Il primo referendum regionale il prossimo 15 maggio

L’Altra Sicilia, associazione di diritto internazionale a tutela della Sicilia e dei Siciliani “al di qua ed al di là del Faro”, prende atto che, con un piccolo “colpo
di mano”, il Governo Siciliano ha anticipato di una settimana il referendum accorpandolo con le amministrative.

Sebbene già avevamo criticato la scelta del 22, non ci sembra che quella del 15 sia
perciò più felice. Il 15 maggio, dobbiamo ricordarlo, è per noi una sorta di “festa nazionale”, e
nessuna tornata elettorale o referendaria dovrebbe essere fatta coincidere con una
ricorrenza che dovrebbe essere dedicata unicamente alla celebrazione dell’Autonomia
Siciliana.

In particolare – lo ricordiamo – il 13, 14 e 15 maggio si terrà per la prima volta a
Mazara del Vallo la “Festa dell’Autonomia”, da noi fermamente voluta, e proprio il
15 maggio già molti sindaci ed esponenti del mondo politico siciliano hanno dato la
loro adesione ad un’iniziativa che abbiamo chiamato gli “Stati Generali
dell’Autonomia”, fatto inedito per il fare il punto della nostra peculiare
situazione politica ed istituzionale che non ha avuto precedenti nella storia di
questi tormentati 59 anni di Autonomia Speciale (o, meglio, Eccezionale) purtroppo
tale solo sulla carta.

Ad aggravare la scelta improvvida del 15 per le amministrative (in cui ricade niente
meno che l’elezione del sindaco di una città importantissima quale Catania) si
fissano ora anche le consultazioni dei referendum.

Quasi un boicottaggio per chi volesse celebrare l’Autonomia e l’Identità del Popolo
Siciliano.

Quasi fosse un reato consegnare ai cittadini quest’Autonomia anziché lasciarla alle
alchimie della politica ufficiale.

Ebbene! Senza entrare nel merito sul quale ci siamo espressi (una legge elettorale
truffa per impedire il rinnovamento), accettiamo la sfida ed invitiamo tutti i
cittadini siciliani intanto a non andare a votare!

Così si farà chiarezza anche con l’imbarazzante compagnia che deriverebbe (di cui al
nostro precedente comunicato) con i “partitini fai da te” che in questo momento
lottano per non scomparire.

La questione di una legge elettorale realmente rappresentativa della volontà dei
Siciliani la potremo rappresentare comunque in altra sede (ad esempio con una legge
di iniziativa popolare) e, come già abbiamo detto, tutto ciò non servirà comunque ad
arrestare l’inevitabile ricambio politico di cui ha bisogno la nostra Terra.

In altre parole, se sorgessero forze veramente nuove, capaci di interpretare la
voglia di voltare pagina, non sarà uno sbarramento del 5 o del 10 per cento ad
arrestarle, ma esso potrà servire semmai soltanto a ritardarle.

Il 15 maggio, perciò, andiamo tutti a Mazara e dimostriamo in questo modo il nostro
attaccamento alle nostre istituzioni ed a quel nostro malcelato e malridotto ma pur
sempre vivo “stato regionale” che è la Regione Siciliana, affinché esso non sia
terreno di scempio e di sprechi ma “cosa pubblica” nel senso più pieno e più nobile
del termine.

Ufficio Stampa

L’Altra Sicilia