Vincenzo Nibali, un siciliano a Parigi

Gaudeamus igitur. Il sogno di un ragazzo siciliano che diventa realtà. Un siciliano che entra nella leggenda del ciclismo mondiale e che scrive la storia di questo sport assieme a campioni come Gino Bartali, Fausto Coppi, Anquetil, Eddy Merckx per citare i più leggendari.

Vincenzo Nibali finalmente ai Campi Elisi a Parigi in maglia gialla: “Parigi val bene una messa” disse al termine della guerre di religione cui pose fine nel 1598 con l’editto di Nantes, Enrico IV re di Francia detto il grande. Ed oggi a distanza di centinaia d’anni Vincenzo Nibali il grande, incoronato re del Tour, anche lui dopo le sue straordinarie imprese può legittimamente ripetere ” Parigi val bene una messe”.

Una messe di sacrifici, di rinunce, di privazioni cui il campione siciliano si è sottoposto sin da ragazzino per raggiungere, tappa dopo tappa, giorno dopo giorno, anno dopo anno i vertici del ciclismo e dello sport mondiale onorando così la sua terra con quei valori e con quelle doti (umiltà, generosità, comunicativa, altruismo, spirito di sacrificio, sagacia, umanità ed intelligenza) di cui questo grande campione si è dimostrato di essere portatore sano.

Con la sua semplicità, con il suo sorriso, con i suoi occhi intelligenti specchio del suo animo, con la solarità dei suoi comportamenti e con la sua profonda umanità, in corsa e fuori dalla corsa, e sopratutto nelle interviste, rilasciate in questi giorni, ha conquistato tutti. Ed oggi, dopo il soprannome di “Squalo dello Stretto”, per la facilità con cui batte i suoi avversari, per quanto fatto e dimostrato, ne merita un altro: ” Il Signore in giallo” per la signorilità e la sobrietà con la quale ha dimostrato di rapportarsi con tutti ed in ogni occasione. Campione nella vita come nello sport, interprete di quei valori sani che ne fanno a buon diritto testimonial ed ambasciatore della sua terra, la Sicilia, nel mondo.
La vera Sicilia che non è mafia, come spesso la si dipinge, ma è quella che si identifica nella faccia pulita e solare e sopratutto nei sani valori di questo giovane grande campione che onora la nostra terra nel mondo. E a noi che l’abbiamo accompagnato, seguendolo in televisione, trepidanti in tutte le tappe di questo tour non ci resta altro che ringraziarlo, commossi sino alle lacrime, per le grandi emozioni che ci ha regalato, in questi indimenticabili giorni, come ci corre l’obbligo di ringraziare un altro grande campione siciliano, il palermitano Giovanni Visconti, anche lui brillante protagonista del Tour e dopo Nibali il secondo nella particolare classifica della numerosa pattuglia italiana presente alla “grande boucle” francese.

Si può dire che al Tour, più che italiano, quest’anno si è parlato sopratutto siciliano.

Giulio Ambrosetti
Fonte: www.linksicilia.it/