Seduti dalla parte sbagliata

Nella confusione del momento politico ma soprattutto nel fallimento delle politiche economiche e nella deriva della solidarietà sociale che stiamo attraversando e, in particolare, nella continua ricerca di qualcosa a cui dare valore e senso positivo, possiamo aver dato ultimamente l’impressione di una flessione verso la vulgata movimentista, tanto di moda.

Molti lettori avrebbero perciò potuto pensare – erroneamente, lo ribadiamo – che L’ALTRA SICILIA e, il suo bimestrale, L’ISOLA, avessero abbracciato una moda del momento, avessero schiacciato l’occhio a Beppe Grillo e al suo movimento 5 stelle. Niente di più sbagliato, vi assicuriamo.


L’ALTRA SICILIA e L’ISOLA, sono e rimangono, voci indipendenti e libere nella continua lotta culturale, politica e sociale per l’Autodeterminazione del popolo siciliano e per l’autonomia della Terra impareggiabile, temi che da anni costituiscono il nostro dogma e il nostro impegno.

Chiederci se siamo diventati grillini o attribuire oggi caratteristiche movimentiste alla nostra associazione vorrebbe dire non aver capito l’esigenza dei tempi e che ormai bisogna oltrepassare le tradizionali differenziazioni tra rosso e nero, le dicotomie didascaliche, le categorie della politica e che è necessario ritrovare nel solo consenso della gente, il più ampio possibile, la rilevanza e la condivisione delle nostre affermazioni e la possibilità di trasbordare – non le nostre lotte, ma l’avvenire dell’Isola e dei siciliani – dalla sfera di testimonianza culturale a quella di rappresentanza istituzionale, proprio per dare vigore e spessore alle richieste di autonomia e di indipendenza.

Così la campagna elettorale siciliana di Beppe Grillo, il suo spiaggiamento, l’arrivo dal mare e l’entusiasmo della piazze piene, ci aveva dato l’impressione della possibilità di risvegliare la coscienza popolare, la consapevolezza di poter, attraverso questo meccanismo dell’affabulatore, come il “deus ex machina” delle tragedie greche, ancora tanto presenti nella nostra Sicilia, il portentoso intervento esterno, innescare finalmente il cambiamento per riformare i tempi e i personaggi della vecchia politica isolana, stantia, asservita ai partiti centralisti e alla fine, usurata.

Grillo, senza volerlo, era rimasto soggiogato dalle bellezze di questa nostra terra e vedendone gli scempi, logicamente si era chiesto la ragione delle differenze esistenti tra la potenza e l’atto, il tormento e l’estasi, e ci aveva, inconsapevolmente crediamo, e come riflesso condizionato, posto una domanda ma dato anche la logica conseguente risposta: SE NON VI VOGLIONO PERCHE’ RESTATE?

Quindi l’indipendenza, a corollario di quelle dichiarazioni ufficiali che erano “verbo” per i suoi candidati, sarebbe stato un concetto elettorale predominante e condiviso, credevamo, non appena si sarebbe affermato elettoralmente. Grillo in Sicilia ha vinto, pero’ se ne è andato e ha lasciato 15 deputati all’Ars che non hanno fatto quello per cui avevano acceso entusiasmo (almeno il nostro): proclamare, già alla seduta inaugurale dell’Ars rinnovata, l’Autonomia e l’indipendenza della Sicilia.

Avrebbero potuto farlo in maniera legale e legittima ed autentica perché fatta dagli eletti dei cittadini che li avevano delegati alla loro rappresentanza, invece stiamo ancora in attesa e, come aggravante, ci siamo ritrovati con il loro assenso, un ministro Presidente della Regione siciliana proveniente da un partito rigorosamente centralista, che furbescamente cerca di aggirare con supposti movimenti personali, che nomina assessori non siciliani, e passi, ma indicati dalla peggiore partitocrazia romana, “inciuciara” e centralista.

Da allora il nostro entusiasmo per questo nuovo “surveniente” è scemato, pur lasciandoci convinti di essere stato determinante , almeno, nel mandare a casa vecchi personaggi della storia politica e partitocratica che erano stati causa scatenante e responsabile del fallimento politico, economico e morale di questa seconda repubblica.

Questa la palingenesi del nostro entusiasmo, che non è stato mai consenso, per Grillo e il suo movimento. Solo speranza.

Del resto non abbiamo contatti con il M5S e l’unica persona di quell’area che conosciamo bene è soltanto il prof Alfonso Genchi, già membro de L’ALTRA SICILIA, oggi molto attivo e autorevole nel movimento siciliano 5 stelle.

Troppa poca cosa quindi per attribuire a noi sponde fiduciarie o politiche verso Grillo e, peggio, i grillini.

La nostra voce nel suono dell’Autonomia che riteniamo necessaria, spesso fuori dal coro, è diventata pure contrastata nel tempo, ma è rimasta sempre autorevole.

Ribadiamo la nostra onestà intellettuale e perciò che non abbiamo mai pensato né dato l’impressione di sederci dalla parte di Grillo perché tutti gli altri posti a tavola erano occupati, ma eravamo e siamo convinti di essere noi dalla parte giusta e di non poter assolutamente accettare che altri decidano per noi patenti di rispettabilità. Rinneghiamo così la famosa frase di Berthold Brecht e continuiamo onestamente a fare ciò che riteniamo giusto e in linea con la nostra Storia: la difesa dell’identità e dell’orgoglio siciliano.

Restiamo così sempre seduti dalla parte sbagliata non perché gli altri posti siano occupati, ma perché il lato ritenuto corretto non riteniamo sia quello che propugni libertà, autonomia e INDIPENDENZA della nostra terra impareggiabile.

eugenio preta