore quindi che, questo, non scompare, anzi si moltiplica quando trova terreno favorevole e una casta politica che lo protegge e lo tiene perciò sempre in fiorescenza.

Una vergogna tutta italica che ci fa senso pure soltanto ricordare.

Però erano riusciti ad inventarsi un complicato matrimonio tra grandi eventi – politici, religiosi e sportivi – e servizio di protezione civile, celebrato in Parlamento e che ha avuto la sua benedizione quando per legge sono state cambiate le regole degli appalti, inserendoli in una normativa d’urgenza che avrebbe dovuto semplificare le procedure per facilitare la realizzazione di opere necessarie in occasioni di calamità naturali ma che, nella furberia di questa classe politica, ha pure incluso tutte le opere urgenti, senza così dover passare dalle procedure regolamentari e, alla fine, scatenando gli appetiti di faccendieri, alti funzionari e politici titolati.

Così oggi in Sicilia, dove si scimmiotta sempre – una volta era il caso del taglio delle camicie o della musica e dei dischi, ma sempre con qualche sprazzo di ritardo – le mode che venivano dal continente e dove oggi si scimmiotta anche un’inchiesta denominata… Grandi eventi.

Un imprenditore palermitano dirigente della Aktuel eventi, si è accorto di non poter obbedire al termine draconiano imposto dall’Assessore al Turismo, l’amico di Ninuzzu, (dalle 19 di sera alle 9 del mattino successivo) per presentare la sua offerta onde partecipare al bando per la preparazione delle misure per l’accoglienza del Pontefice in visita a Palermo. L’imprenditore, immaginando che a pensare male non si fa certo peccato ma che non è neanche proibito, ha sporto denunzia immaginando possibili imbrogli nelle procedure di appalto.

Nella denunzia il buonuomo considerava che i costi presentati dai vincitori dell’appalto non sembravano affatto plausibili, che la scelta finale, caduta su imprese molto modeste, assolutamente non in grado di far fronte ai bisogni, appariva quantomeno sospetta e, denunziando la relativa campagna di comunicazione mediatica come se fosse, a suo senso, un finanziamento occulto ma anche un imbroglio palese perché i fondi messi in campo dall’Assessorato al Turismo, il brigugliano Tranchida, per attirare turisti dalla penisola e dall’estero, erano stati spesi soprattutto per acquisti di pubblicità su giornali locali, quando la logica più elementare avrebbe imposto almeno una campagna diretta ai giornali continentali e a quelli europei.

Adesso la magistratura sta iniziando un lavoro certosino per verificare le ipotesi di reato; alcune testate però, prima fra tutte Repubblica, si sono avanzate a fare nomi di politici isolani del Pdl ì, ma anche del Terzo polo che tanto rigogliosamente sta venendo su nell’Isola – Fli, Udc oltre l’Mpa.
Noi non possediamo le carte delle indagini e non possiamo certo avanzare nomi che non conosciamo, però siamo del parere che il cittadino, se ci sono nomi di politici in ballo, quindi di personaggi pubblici , deve sapere, essere messo in grado di conoscere i fatti.

E lo diciamo non per fomentare quell’anti-politica che si sostituirà ai tradizionali partiti ormai coperti di melma, ma perché ci sta a cuore la Sicilia e vogliamo sottolineare come questa classe politica che abbiamo scelto, abbia fallito su tutta la linea, ci danneggi e continui a fare il suo comodo nonostante crisi, disoccupazione e tasse dilaganti.

A questo punto non possiamo accettare neanche le dichiarazioni della Finocchiaro, la presidente dei senatori PD, mai eletta ma sempre nominata (a proposito, l’ultima volta se ne andò furbescamente in Emilia per farsi eleggere, altro che la Sicilia, dove l’avrebbero presa a pernacchie, Lei, tanto ostile al sistema Berlusconi che tanto poi l’ha favorita) e che oggi si è detta, a nome del suo partito, contraria ad una riforma elettorale che contempli il ripristino delle preferenze…

Una vergogna tipica di chi è attaccato alla poltrona, aggravata nel suo caso perché fa affari con gli avversari, (Lombardo e il marito Fidelbo indagato per abuso d’ufficio; in pratica una commessa pubblica di 1,7 milioni di euro per informatizzare il presidio territoriale di assistenza di Giarre) e così rifiuta ostinatamente, dopo una permanenza di oltre 30 anni in Parlamento, di lasciare il campo ad una nuova classe di persone elette e scelte dalla gente.
Ma è vergogna di tutta la politica… e poi dicono la sinistra. Doppia, diciamo noi…

eugenio preta