La leggenda del pontile di Ginostra: il sindaco risponde

Lipari, 8.11.2000

COMUNE DI LIPARI PROVINCIA DI MESSINA

A proposito della Leggenda del Pontile di Ginostra

A proposito della vostra nota di oggi ritengo siano
utili alcuni approfondimenti sul pontile di Ginostra.


1. L’Amministrazione Comunale di Lipari ha
utilizzato a pieno tutte le sue possibilità di mutuo
con la Cassa deposito e Prestito.

2. Il prof. .Mallandrino ha presentato una VIA che
l’apposita Commissione Ministeriale giudica
insufficiente ( si legga nella documentazionet).

3. Chi ha detto che il Sindaco di Lipari non ha
illustrato tutta la vicenda di Ginostra alla DIA?

4. Il Sindaco di Lipari è ben felice di trovare
qualcuno alleato in questa battaglia difficile
(bisognerebbe parlare anche della centralina
fotovotaica dove ora esistono i finanziamenti ENEL +
DUPIM delle isole minori ma l’Assessorato
territorio e Ambiente non ha ancora rilasciato il VIA
sebbene sia alla sua attenzione da oltre sua mesi).

DOCUMENTAZIONE:

1. Risposta ad interrogazione del Consigliere Paino
del 7.11.2000

Il 26 giugno del 1997 il Sindaco di Lipari avendo
avuto avvertenza che la Regione non aveva più
intenzione di realizzare lo scalo di Ginostra per il
quale aveva fatto redigere il progetto al prof.
Mallandrino, scrive al Presidente della Regione,
all’Assessorato ai LLPP ed a quello a Trasporti
per conoscere il reale intendimento
dell’Amministrazione regionale a questo
proposito. Non avendo ricevuto nessun riscontro, il 25
settembre 1997, nel corso di una conferenza di
servizio presso l’Assessorato regionale LLPP
sulla portualità eoliana voluta dal Prefetto di
Messina, dopo aver ottenuto conferma che i fondi
impegnati nel 1987 non esistono più, chiede
formalmente all’Assessorato di voler trasferire
il progetto al Comune di Lipari affinchè possa
farsene questo direttamente promotore. Ottenuto
l’assenso di massima la richiesta viene
formalizzata con nota n. 36046 del 25 settembre.

La
risposta positiva giunge il 29 ottobre e subito il
prof. Mallandrino si mette all’opera per
aggiornare il progetto e preparare la Valutazione di
impatto ambientale.

Il 5 maggio il Ministero dell’Ambiente informa
che la documentazione spedita non è sufficiente e
chiede la sua integrazione. La procedura –
compreso la pubblicazione dell’avviso sui
giornali – viene completata entro giugno a
seguito anche di un incontro al Ministero con il prof.
Mallandrino e il Sindaco.

Il 1° di agosto 1998 si tiene a Ginostra il Consiglio
Comunale sui problemi della frazione con al centro il
problema della scalo di Lazzaro. Si crea una forte
mobilitazione e si interessa del problema anche il
Presidente della Repubblica Scalfaro.

Il 14 settembre,
grazie all’interessamento del presidente
Scalfaro si tiene un incontro a Roma fra il Ministro
dell’Ambiente Ronchi, il Presidente della
Regione Siciliana Drago ed il Sindaco di Lipari per
cercare di risolvere il problema del pontile di
Ginostra. Si decide di sollecitare la procedura di
VIA.

Nel mese di ottobre ha luogo la visita a Lipari e
Ginostra della Commissione VIA con audizione delle
parti nella sala del Consiglio Comunale.
Il 4 novembre alla sede del Ministero di Via
Ferratella in Laterano si tiene la Commissione VIA.

Il
prof. Mallandrino non partecipa all’incontro ed
il Sindaco si fa accompagnare dai consulenti a titolo
gratuito ing.ri Cavallaro e Rugolo. Si tratta di una
seduta vivace in cui i Commissari rivendicano lo
studio dello scalo alternativo a Lazzaro secondo le
nuove norme previste dal VIA.

L’Amministrazione
non è in grado di fornire questo studio perché non è
nella documentazione preparata dal prof. Mallandrino
(il quale probabilmente si rifà alle decisioni prese in
una riunione al Ministero tenuta il 28 gennaio 1992
che prevedeva un VIA speciale: decisione che il oggi
il Ministero non riconosce più). Bisogna decidere se
chiudere lì la valutazione con la percezione che si
sarebbe conclusa con una bocciatura oppure chiedere un
rinvio per l’integrazione. Secondo quanto emerso
nell’incontro l’integrazione non è di poco
conto perché si tratta di realizzare un nuovo progetto
in altra località ( le sollecitazioni sono per
prevederlo su Pertuso ) per fare la comparazione con
Lazzaro. Si tratta di un investimento di centinaia di
milioni a cui l’Amministrazione Comunale non può
fare fronte. Si pensa alla costituzione di una società
mista di progettazione e management ( sulla scorta di
quanto hanno fatto i Comuni di Roma e di Venezia) che
si faccia carico di anticipare i costi rivalendosi poi
in sede di finanziamento dell’opera.

Fin dal
novembre del 1998 ci si mette all’opera per
costituire questa società ma ci si imbatte contro
l’ostracismo del consiglio Comunale fino a
quando nei primi mesi del 2000 l’Amministrazione
decide di ritirare definitivamente la delibera.

Chiusa la strada della società di progettazione e
management, l’Amministrazione non ha altra
possibilità che chiedere alla Regione di farsi carico
lei dei costi della progettazione di Ginostra.

