Fino a quando sopporteremo gli aguzzini?

Siamo arrivati alla confusione totale: nessuna testa pensante, spinte e calci a tutti per trovare un posto in una lista fortunata, in prima fila, e garantirsi ancora le prebende di una professione che nonostante il dileggio pubblico è ritenuta da tanti ancora un’ ottima possibilità di guadagnare molto e lavorare poco.
Anche le regole esistenti vengono sovvertite e /o cancellate e non esiste più riferimento certo: neanche nella legge.

Ora che Monti sta per entrare in competizione elettorale direttamente con una sua lista o un suo partito, sono riusciti pure a modificare gli enunciati della legge che prevede la raccolta delle firme per presentare una lista di candidati, facilitando la taccia al professore salutato da tutti come il nuovo che avanza, l’unto dal signore che è riuscito ad evitare la bancarotta dello Stato piegato soprattutto, diciamo noi, da una spesa pubblica fuori controllo e, quel che più preoccupa, fuori da ogni volontà di controllo.

Un parlamento di incapaci, che speriamo sia cancellato dalla rabbia popolare, ha favorito le misure di un governo tecnico varato con l’unico scopo di fare cassa a discapito delle famiglie, senza curarsi di creare occupazione, riavviare le produzioni e favorire così i consumi.

Pero’ l’Europa plaude per il rigore di Monti e delle sue manovre che hanno prostrato le gente comune, quei cittadini cioè che vivono di stipendi statali, il cui prelievo fiscale viene operato già alla fonte quindi senza nessuna possibilità di evitare, dilazionare o evadere anche, queste maledette tasse affamatrici. Così tutto è schizzato alle stelle, dalla bolletta del gas e dell’elettricità alle tariffe dei trasporti, dalla benzina ai prezzi dei prodotti dei supermercati, dalla chiusura di fabbriche senza più ordini ormai dato che la ricchezza delle famiglie si è ridotta all’osso, alla scomparsa dei negozi al dettaglio, garanzia di socialità, all’aumento di tasse una volta ridotte e oggi insistenti persino sulla prima casa, acquistata con tanti sacrifici e mutui infiniti.

Se ne è guardato bene il professore dal colpire banche, istituti di credito, istituzioni, chiese e parlamenti; ha voluto infierire soltanto sulla gente meno favorita con la vergogna della cancellazione degli accompagnamenti, la riduzione della spesa sanitaria con il solo scopo di favorire ancore le banche e gli istituti di assicurazioni che entrano alla grande nel gioco delle assistenze a pagamento, la riduzione delle spese militari senza annullare pero’ gli ordini di sofisticati e costosissimi jet, nessun aiuto alla defiscalizzazione per aumentare le produzioni, le offerte di occupazione e rimettere in circolo il circuito obbligato dei consumi pur contratti dalla pervicace ostinazione delle Banche relativamente al credito a imprese e famiglie

Accolto in Europa, quella di Coudhenove Kalergi pero’ e non quella dei cittadini, come un fedele alleato del palazzo sulla via della costruzione di un Europa di banche e logge massoniche in combutta per delegittimare gli Stati nazione e togliere loro, a fette, quella sovranità che li rende indipendenti e impermeabili alle scelte discutibili della burocrazia europea, Monti si permette pure di cincischiare su un possibile suo impegno politico, lui che solo grazie ad un marchingegno dell’inquilino del Colle è diventato prima senatore a vita, senza nessuna ragione, ma solo come richiesta espressamente rivolta a Napolitano per assumere l’incarico, poi primo ministro.

L’uomo della Trilaterale, del gruppo Bildenberg , dell’Aspen insitute, il sommum della massoneria economica e finanziaria, ora ci ha preso gusto e briga per un nuovo incarico di primo ministro di una martoriata italia. La casta si solidifica di fronte a questo campione di democrazia, chiede posti e lo incensa, lo acclama come il nuovo fenomeno della politica il catalizzatore del voto. Ma fa male i conti pero’ con lo sdegno della gente. Veramente la Casta crede di poter fare a meno dei cittadini e del loro voto?

Continuano, questi della casta, nella loro strada come se il cittadino non esistesse e fosse una variante fissa ma aggirabile della realtà delle elezioni. Si studiano liste e accoppiate di liste, partiti vecchi e nuovi, si inneggia a colui che ha ridotto il paese alla fame, ma non si vuole tenere conto della realtà del fallimento di negozi, fabbriche, pensioni e scuole.

Tutta una schiera di professori unti da grazia divina, quella di Napolitano, è riuscita per più di un anno a taglieggiare il cittadino, riempiendo giornali e talk show di gaffe e lacrimucce, sbagliando anche di conto, quando di conto c’era da fare, gettando le famiglie nella bancarotta e il Paese nel ludibrio internazionale per le sue vicende di politica estera, come la vicenda dei marinai in missione Onu , sentinelle armate sui battelli attaccati dai nuovi pirati, arrestati loro come pirati, gettati in galera, col rischio di una pena di morte sempre possibile soprattutto se si prende per paradigma il comparto giustizia del Kerala e specialmente l’incapacità del ministro preposto alla politica estera e in generale quella di tutto questo governo tecnico.

Ma tutto sembra essere relativo in questo Paese, se il governo non è riuscito a creare posti di lavoro, se ha ridotto al lumicino i consumi, se ha prosciugato il risparmio ma ha continuato a foraggiare spese per i parlamentari, spese per i partiti, favorito solo le Banche, se i giovani ricominciano ad emigrare, non può essere colpa dell’incapacità dei dirigenti dicono, ma solo della contingenza mondiale che attanaglia i Paesi dell’euro, quelli più legati alle politiche della moneta unica senza le necessarie politiche economiche comuni, solo loro pero’, perché GB, Svezia, Danimarca, Polonia, ad esempio, guarda caso proprio i Paesi a sovranità monetaria nazionale sembrano non soffrire di questa terribile recessione.

Tronfio il professore ora si convince anche di fare politica, dà patenti di bontà a partiti e personaggi politici, tutto si accoccola sotto la sua ombra, che non sembra pero’ tanto sprovveduta e persino in mala fede se ha evitato di collassare il potente Vaticano con l’imposizione forzata dell’Imu, tanto da ricevere in pronta battuta, da parte del presidente della Cei, Bagnasco, un importante salvacondotto da utilizzare nelle coscienze di quei moderati che ancora alla Chiesa ci credono eccome, senza tener conto del profondo cambiamento che è avvenuto nel suo grembo, nonostante i freddi gesuiti di Ratzinger.

Ora il professore busserà alle porte degli italiani per venire riconfermato nel suo ruolo di affamatore, supportato dai poteri forti, dall’ingiusta Europa e dai soldini della BCE, sperando solo che i cittadini la smettano di sopportare ancora il proprio aguzzino e decidano di mandare finalmente a lavorare politici, tecnici, cardinali e professori.

eugenio preta