2 novembre: una grande ricorrenza popolare siciliana

Come ogni anno, in corrispondenza del 2 novembre (che la Chiesa Cattolica consacra alla commemorazione dei defunti), L’Altra Sicilia, ricorda che tale ricorrenza non è, nella tradizione popolare siciliana, soltanto una ricorrenza liturgica, ma un vero e proprio momento di grande aggregazione della società ed uno dei più caratteristici fenomeni sociali in cui risaltano l’identità e la cultura siciliana.

Già il Pindemonte ricordava come i Siciliani non associassero il ricordo dei nostri morti soltanto al dolore per i “cari estinti” o al loro ricordo, ma anche al sentirli in qualche modo vivi in mezzo a noi, al punto che testimonia di famiglie intere che (ovviamente si era nel XVIII secolo) addirittura nella ricorrenza andavano a festeggiare pranzando a pochi passi dai sepolcri.

Chi non conosce bene l’anima siciliana trova strano tutto ciò, forse macabro. In realtà si tratta di coraggio, di schiettezza di fronte al fluire della vita, di profondi valori di attaccamento alle proprie radici ed alla propria famiglia. Per questa stessa ragione la mattina del 2 novembre milioni di bambini siciliani ricevono ancora il giocattolo (nonostante Babbo Natale e la Befana, nonostante Halloween) che “misteriosamente” qualche nonno gli ha fatto trovare, ovvero, più prosaicamente lo pretendono dai genitori come si fa nelle altre ricorrenze comandate.

Per la stessa ragione le famiglie siciliane consumano alcuni dolci tipici (la “Pupa”, la “martorana”, a Catania la “Mustadda”) che sottolineano l’importanza della festa. Molti nonni (vivi questi, ovviamente) fanno il cesto ai nipoti con dolciumi vari…

Ebbene tutto questo “è identità siciliana”, e tutto questo è minacciato da una globalizzazione che sradica le coscienze e ci rende stranieri nella nostra stessa Patria.

L’Altra Sicilia invita le Istituzioni e le Imprese siciliane a valorizzare questa tradizione e ad adattarla ai tempi secondo le necessità e i gusti di oggi (perché non organizzare, ad esempio, una vera e propria “settimana dei morti”, in fondo il “gusto del macabro scherzoso” non è diverso dallo spirito di Halloween che ci è estraneo e che sarebbe così metabolizzato nella più siciliana delle ricorrenze). Si lancia la proposta per il futuro, ma già sarebbe bene pensarci sin d’ora.

Le nostre TV (quelle poche che hanno lasciato esistere) e i nostri giornali potrebbero contribuire a sottolineare l’evento che diventerebbe la più grande festa ludica siciliana (con tanto di indotto, ma la nostra proposta non ha solo finalità economiche).

Per sottolineare l’evento ovviamente dovrebbero essere le Istituzioni a fare la maggior parte e, ancora, il 2 novembre dovrebbe essere festivo, anche solo in Sicilia, anzi proprio in Sicilia, perché in Sicilia e non altrove “i morti sono i morti”! Si può dire che l’introduzione di “feste regionali” potrebbe ridurre la produttività…

Ma non crediamo che due festività siciliane (il 2 novembre per le ragioni dette e il 15 maggio come festa dell’Autonomia) possano rovinare la nostra economia: intanto perché si potrebbero dedurre (anche solo una delle due) dalle cosiddette festività soppresse (5 giorni l’anno in cui comunque non lavora quasi nessuno) e poi perché il problema dell’economia siciliana è quello di aumentare la produttività del lavoro e la base produttiva, non quello di aumentare (o di non diminuire di “un giorno”) le giornate o l’orario di lavoro dei pochi che per fortuna un lavoro ce l’hanno.

Del resto le altre feste nazionali le rispettiamo ma ci sono quasi tutte un po’ aliene: fatto salvo il 2 giugno (che comunque la Repubblica non ha festeggiato per due decenni abbondanti), ricordiamo infatti che il 25 aprile è la festa della liberazione dal nazifascismo (importantissimo, certo, nessuno lo tocchi, ma da noi i nazisti non arrivarono ad occuparci, il fascismo fu cacciato dagli alleati, il CLN fu un comitato di funzionari di partito e l’unica “resistenza” fu quella antiitaliana dei separatisti e dei renitenti alla leva) e il 4 novembre la festa delle forze armate (cioè la festa della vittoria della I guerra mondiale, evento lontanissimo dagli interessi e dalla memoria storica della Sicilia che in quella guerra fu la più lontana delle retroguardie).

Perché non riappropriarci allora della Nostra Identità e non chiedere ad alta voce il 2 Novembre come grande ricorrenza popolare siciliana?

L’Altra Sicilia

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Articolo pubblicato originariamente il 25.10.2006 (link)

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