Qualcosa sembra sbloccarsi in primavera quando
l’ing. Rodriquez presenta lo studio di
fattibilità dei porti delle Eolie. In essi non è
previsto Ginostra ma quando nel mese di luglio si
aprirà il tavolo all’Assessorato regionale alla
programmazione per la portualità delle isole minori,
il Sindaco di Lipari metterà il problema sul tappeto e
il finanziamento del VIA di Ginostra viene incluso nel
programma dei porti delle isole da finanziare.
Purtroppo però la riunione conclusiva di quella
commissione che doveva avvenire in agosto e poi ad il
30 ottobre, finora non si è ancora tenuta malgrado le
mie sollecitazioni. E non è ancora nemmeno stata
convocata una conferenza di servizio su Ginostra
promessa dal presidente Leanza che deve affrontare il
problema del VIA sia per il pontile, sia per la
centralina fotovoltaica.

Come può vedere non si tratta di un problema semplice
e facile. Alla richiesta del Ministero
dell’Ambiente non si può rispondere con
l’invio di qualche carta.
Devo fare osservare che il Consiglio Comunale dopo la
riunione dell’1 agosto 1998 non ha mai
seriamente approfondito il problema.

L’Amministrazione Comunale si ritiene vincolata
alla delibera del Consiglio Comunale del 18.5.92 che
ha scelto Lazzaro ed escluso Pertuso eppure non può
cancellare ignorandoli i problemi e le perplessità che
sono emersi nel sopralluogo a Ginostra della
Commissione del VIA. Rimango ancora fermamente
convinto che Lazzaro sia preferibile a Pertuso sotto
tutti i punti di vista. Ma rimane il problema della
stradella di collegamento che rappresenta una barriera
architettonica non minore della scalinata che da
Pertuso porta alla piazzetta del monumento ai caduti.
Per la stradella non fu fatta la procedura di VIA
perché fu ritenuta una manutenzione straordinaria del
sentiero esistente. Ma se questa deve permettere il
transito di carrozzette elettriche non può attenersi
al tracciato attuale del sentiero che d’altronde
in alcuni punti è a rischio di crollo. Occorre fare
una variante e visto il Piano paesistico sembra una
battaglia perduta in partenza, anche perché a questo
punto è difficile parlare di manutenzione
straordinaria. In alternativa alla stradella i
sostenitori di Pertuso e fra questi – oltre a
Legambiente – chiaramente la stessa Commissione
VIA e persino la dott.ssa Vittadini (Direttrice della
sezione VIA) presente all’audizione a Roma,
contrappongono un intervento su Pertuso che al tempo
stesso sani la frana, restauri ambientalmente la parte
franosa e crei una stradella che superi il dislivello.
Anche questa mi sembra una soluzione difficile e forse
più difficile della stradella per Lazzaro.

Che fare? Mi sembra di essere stato lasciato solo a
combattere questa battaglia impossibile. Nessun
interesse del Consiglio Comunale salvo alcuni
interventi sporadici e spesso strumentali, somma
indifferenza della Regione, ipocrisia degli apparati
nazionali e regionali che cercano di scaricare tutto
sulle Amministrazioni comunali, sconforto degli
abitanti di Ginostra.

Le allego la mia lettera di risposta alla dott.ssa
Vittadini. Probabilmente l’iter di quel VIA sarà
chiuso e spero che se ne possa aprire uno nuovo quando
la Regione finanzierà la nuova progettazione.

2. Relazione del Sindaco al Consiglio Comunale
dell’1.8.1998 tenuto a Ginostra ( stralcio)

La prima nota relativa ad un pontile da realizzare a
Ginostra presente nelle carte del Comune, risale
all’8 febbraio 1985. E’ la lettera che il
Prefetto di Messina dott. Pandolfini invia
all’Ufficio del Genio Civile per le OOMM e per
conoscenza al Sindaco di Lipari per chiedere di
“valutare l’opportunità della costruzione
di un pontile in zona più riparata da collegare con
la località attraverso una piccola strada,”
visto che l’attuale approdo è particolarmente
battuto dalle onde e reso assai insicuro dagli scogli,
per cui spesso la località rimane isolata, in
particolare durante i mesi invernali.


Il Genio Civile
risponde il 27 aprile asserendo che “fin
dall’anno 1978 quest’ufficio ha inserito
la realizzazione di un pontile in una proposta di
interventi trasmessa all’Assessorato Regionale
LLPP in data 28 gennaio 1979 n.930…Pertanto si
ribadisce la indifferibile urgenza di dotare di un
attracco la predetta frazione realizzando un pontile a
giorno nella località Lazzaro collegandola alla vicina
frazione di Ginostra con una strada.


Infatti –
continua la nota del Genio Civile a firma
dell’ing. Giuseppe Di Gerlando capo
dell’ufficio primo dirigente tecnico -,
considerate le caratteristiche topografiche e
marittime di Ginostra, è di difficile e costosa
costruzione un’opera portuale antistante la
predetta frazione”.


Siamo nel 1985. Il 5 agosto l’Assessorato
Regionale LLPP autorizza il Genio Civile a redigere
il progetto limitando la spesa alle opere strettamente
necessarie e per un importo presunto di L.
2.500.000.000. Il Comune di Lipari, tramite
l’allora Commissario regionale dott. Corbo il 18
settembre dello stesso anno con deliberazione n.145
richiede i finanziamenti per il pontile di Lazzaro
“non consentendo le condizioni del bilancio
comunale di provvedere né in tutto né in parte, alla
spesa necessaria”.


La delibera probabilmente si
blocca negli uffici e viene trasmessa al Genio Civile
OOMM solo l’11/2/87 dopo un sollecito dello
stesso ente. Intanto però – altri tempi
decisamente – l’Assessorato Regionale LLPP
il 14 febbraio 1987 sollecitava lo stesso Genio Civile
a redigere il progetto nelle more “che pervenga
la delibera della Giunta Municipale”. Il 20
luglio il Genio Civile informava il Comune di Lipari
che già il pontile era in fase di progettazione e
chiedeva all’Amministrazione comunale di
“provvedere alla costruzione della strada di
collegamento”.


