Quando una vera riunione dei movimenti sicilianisti?

C’eravamo anche noi tra i movimenti (?) che hanno incontrato Massimo Costa sabato 25 agosto a Palermo.
Fiduciosi ci siamo installati in una scomoda sedia ed abbiamo atteso che la presidenza della riunione desse avvio al confronto.

L’attesa è stata lunga, come se non si riuscisse effettivamente a trovare il coraggio di iniziare, perduti dietro presentazioni e rituali che almeno servivano a lasciare sbollire le fibrillazioni, anche se sembravano tutti convinti e partecipi del momento.


Il nostro entusiasmo pero’ andava affievolendosi mano a mano che gli interventi si snocciolavano verso la fine della mattinata e che capivamo che invece dei movimenti c’erano tante brave persone accomunate dal denominatore Sicilia e dalle necessità di dover fare qualcosa ma, alla fine, e lo hanno confessato in tanti, venivano a parlare a nome personale e rappresentavano solo se stessi.

Difficile dare avvio ad un progetto di unità se effettivamente nessuno sembrava avere legittimità a rappresentare qualcosa di organico e strutturato.

Che poi qualcuno presentasse la disponibilità dichiarata di vecchi politicanti scoppiati nel fallimento della classe politica attuale o di nuovi aspiranti capipopolo pronti a fare il passo indietro per dare spazio ad un soggetto organizzato e forte, era soltanto una dichiarazione di intenti non suffragata da alcuna prova comprovata.
E questo certo non dissipava le nostre perplessità.

Quando è stato il nostro turno abbiamo vissuto un momento di ripensamento, indecisi se prendere la parola o saltare il turno partecipi della necessità di unire i movimenti (quali?) ma consci della inutilità di un incontro tra persone più che tra responsabili legittimi dei movimenti di cui tanto si parla quando si discute di aggregazione e necessaria unità.

Abbiamo constatato che regolarmente, alla vigilia di un confronto elettorale, in Sicilia ci si incontra convinti di dover unire i soggetti sicilianisti per poter finalmente rappresentare in modo organico le aspettative dei siciliani e puntualmente non succede niente e tutti i progetti restano nel limbo delle parole e delle intenzioni.

Abbiamo avvertito il pericolo di una classe politica pronta a tutto per garantirsi la sopravvivenza, quindi capace di gettarsi come avvoltoi sulle spinte autonomiste che sembrano scuotere oggi il corpo elettorale non per dare avvio alla riconquista di quei valori vilipesi ma per trovare nuova linfa per condire di chiacchiere le loro proposte politiche.
Così abbiamo ricordato che i nomi che attualmente circolano tra i candidati rappresentano la vecchia politica che ha fatto bella prova di fallimento, ed abbiamo auspicato una unità dei movimenti, anche se non ci crediamo nemmeno poi tanto, ed abbiamo voluto indicare le sole strade percorribili e a prova di confronto.

Abbiamo bocciato la proposta di accodarci ad un movimento già rappresentato, in questo caso l’ Mpa, oggi Partito dei Siciliani, il cui fallimento, abbiamo spiegato, è implicito nella stessa intenzione di dover cambiarne il nome e più ancora nella politica portata avanti da un ministro presidente già scoppiato nell’inchiesta giudiziaria che pende sulla sua testa come una spada di damocle che lo accomuna al suo predecessore già in carcere.

Ci siamo espressi per il tentativo di consorziarci dietro il nome di un candidato presidente, nuovo e autonomista, nel nostro caso Massimo Costa, certamente con poche possibilità di vittoria ma almeno con la dignità di aver cercato il cambiamento e averlo fatto con i soli nostri mezzi.

L’ALTRA SICILIA si è quindi espressa per l’unione dei movimenti veramente sicilianisti piuttosto che per l’accodarsi al vecchio sistema che ha creato precariato, voti di scambio e clientelismo, a suffragio di questa sua scelta, il segretario generale del movimento Eugenio Preta ha ricordato come in questo sia spinta solo da spirito di servizio per la Sicilia e i siciliani, al riparo da qualsiasi accusa di protagonismo anche perché una legge pur iniqua vieterebbe la presentazione di suoi propri candidati.

Ufficio Stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo