All’antisiciliano La Loggia & Co., non piacciono i partiti autonomisti…

Il sig. Enrico La Loggia, ministro per gli affari regionali, figlio d’arte e gallonato lacché di Silvio Berlusconi, paventa la formazione di partiti siciliani autonomisti perché l’autonomia siciliana sarebbe gestita meglio dall’interno dei partiti nazionali, come ha fatto Forza Italia, come ha fatto prima la DC di suo padre, partiti che hanno garantito il buongoverno alla Nostra Terra e non, Dio non voglia, per ripercorrere le “nefaste” esperienze milazziste degli anni ’50 o l’autonomismo radicale del Dopoguerra che chissà a quali sventure avrebbe condotto.


Giù le mani da Milazzo, servitore di potenti! Non è degno di pronunciarne neanche il nome!

Suo padre, altro affossatore benemerito della Sicilia, rappresentante in Sicilia degli interessi della Confindustria, contro l’eroica Sicindustria di Mimì La Cavera, contribuì da maestro a far naufragare quell’unica esperienza che ebbe l’unico torto di tentare di far funzionare veramente l’autonomia e di liberare la Nostra Terra dal giogo democristiano, mafioso e nordista in cui quelli come lei e come
suo padre l’hanno finora tenuta!

Perché l’autonomia speciale delle altre quattro regioni se è amministrata da partiti regionali (la SVP, l’UV, il PSDAZ) è “politicamente corretta” (quella valdostana è stata persino elogiata
dall’attuale presidente Ciampi, così fieramente nazionalista), mentre quella siciliana è, automaticamente, classificata come separatista, deviata, reazionaria?

I deviati, gli anticostituzionali, i reazionari siete voi; voi che l’Autonomia la odiate come odiate il Popolo Siciliano che avete trasformato in questi 60 anni in un Popolo di servi e mendicanti, senza memoria e senza speranza.

Dice che “sappiamo dove condusse il Sicilianismo del Dopoguerra”… E dove? Se non alla vittoria nella conquista dell’autogoverno per cui i Siciliani lottavano dai tempi di Euno se non addirittura di Ducezio?

E invece dove ci hanno condotto quelli come lei? Dove ci ha condotto Forza Italia? Ha paura che i Siciliani si sveglino e mandino rappresentanti a Roma che non svendano più la Sicilia? Ah, fosse vero!

L’unica cosa da sottoscrivere è che forse questi Sicilianisti dell’ultima ora sono solo degli improvvisati che hanno “fiutato il vento” e nulla sanno di come difendere gli interessi dell’Isola (basti dire che gli sta bene il “ponte” e l’affossamento dello Statuto propagandato un giorno sì ed un giorno no dal cerimoniere Lo Porto).

Ma se sorgesse un Autonomismo vero, non quello di cartone di Micciché, Cuffaro, Lombardo ed altri apprendisti stregoni della politica siciliana, per la Sicilia comincerebbe davvero una nuova era. E noi
avvertiamo che sta nascendo anche grazie all’impegno che la nostra associazione “L’Altra Sicilia” prodiga da anni.

Che lega e lega! Noi non siamo xenofobi, non odiamo nessuno, non ci vogliamo separare da nessuno! Vogliamo rivendicare “soltanto” i diritti, la dignità e la sovranità del Popolo Siciliano, sia pure nel quadro istituzionale della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea.

Non ne abbiamo diritto?

Dobbiamo continuare a delegare questo compito ai partiti nazionali?

Ma se hanno fallito da 145 anni! E come hanno fallito! La Sicilia è allo stremo ancor più della stessa Italia che già naviga in cattive acque.

Noi siamo un Popolo, abbiamo per questo un’Autonomia Speciale, e per questa ragione non possiamo farci amministrare da chi ha il cuore e la mente al Nord o a Roma! Tutto qua.

E’ singolare poi la convergenza di idee tra i “destrorsi” nazionalisti come il nostro La Loggia e i “sinistrorsi” omologhi come Travaglio, ospitato da poco sulle pagine di un grande quotidiano, il quale, senza sapere nulla di Sicilia, vomita fango sulla stagione separatista con un’ignoranza che gli fa soltanto disonore e che cela “livore” continentale contro qualunque tentativo dei Siciliani di
riappropriarsi della loro storia e della loro identità. In altre cose forse questo signore avrà avuto ragione, ma in questo caso si documenti meglio: la 51ma stella è un mito senza riscontro sostanziale
e il MIS fu forse estremo, esasperato nelle sue rivendicazioni, ma fu un movimento popolare e non un “complotto di Finocchiaro Aprile” come sbrigativamente liquida l’editorialista e fu solo grazie al MIS se qualche diritto è stato conquistato dalla Sicilia.

Perché non si alleano fra di loro questi “nazionalisti” di destra con la sinistra siciliana?
In fondo i Siciliani capirebbero che sono la stessa cosa e che è di tutti e due in blocco che ci dobbiamo sbarazzare. A proposito di quest’ultima sinistra, ci sia consentito un “consiglio” finale: siate
più siciliani, più autonomisti, più radicati nel territorio; non aspettate sempre i “venti del nord”, e qualche risultato meno deludente forse lo otterrete. Non abbiate paura dei vostri segretari
romani, il coraggio paga, il “Coraggio sia (anche) il Vostro Signore” e non ve ne pentirete.
In ogni caso i veri Siciliani si stanno organizzando e andranno avanti con chi ha l’animo di starci.

Viva la Trinacria! Viva il Vespro! Viva la Sicilia!

Bruxelles, 26/05/2005

“L’ALTRA SICILIA” – Al servizio della Sicilia e dei Siciliani


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