Il 15 dicembre, sempre dello stesso 1987 il prof.
Giuseppe Mallandrino trasmette
all’Amministrazione comunale di Lipari il
“progetto delle opere di approdo per
mototraghetti in località Lazzaro frazione di Ginostra
nell’isola di Stromboli in attuazione della L.R.
7/87 per L.2 miliardi e 950 milioni”.


Si tratta di una struttura a giorno formata da una
piazzuola di m.13,10 per m. 20,50 collocata dove il
fondale raggiunge 7 metri di profondità, collegata a
terra con una passerella pedonale di 2 metri di
larghezza e 60 di lunghezza. La pavimentazione degli
impalcati dovrà essere in pietra da taglio lavica.


Il 20 ottobre del 1988 il Presidente della Regione su
input di una delle numerose istanze degli abitanti di
Ginostra chiede al Sindaco di Lipari notizie sulla
stradella di collegamento ed informa che, di concerto
con l’Enel si sta portando avanti “un
programma di assegnazione in favore dei residenti a
Ginostra di kits fotovoltaici completi, e ciò al fine
di contribuire ad alleviare in qualche modo i notevoli
disagi che gravano sui residenti medesimi”.


Qualche settimana ancora e il 6 dicembre il Presidente
della Regione torna a scrivere informando che per il
progetto dell’attracco manca solo il parere
della Capitaneria di porto di Messina mentre si
sollecita il Comune di Lipari a dare notizie sulla
stradella di collegamento precisando che
“dovrebbe trattarsi di una via di collegamento,
quanto più possibile mimetizzata nell’ambiente
circostante, che consenta il transito di piccoli mezzi
meccanici dal costruendo molo alle porte
dell’abitato vero e proprio, in modo che risulti
molto agevolato il carico e lo scarico delle merci
sbarcate nel molo stesso e che, oggi, invece, devono
essere portate nella frazione di Ginostra a dorso
d’asino, salendo per un ripidissimo e stretto
sentiero a gradoni, che risulta assolutamente
inagibile ad alcun mezzo meccanico, anche adatto
all’uso fuoristrada”.


Per i lavori del pontile si aggiudicherà la gara la
SO.CO.MAR SpA di Roma con un ribasso d’asta del
13,40%. Il contratto viene firmato il 7 febbraio 1990
e i lavori consegnati il 14.5.90. Esso è corredato di
tutti i pareri: quello del Genio Civile OOMM del
12.10.88, quello dell’Ufficio circondariale
Marittimo di Lipari del 18.10.88, quello della
capitaneria di Porto di Messina del 25.11.88, quello
del Comune di Lipari dell’11.1.89, quello della
Soprintendenza BBCC e AA di Messina del 29.4.88,
quello dell’Assessorato Regionale Territorio e
Ambiente del 18.7.90, di nuovo il Genio Civile OOMM ai
fini della consegna delle aree del 31.8.90 e, sempre
per la consegna delle aree, di nuovo la Capitaneria di
Porto di Messina il 28.9.90.

Lo scontro Regione- Ministero dell’Ambiente

Alle ore 11,15 del 9.9.91, mentre erano in corso le
operazioni di imbarco dei prefabbricati in relazione
al loro montaggio previsto per il giorno successivo,
veniva notificata alla SO.CO.MAR Spa l’ordine di
sospensione dei lavori da parte del Ministero
dell’Ambiente con la motivazione che il progetto
era incompleto perché mancava la valutazione di
impatto ambientale. Valutazione giudicata dovuta
poiché l’approvazione del progetto da parte del
Comune di Lipari è avvenuto l’11.1.89 in data
successiva all’entrata in vigore del D.P.C.M. n.
337 del 10.8.88 che istituiva questa procedura. Si
avviava qui un braccio di ferro amministrativo fra
Regione e Ministero che si concluderà con la sconfitta
degli abitanti di Ginostra.


Infatti il Ministero
chiedeva all’Assessorato Regionale Lavori
pubblici di trasmettere al Ministero
dell’Ambiente la documentazione progettuale per
la pronuncia di competenza. L’Assessorato
impugnava di fronte al Tar Sicilia il provvedimento
ministeriale; il Tar Sicilia con ordinanza del
12.12.1991 respingeva la richiesta.


Miglior sorte
l’Assessorato regionale l’aveva di fronte
alla Corte di Giustizia Amministrativa che rigettava
l’istanza di sospensione con ordinanza del
20.2.91. e le considerazioni che “trattasi di
lavori e di opere in avanzato stato di realizzazione e
che la prosecuzione non sembra precludere nella
particolare fattispecie in esame, il procedimento di
VIA”.
Ma passa poco più di un mese ed ecco che l’1
aprile il Ministero dell’Ambiente emana una
nuova ordinanza con la quale sospende i lavori, con
effetto immediato, e invita nuovamente
l’Assessorato ai Lavori pubblici della Regione
Siciliana di trasmettere immediatamente al Ministero
dell’Ambiente lo studio di impatto ambientale
per la pronuncia di competenza.


Questa volta il Ministero si fa forte della stessa
ordinanza del CGA che faceva riferimento comunque alla
procedura di VIA e ricorda che il 28 gennaio vi era
stata una riunione presso il Servizio VIA del
Ministero dell’Ambiente tra i funzionari del
Servizio e della Commissione VIA e i rappresentanti
dell’Assessorato LLPP, dell’Assessorato
Territorio ed Ambiente della Regione, della
Soprintendenza ai BBCC e AA di Messina, il progettista
ed il Sindaco di Lipari in cui si era stabilito un
particolare iter procedurale che prevedeva appunto di
sottoporre il progetto al VIA.


Ma ancora una volta l’Assessorato si appella al
Tribunale Amministrativo e questa volta mentre il TAR
accoglie il ricorso dell’Assessorato regionale
il CGA, chiamato in causa dal Ministero, da ragione a
questo e prima, con ordinanza del 15 giugno 1994,
sospende la sentenza del TAR e poi il 13 dicembre 1994
emette sentenza definitiva.


