IL MESSINA CORRE E VINCE LA SICILIA

Bruxelles, 04 Ottobre 2004

Con quella cornice di colori e canti sugli spalti, con la serenità e la felicità con cui tiene il campo, con l’autorevolezza con cui alla fine detta il risultato, la squadra del Messina non poteva non essere al comando della classifica di serie A, davanti a squadre blasonate di titoli e di mezzi finanziari infiniti.


Una città, ora tutti concordano, che corre insieme ai suoi calciatori verso il riscatto civile e cerca di farsi giustizia per i torti subiti, i figli partiti, la piazza annullata, le opportunità perdute.

Lo stretto di mare e di sole si fa spazio nei giornali, nelle agenzie stampa e lo fa sgomitando perchè nessuno vuole lasciare il posto conquistato.

Il Messina corre e vince la Sicilia.

Lo fa a discapito del Milan dalle quattro squadre, de l’Inter dei supercampioni, della Roma, e di tutte quelle altre squadre lasciate dietro nella classifica provvisoria della felicità.

E’ bello vedere la faccia pulita di Bortolo Mutti sorridere alla televisione e riscoprire la sua sorpresa per risultati inimmaginati ma pur reali, di fronte a professionisti di un mondo che ormai è costretto ad accettare il Messina e le sue vittorie.

Poi cercano in tutti i modi di tenerci sotto, con giornali che parlano di tutti eccetto del Messina, con arbitri poco disponibili, attentissimi a fischiarci contro anche le intenzioni, con il commissario tecnico della nazionale che riesce a convocare giocatori soltanto in un ruolo piuttosto che chiamare Alessandro Parisi e con lui tutta l’Isola .

Ma aspettiamo e speriamo.

Tra poco andremo tutti a Torino, la città della Fiat e della Juventus, la città dei terroni, nell’immaginario collettivo, la città dei piemontesi, dell’avvocato e della signora e dove sappiamo che saremo in tanti a gridare la nostra rabbia e il nostro orgoglio di poter ribattere pallone su pallone ai giochi dei primi della classe.

E sarà il modo di vendicare i tanti che sono venuti dal Sud e dalla Sicilia nel Nord lontano e che hanno riscattato con sacrificio e lavoro i soprusi patiti, l’Isola abbandonata nella memoria e nella mente.

Eugenio PRETA