Comites: Il lupo perde il pelo ma non il vizio

Comites - Comitato degli Italiani all'esteroOrmai viviamo nella perdita dei diritti. Dopo aver limitato la sfera delle scelte dei cittadini “legalizzando” persino un governo non eletto ed un parlamento sempre di nominati, -peraltro messo fuori gioco dalla stessa Consulta che ne ha dichiarato l’illegittimità (e nessuno batte ciglio)- tanti fatti ci dimostrano la pervicace insistenza della casta che cerca di limitare la sfera della cittadinanza attiva. Ma è cosa che avviene in tutta Europa: non ci fanno votare per paura che i cittadini puniscano e mandino a casa l’attuale classe politica, principale causa di tanta crisi. A perenne monito ricordiamo gli statisti celebrati tutt’oggi, gente come Quagliariello o Alfano, oppure Scalfarotto o Tabacci o il nostrano Crocetta e i nomi sarebbero infiniti.
 
Così emblematica ci pare oggi la vicenda delle rappresentanze primarie delle comunità italiane all’estero, i fantomatici COM.IT.ES (Comitato degli Italiani all’Estero) almeno questi elettivi, fino a poco tempo fa pero’, a differenza dell’inutile ed esosissimo per le finanze dei contribuenti Consiglio Generale degli italiani all’estero, CGIE,  tenuto in vita con nominati, ben retribuiti e convocati “orbeterrarum”, rappresentanti di sindacati, patronati, giornali, curia e pure di partiti che ormai hanno cessato di esistere da molto tempo.  
 
Per la cronaca e per  dovuta informazione dobbiamo dire che gli attuali COMITES, oltre ad attendere da quasi otto anni il decreto per il  loro rinnovo, anche in contraddizione alla legge istitutiva che invece ne prevedeva il rinnovo a scadenza quinquennale e rappresentare storicamente soltanto una parte delle comunità (purtroppo sempre la stessa…) scimmiottano la politica del Paese in modo improprio laddove di politica non si dovrebbe proprio parlare ma di tutela dei diritti di tutti, ne sono la prova provata. 
 
La vergogna aveva raggiunto già il parossismo quando si era bocciata la proposta di impedire agli enti gestori, egemoni da sempre, di partecipare alla rappresentanza delle comunità all’estero. Enti gestori che, tranne qualche sporadica ma a volte ben radicata novità, -come in Lussemburgo dove un piccolo movimento civico “Progetto Nuovo”, prima con tre e successivamente con quattro eletti e a Bruxelles “L’Altra Sicilia” con il 13,99 %, eleggendo due rappresentanti al Com.It.Es. locale-, avevano rotto le consolidate prepotenze  di una parte politica egemone, rappresentano la sinistra che si divide sempre  gli oneri e gli onori della rappresentanza.
Ora, tra il mancato pensionamento del CGIE, superato anche dalla sciagurata legge per il voto all’estero, e il continuamente rinviato rinnovo del COMITES, succede che il Governo si sia deciso a votare la legge per il rinnovo dei COMITES, previsto  per il dicembre 2014, ma, in linea con quanto dicevamo sopra circa il tentativo di non fare  più votare i cittadini, elabori una serie di procedure che confermano i nostri più che confermati  sospetti.
 
La nuova legge prevede pertanto l’esercizio di voto per corrispondenza  – per intenderci lo stesso  metodo utilizzato per il voto all’estero  che tante prove di grande “equità” ha già dimostrato (brogli, schede non pervenute, schede false, Di Girolamo, Scelta Civica primo partito all’estero in controtendenza… eccetera…) con la complicazione ulteriore che il plico elettorale verrà inviato (speriamo almeno per posta raccomandata…) ai soli elettori che ne facciano espressa richiesta
 
Innanzitutto si chiede quindi ai cittadini emigrati di farsi riconoscere presso i consolati o le rappresentanze consolari, almeno quelle che sono ancora in funzione dato che la scure dei tagli del Governo ha tranciato senza criterio le zone private dell’assistenza di un consolato, generalmente le più popolate di cittadini emigrati, poi si decide di espletare le procedure di voto  per corrispondenza, come se, ripetiamo, il tragico esempio dell’esercizio del  voto all’estero non abbia proprio insegnato nulla.
 
Volete che avanziamo anche le conclusioni di queste iniziative governative?
 
Bene, la prima  che la comunità emigrata resterà esclusa e si iscriveranno al voto solo gli iscritti a sindacati, patronati e partiti proprio per rispondere alla chiamata dei  comparuzzi ;
 
la  seconda che così si vanificheranno le iniziative “civiche” che non rispondono ai soliti partiti sindacati ecc…;  
 
la terza che risulteranno eletti soltanto i soliti noti, con buona pace delle comunità emigrate le cui esigenze e bisogni saranno ancora e sempre disattesi.
 
Noi ve lo abbiamo detto. Non veniteci poi a raccontare che non ne sapevate nulla.
 
Ufficio stampa  
 L’ALTRA SICILIA – Antudo