Il 12.4.95 presso l’Assessorato Regionale Lavori
Pubblici si teneva una riunione con la partecipazione
della Presidenza della Regione, l’Assessorato
regionale Territorio e Ambiente, la Capitaneria di
Porto di Milazzo, la Sprintendenza BBCCAA di Messina,
la Prefettura di Messina, il Genio Civile OOMM,
l’ing.Capo dei LLPP, il progettista e il Sindaco
di Lipari nella quale si discusse anche di come
riprendere le fila dell’iniziativa. Si parlò di
sottoporre il progetto al VIA ed anche di un eventuale
ricorso in Cassazione.


Ma la nota dell’Assessore ai LLPP del 19 aprile
pervenuta al Comune di Lipari faceva intendere che il
principale obiettivo dell’Assessorato era quello
di risolvere il contratto con la SOCOMAR spa.
Comunque con questa note si chiude una fase dello
scalo di Lazzaro – a prioritaria iniziativa
dell’Assessorato regionale LLPP – durata almeno
dieci anni.

Una nuova fase ad iniziativa del Comune

Una nuova fase – che sposta l’iniziativa
dalla Regione al Comune – possiamo dire che si apre
il 21 aprile 1992 con il Consiglio Comunale che si
tiene nell’isola di Ginostra.
Si tratta di un Consiglio importante che di fatto si
concluderà circa un mese dopo, il 18.5.1992, quando
riproposto il tema finalmente i Consiglieri
raggiungono pressocchè l’unanimità – 23
favorevoli ed un astenuto – sulla scelta di
Lazzaro.


Portano a questa decisione fondamentale alcune
considerazioni di fondo, i numerosi documenti
riguardanti l’impossibilità di realizzare il
pontile a Pertuso e la presa d’atto del verbale
della riunione del 21.1.1992 – di cui si è già
detto – tenuta al Ministero dell’Ambiente e che
non era emersa nella seduta del 21 aprile a Ginostra.


Le considerazioni di fondo sono le seguenti:

1. la comunità di Ginostra non può fare a meno di un
approdo per garantire la normale fruizione dei diritti
di cittadinanza ai propri abitanti il più
continuativamente possibile nel corso dell’anno.
La mancanza di uno scalo adeguato e l’esigenza
di ricorrere al trasbordo a mezzo barche rende
precarie le operazioni di carico e scarico con
condizioni meteo-marine anche solo perturbate. Oltre
alle difficoltà ad imbarcare anziani non
autosufficienti e malati, più volte si è verificato
che le operazioni si siano interrotte improvvisamente
creando disagi notevoli fra i passeggeri (componenti
di una stessa famiglia parte rimasti a bordo e parte a
terra, viaggiatori rimasti senza bagagli, ecc.). E
questo quando non si rimane isolati settimane e
settimane. Ma anche l’estate le cose non vanno
meglio perché il trasbordo a mezzo barche di
viaggiatori, che divengono numerosi in questo periodo,
potrebbe durare anche ore cumulando disfunzioni e
ritardi non più recuperabili nei servizi;

2. il porticciolo del Pertuso, attuale sede delle
operazioni marittime tramite barche, è il meno adatto
ad accogliere uno scalo per almeno cinque motivi:
– perché la parete rocciosa sopra al Pertuso è zona
soggetta a frane malgrado le reti di contenimento e
per realizzare un suo risanamento occorrerebbero
decine e decine di miliardi (da anni si attende il
consolidamento della rocca di Cefalù, come si può
pensare che in tempi brevi possa avvenire quello del
Pertuso?);


– perché un approdo richiederebbe una strada di
accesso e questa oltre a produrre un impatto
ambientale devastante sul porticciolo ed il borgo
risulterebbe di difficile realizzazione;


– perché il dislivello notevole fra porticciolo e
abitato rappresenterebbe comunque una barriera
architettonica difficilmente superabile per anziani ed
inabili;


– perché un molo a destra o a sinistra del Pertuso si
troverebbe esposto a venti e marosi rendendo difficile
la resistenza dei manufatti;


– perché il valore paesaggistico e storico-etnografico
del Pertuso è indubbiamente superiore a quello di
Lazzaro e non si capisce il perché il secondo non
dovrebbe essere assolutamento sacrificato ed il primo
risulti invece indifferente;

3. la realizzazione dello scalo a Lazzaro presenta
anch’esso diverse controindicazioni di ordine
naturalistico e paesaggistico, meteo-marine e
funzionali ma finisce col risultare la scelta
preferibile rispetto al Pertuso.

Perché Lazzaro e non il Pertuso

Queste considerazioni sono suffragate da diversi
documenti ed attestazioni. Il primo è il parere del
Genio Civile OOMM di Palermo del 20 luglio 1987
riassunto nella nota n. 7897:” la realizzazione
di una piattaforma di attracco per navi traghetto
ubicata in mare aperto tra le scogliere naturali a
protezione dello scalo d’alaggio Pertuso di
Ginostra, non appare sicura e funzionale in quanto le
navi di grande stazza, durante le manovre di attracco,
potrebbero scarrocciare sugli scogli limitrofi o
arenarsi sui bassi fondali della secca
adiacente”.


Questo giudizio sintetico trovava conferma in una
relazione più articolata e circostanziata del Maggiore
Generale ( già del Servizio Meteorologico
dell’A.M.) Aldo Cicala del dicembre 1991 che
l’allora Sindaco di Lipari inviava al Ministero
dell’Ambiente con nota del 17 dicembre 1991
prot. n. 32459. Scriveva Cicala. “la
realizzazione di un molo accanto al
“Pertuso”, sia esso costruito sugli scogli
affioranti lì vicino o realizzato a guisa di molo
foraneo davanti al “Pertuso” significa
buttare letteralmente a mare miliardi che escono dalle
tasche dei cittadini onesti…L’unica
località che possa garantire una certa percentuale di
agibilità è quella di Lazzaro e le ragioni sono presto
spiegate: a Lazzaro le grandi onde di Ponente o di
Ponente e Maestro o di Maestrale non arrivano
frontalmente al litorale, ma con un certo angolo di
tangenza e quindi con una notevole perdita di potenza.


A parte ciò la presenza degli scogli affioranti a
ponente di Lazzaro contribuisce validamente a rompere
le traiettorie del profilo ondoso cosicchè le onde
perdono parte dell’energia posseduta al largo.
Certamente uno scalo al largo non risolverà al 100% il
problema dell’approdo. Si può calcolare che
diminuiscano, dall’autunno alla primavera,
all’incirca del 30% i casi di non agibilità di
approdo passeggeri e merci, disponendo di un molo, non
necesariamente di dimensioni faraoniche”.


La Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali
di Messina con una nota del 19 novembre 1991 prot. n.
4403 ribadiva il parere favorevole a condizione,
espresso sul progetto d’approdo in località
Lazzaro e sottolineava che “Punta Lazzaro è
luogo di grande suggestione paesistica e naturalistica
e l’approdo è certamente e inevitabilmente
modificativo dell’ambiente in ragione della sua
determinazione antropica” ma Porto Pertuso è
“ non solo il porto più piccolo del mondo…
e ciò costituisce valore storico-territoriale ed
etnografico…., ma ha anche valenze paesistiche e
naturalisiche, connesse al particolarisimo ed
eccezionale equilibrio fra morfologia naturale ed
insediamento antropico, non riscontrabili a Punta
Lazzaro. Gli approdi ad oggi ipotizzabili per Porto
Pertuso – continua la nota della Soprintentenza
– sono distruttivi di tale equilibrio
comportando, tanto la proposta della SIREMAR del 1987
quanto le più recenti di cui si ha conoscenza, un
molo proteso verso il mare aperto che poggerebbe
comunque sulla scogliera che contorna il Pertuso e che
è di valore paesistico e naturalistico certo non
inferiore a Secche di Lazzaro, che sono scogliere
affioranti in ragione delle maree e non direttamente
interessate dal molo”.


La stessa Siremar, autrice del progetto a Pertuso,
scriveva il 5 gennaio 1992 una nota registrata al
Comune di Lipari l’8 gennaio successivo al prot.
n. 331, che “la scelta fra le due ubicazioni
risulta in pratica irrilevante di fronte
all’urgenza della realizzazione dell’opera
che indubbiamente vede lo scalo di Lazzaro più vicino
alla realizzazione”.


Ma decisiva nella scelta per Lazzaro nel Consiglio
Comunale del 18.5.92 fu la nota del Ministero
dell’ambiente trasmessa via fax il 5 febbraio
1992 in cui venivano riportate le conclusioni
raggiunte nella riunione del 28 gennaio precedente al
Ministero. La riunione faceva seguito alla sentenza
del TAR del 13 dicembre 1991 che non aveva accolto la
richiesta di sospensiva avanzata dalla Regione
Sicilia, ed individuava una ipotesi di soluzione
condivisa sostanzialmente sia dal Ministero che dalla
Regione Siciliana, “pur riservandosi entrambe di
effettuare gli opportuni approfondimenti”.
Elemento centrale di questa ipotesi era il seguente:
“Il Ministero dell’Ambiente ritiene che la
soluzione proposta a Punta Lazzaro consentirebbe di
controllare più adeguatamente tali effetti (cioè
quelli indotti dalle opere a terra) attraverso una
specifica progettazione di tutto il complesso di opere
e l’attivazione di idonee misure di
salvaguardia, da assumersi con atti cogenti. Tale
ipotesi progettuale potrebbe essere quindi sottoposta,
nel suo insieme, alla procedura di valutazione di
impatto ambientale a termine di legge”.

La delibera unitaria del Consiglio Comunale

La delibera del Consiglio Comunale del 18.5.92
riprende puntualmente queste richieste, le fa proprie
( la gran parte di esse sono già operanti da anni) ed
anzi ve ne aggiunge altre per garantire integralmente
la salvaguarda di questa preziosa frazione.


Ecco
l’elenco delle 13 proposizioni approvate
all’unanimità con un astenuto:


1. di approvare il protocollo di intesa raggiunto
nella riunione del 28.1.92;


2. di impegnare il Sindaco ad emanare una ordinanza di
divieto di accesso di mezzi di trasporto a combustione
interna a Ginostra;


3. di richiedere contestualmente un analogo D.M. da
parte del Ministero dei LL.PP.;


4. di chiedere all’Assessorato Territorio ed
Ambiente ed alla Sovrintendenza della Regione Sicilia
l’emissione di un decreto di inedificabilità ai
sensi dell’art. 5 della L.R. n. 15/91 e di
vincolo al solo uso di mezzi elettrici nella eventuale
pista di collegamento tra l’approdo e Ginostra
confermando fin da oggi accettazione al riguardo;


5. di stabilire che nelle more dell’intervento
dell’assessorato competente e della
Sovrintendenza l’indice di edificabilità di
Ginostra è ridotto a zero assimilando il territorio a
zona F1 (vincolo assoluto di interesse generale e
paesaggistico);


6. di sollecitare la Regione siciliana ad avviare la
procedura per l’inserimento di Ginostra e
Lazzaro nella riserva naturale orientata;


7. di sollecitare la Regione Siciliana ad operare
l’approfondimento delle soluzioni progettuali
dell’approdo a Punta Lazzaro e della logistica
di collegamento a terra, da parte di un gruppo
ristretto di tecnici del Ministero dell’Ambiente
e della Regione;


8. di chiedere alla Regione Siciliana la
predisposizione dello Studio di impatto ambientale
sull’approdo e sua presentazione formale al
Ministero dell’Ambiente e pubblicazione sui
quotidiani a termini di legge;


9. di sollecitare la Commissione VIA a rendere al
Ministero dell’Ambiente il relativo studio di
valutazione di impatto ambientale e relative
prescrizioni;


10. di dislocare, nelle more della realizzazione
dell’approdo, in accordo con l’Ufficio
Circondariale Marittimo e con il RINA una o più
imbarcazioni per i rollisti dotate di motore
entrobordo e con maggiore capienza per ridurre i tempi
di traghettamento;


11. di garantire che la strada di collegamento tra il
cimitero e il realizzando approdo di Lazzaro deve
avere una larghezza massima di mt.1.50 ed essere
lastricata di pietrame locale e avere i contenimenti a
valle e a monte non superiori a mt.1.00;


12. di impegnare il Sindaco a risolvere l’annoso
problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani;


13. di impegnare il Sindaco a dar corso alle procedure
per la realizzazione di opere necessarie e utili quali
il poliambulatorio e una scuola adeguati al bisogno di
salute e di istruzione dei ginostresi.
Tutte le norme di salvaguardia sono state richieste e
realizzate, ciò che non si è verificato e la
sottoposizione del progetto al VIA. Si è preferita la
strada del contenzioso ed oggi siamo ancora senza
pontile.

Il progetto presentato finalmente al VIA

Dopo le elezioni del 1994, grazie alle ripetute
istanze della nuova amministrazione, si verificano tre
conferenze di servizio sulla portualità: una a Palermo
presso la Presidenza della Regione il 5 ottobre 1994 e
due nella primavera del 1995: la prima a Lipari
l’8 aprile con la partecipazione del Presidente
della Regione on. Martino e del Sottosegretario alla
Protezione Civile Prof Barberi, ed una a Palermo
qualche settimana più tardi con le stesse presenze
significative. Sono conferenze che producono i lavori
del nuovo pontile di Vulcano ed il dragaggio dei
fondali di Lipari, Stromboli e Panarea ma per Ginostra
non si riesce a compiere nessun passo avanti.
Il 20 dicembre del 1995 il Sindaco di Lipari denuncia
a tutte le autorità indirizzate la drammatica
situazione di stallo riguardante la portualità eoliana
e la risposta che giunge nella primavera del 1996 da
parte del Genio Civile OOMM riconosce una desolante
situazione di impasse dovuta alla complessità delle
procedure.
Trascorre un anno di grande incertezza.


L’Amministrazione comunale – vedendo che
nulla si muove a livello regionale – entra nella
determinazione di assumere direttamente
l’iniziativa per il finanziamento del pontile di
Ginostra. Ma con queli fondi? L’occasione giunge
il 24 giugno 1997 nel corso di un incontro presso
l’Assessorato Regionale al Turismo con i Sindaci
delle isole minori siciliane dove si discute sulla
possibilità di finanziare con i fondi POP 1994-98
relativi alla portualità turistica i diversi progetti
– praticamente esecutivi – che si
trascinano da anni. Ed è in quella sede che il Sindaco
ripropone con forza il discorso di Lazzaro. Con nota
del 26 giugno prot. n. 19770 il Sindaco scrive al
Presidente della Regione Siciliana,
all’Assessore LLPP ed a quello al Turismo per
sapere se risponde a verità che l’Assessorato
LLPP non intende farsene più carico e quindi chiede
che si operi con i fondi POP turismo dopo avere
sottoposto il progetto al VIA. Non ricevendo nessun
riscontro, il 25 settembre 1997, nel corso di una
conferenza di servizio presso l’Assessorato LLPP
sulla portualità eoliana, voluta dal Prefetto di
Messina, dopo aver ottenuto conferma che i fondi
impegnati nel 1987 non esistono più, si chiede
formalmente all’Assessorato di voler trasferire
il progetto al Comune di Lipari affinché possa farsene
direttamente promotore.


Ottenuto l’assenso di
massima la richiesta viene formalizzata con nota n.
36046 del 25 settembre. La risposta positiva giunge il
29 ottobre e subito il prof. Mallandrino si mette
all’opera per aggiornare il progetto e preparare
la Valutazione di impatto ambientale.


Il 15 maggio il Ministero dell’Ambiente informa
che la documentazione spedita non è sufficiente e
chiede la sua integrazione. La procedura –
compreso la pubblicazione dell’avviso sui
giornali – viene completata il entro giugno ed
il 6 luglio il Sindaco chiede agli enti interessati di
comunicare se “ la procedura poteva considerarsi
perfezionata”. Nessuna risposta è finora giunta
al Comune di Lipari ma l’on. Calzolaio,
sottosegretario all’Ambiente, ha avuto modo di
dire il 30 luglio in un incredibile –
incredibile perché ha preannunciato praticamente il
giudizio negativo per la VIA – intervento di risposta
ad una interrogazione dell’on. Turroni, che la
documentazione non sarebbe stata ancora completa.


Il Comune di Lipari ha trasmesso al Ministrero
dell’Ambiente, al Ministero dei BBCC ed
all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente
sia il progetto del pontile che quello della stradella
che lo collega a Lazzaro – perché questo era
previsto nel verbale della riunione del 28 gennaio
1992 tenutasi al Ministero dell’Ambiente ma non
chiede la valutazione di impatto ambientale sia perché
si tratta di opera di manutenzione anche se
straordinaria, sia perché la sua realizzazione non è
prevista in tempi brevi in quanto il finanziamento
promesso riguarda solo il pontile. Giovedì 23 luglio,
nel corso di un incontro con gli ingg. Sansoni e
Severino dell’Assessorato Territorio e Ambiente
a conclusione della conferenza di servizio promossa
dal Prefetto sulla centralina fotovoltaica di Ginostra
il Sindaco viene a sapere che gli uffici ritengono
necessaria la relazione di VIA anche per la stradella.


E’ informato subito il prof. Mallandrino che
promette di inviare l’integrazione nel giro di
pochi giorni.


Il progetto attuale della stradella si basa su una
perizia redatta dal Geom. Vincenzo Messina, tecnico
del Comune di Lipari, redatta in data 23/2/92 ed
aggiornata il 2.9.93. E’ una stradella in pietra
che non supera i due metri di larghezza e segue
– per gran parte – il percorso della
mulattiera esistente discostandosene in tre piccoli
tratti: uno iniziale di allaccio al porto, una finale
ed uno centrale necessario per ovviare a smottamenti
avvenuti nel frattempo.
Particolarmente su questa stradella si sono appuntate
le preoccupazioni di quanti temono una modificazione
rilevante del territorio comunale. Così proprio, per
svelenire gli animi e portare ad una considerazione
più serena della irrinunciabilità del pontile e della
mancanza di alternative a Lazzaro, martedì 28 luglio,
con nota n. 24736 anticipata via Fax e spedita con
raccomandata RR, il Sindaco di Lipari ha formalmente
ritirato il progetto con una nota indirizzata al
Ministero dell’Ambiente, al Ministero dei BBCC
ed all’Assessorato Territorio e Ambiente della
Regione Siciliana, affermando che verrà solo
manutenzionata la mulattiera in corso rendendola
praticabile dai pedoni, dagli asini e dai muli.
Ora il futuro di Ginostra è nelle mani dela
Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente.


Toccherà a questa stabilire se la comunità possa
continuare a vivere o debba cedere il posto ad un
villaggio estivo troncando così una storia millenaria.
Alternative non sembrano proprio che possano esistere.


Pertuso è improponibile e l’idea di un pontile
mobile a Lazzaro non è proprio credibile vista la
forza del mare da queste parti.

3. Scheda tecnica Approdo Ginostra

Premesso


1. Il progetto inerente la costruzione di una approdo
per Ginostra risale all’8/8/1988 è stato redatto
per conto dall’Ass.to Reg.le Lavori Pubblici e
prevedeva lo sbarco in località “Lazzaro”.


2. In alternativa l’Amministrazione Comunale di
Lipari ha richiesto alla Soprintendenza BB.CC.AA. un
parere sulla possibilità di realizzare l’approdo
a “Pertuso” e la Soprintendenza con
lettera n.4403 del 19/11/1991 risponde negativamente
sull’individuazione a punta Pertuso di un
approdo e ribadisce che anche il Genio Civile OO.MM.
con provvedimento 20/7/87 sez. V n.7897 ha dato parere
contrario.
3. Il progetto è stato ceduto dall’Ass.to LL.PP.
al Comune di Lipari in data 29-10-1997 e
successivamente, in data 03/03/1998 aggiornato e
munito di Valutazione di Impatto Ambientale da parte
del progettista Prof. ing. Giuseppe Mallandrino.


4. L’Amministrazione Comunale di Lipari ha
quindi inoltrato richiesta di Compatibilità ambientale
sul progetto al Ministero dell’Ambiente ed in
data 2-3 ottobre 1998 il gruppo istruttore della
Commissione V.I.A. ha effettuato sopralluoghi ed
incontri a Lipari.


5. L’Amministrazione di Lipari nel corso del
sopralluogo della Commissione V.I.A. del Ministero
dell’Ambiente ha predisposto e consegnato un
progetto di Attivazione con parziale modifica
del tracciato della strada comunale denominata fossa
di Lazzaro in località Ginostra”. Il progetto
consisteva nell’aggiornamento ed adeguamento
alle richieste della Soprintendenza di Messina (nota
prot. 3151 del 12/7/93 sez. II) di un precedente
progetto già predisposto dall’Amministrazione
Comunale, nel contempo il progetto è stato munito di
una valutazione sull’utilità dell’opera e
sul suo inserimento ambientale.


6. La Commissione V.I.A. ha esaminato i progetti, i
relativi pareri di approvazione ed ascoltato tutte le
note polemiche inerenti la realizzazione dello scalo e
della pista Lazzaro – Ginostra ed esaminato i
documento presentati dalle Associazioni
Ambientalistiche. Al riguardo per maggiori chiarimenti
si è effettuata una riunione a Roma in data 4/11/1998
fra il Sindaco i suoi esperti e la Commissione V.I.A.
per cercare di velocizzare modalità e tempi di esame
del progetto e redazione delle integrazioni richieste.


7. In data 19-11-98 è pervenuta la lettera
n.12368/via/A.O.13.H del 12/11/98 della Commissione
V.I.A. in cui vengono numerati bel 16 punti di
richiesta chiarimenti ognuno dei quali necessita di
rilievi, indagini, studi, calcoli, relazioni e
progettazioni. La Commissione V.I.A. tra l’altro
specificamente un esame delle opere di accosto e
quelle a terra connesse per assicurare la funzionalità
dell’approdo.


8. Le valutazioni e richieste della Commissione V.I.A.
pur condivisibili, comportano per il Comune di Lipari
una rielaborazione dei precedenti progetti e uno
studio di soluzioni alternative che si configura come
una vera e propria riprogettazione dello scalo, delle
possibilità alternative e della pista Lazzaro Ginostra
con elaborazioni progettuali molto complesse e
costose.


9. Successivamente in data 2/3/99 la Commissione
V.I.A., visto che non erano state prodotte
integrazioni ai progetti, ha richiesto di conoscere se
il Comune fosse ancora interessato a realizzare le
opere e l’Amministrazione Comunale ha risposto
ribadendo l’interesse a realizzare le opere e
che si sarebbe al più presto cercato di completare la
documentazione richiesta.

Ciò premesso:


1. Per effettuare la V.I.A. necessitano studi,
indagini ed analisi onerose da dover necessariamente
affidare a singoli specialisti.


2. Quasi certamente bisognerà riprogettare sia la
strada che l’approdo per renderli compatili ai
dati reali che saranno riscontrati con le indagini da
svolgere. La progettazione dovrebbe auspicabilmente
avvenire con un tavolo di concertazione a cui
partecipino anche le associazioni ambientalistiche e
la commissione V.I.A.


3. Bisogna studiare e razionalizzare una quantità di
dati, approvazioni, lettere, studi ecc. esistenti che
si possono definire a dir poco “monumentali”.


4. Per effettuare tutto quanto sopra lavorando in
gruppi ed alacremente occorrono almeno sei mesi da
quando si inizia e bisogna tenere conto che le
indagini a mare non possono effettuarsi in tutti i
periodi dell’anno.


5. Il Comune non ha ancora potuto affidare la
redazione degli atti di cui sopra.


6. Il Comune di Lipari non avendo sufficienti fondi da
destinare alla redazione di progetti e V.I.A. ha
espletato un concorso di idee al quale ha partecipato
una società “Tecnoinsula” che ha offerto
di risolvere il problema sia tecnico che finanziario
in modo ritenuto soddisfacente
dall’Amministrazione Comunale. Purtroppo non si
è potuto stipulare il contratto in quanto il Consiglio
Comunale è bloccato da opposizioni interne ed esterne
che si sono concretizzate in numerose lettere e pareri
legali che contestano l’iniziativa del comune
sia sotto il profilo politico che della correttezza
amministrativa.

4 . Pista di collegamento “Lazzaro
Ginostra” . Scheda Tecnica

Premesso:
1. Le località di Lazzaro e Ginostra sono collegate da
un antico sentiero pedonale della lunghezza di circa
un Kilometro.


2. Il sentiero in atto versa in cattivo stato di
conservazione e necessita opere di ristrutturazione ed
adeguamento.


3. Il Comune di Lipari ha sempre provveduto ad
effettuare le opere di manutenzione ordinaria e
pulizia estiva del sentiero ed ha nel tempo
predisposto dei progetti di trasformazione ed
adeguamento che non hanno mai avuto seguito in quanto
legati all’approvazione dell’approdo di
Ginostra.


4. Un primo progetto di massima è stato presentato nel
1990 e pur prevedendo necessarie modifiche di
tracciato è stato assistito dal parere della
Sovrintendenza BB.CC.AA. n. 1276 del 20/8/1990.


5. Successivamente il Comune di Lipari, a seguito dei
dibattiti e delle polemiche inerenti l’approdo
di Ginostra, ha redatto un secondo progetto di
Attivazione strada comunale con parziale
modifica del tracciato , di collegamento
dell’abitato di Ginostra a Punta Lazzaro
che è stato approvato con prescrizioni dalla
Sovrintendenza BB.CC.AA. di Messina con provvedimento
952cc sez. 2 del 12/7/1993. In tale parere la
Sovrintendenza fa comunque presente che il progetto
deve essere esaminato dalla Commissione V.I.A. del
Ministero dell’Ambiente contestualmente
all’approdo per Ginostra e quindi richiede una
valutazione ambientale comparativa anche con il
tracciato del primo progetto redatto nel 1990
dall’Amministrazione Comunale.


6. A seguito dell’approvazione della
Soprintendenza il Comune di Lipari ha provveduto ad
aggiornare ed adeguare il progetto e lo ha consegnato
alla Commissione Nazionale V.I.A. del Ministero
dell’Ambiente nel corso del sopralluogo del
2/10/1998. Va precisato che nell’aggiornare il
progetto si è provveduto a limitarlo nella larghezza
della sezione e nelle pendenze onde consentirne
l’uso esclusivamente a piccoli veicoli elettrici
e pedoni.


7. La Commissione V.I.A. esaminando il progetto nel
corso del sopralluogo del 2/10/1998, relativo
all’approdo di Ginostra, non lo ha ritenuto
sufficiente ed ha richiesto con lettera del
12/NOV/1999 n.12368 integrazioni progettuali che
l’Amministrazione Comunale non è ancora riuscita
a predisporre a causa dei costi di progettazione in
quanto l’opera va predisposta unitariamente con
il progetto dell’Approdo.


8. Va tenuto in debito conto che l’area è ora
soggetta a Piano Territoriale Paesistico e tutti gli
interventi devono rientrare nell’ambito dei
vincoli previsti nel piano stesso.

Ciò premesso:


1. In atto il sentiero pedonale è percorribile ma
rappresenta un vero e proprio percorso di Trekking. Il
sentiero si snoda a mezzacosta su una falesia
vulcanica con altezza media di 40-50 metri sul mare.
E’ caratterizzato da forte erosione lato mare
tanto che già nel tempo in alcuni tratti il sentiero è
stato spostato verso monte, attualmente la pista si
trova in discrete condizioni di sicurezza e solo in
brevi tratti è lambita da movimenti franosi, lo
spostamento verso monte dei punti sensibili a rischio
di frana permetterebbe una più sicura fruibilità del
percorso.


2. Come è emerso in sede di sopralluogo della
Commissione V.I.A. le pendenze del sentiero, le sue
dimensioni e l’orografia del sito non
consentono una sua trasformazione in pista
percorribile da transito veicolare a meno di
significative incisioni sul territorio, come la stessa
Soprintendenza BB.CC.AA. ha indicato nei suoi pareri
la realizzazione di un tracciato viabile, seppur per
veicoli elettrici, è bene che abbia un tracciato in
più punti alternativo.

Conclusioni


L’attuale sentiero Lazzaro Ginostra
necessita opere di manutenzione straordinaria
consistenti in opere di sottomurazione in pietra lato
valle, realizzazione di muretti di protezione, lievi
variazioni di tracciato, pavimentazione in pietrame.
Il sentiero non si presta ad essere
trasformato da pedonale in pista carrabile a meno di
significativi interventi che hanno impatto
paesaggisticamente rilevante.
Per realizzare una pista carrabile, sia pure
solo per piccoli veicoli elettrici, necessiterebbe
quindi in uno ai lavori di ristrutturazione
dell’attuale sentiero prevedere un percorso
carrabile spostandosi più a monte come peraltro già
consigliato in precedenti missive della
Soprintendenza.
Va tenuto conto che il progetto necessita
oltre che dell’approvazione della Commissione
Nazionale V.I.A. anche di quello della Sovrintendenza
per il quale necessita tenere conto del Piano
Territoriale Paesistico ora vigente.