Elezioni presidenziali in Austria. La lezione dell’FPO

Uff! i democratici e i progressisti d’Europa, tutti gli iscritti al “political correct” possono tirare  finalmente un sospiro di sollievo: la destra populista e demagoga austriaca, oltre che evidentemente xenofoba, non è riuscita a sconvolgere la piatta calma delle cancellerie europee.

Hofer, il candidato dell’FPO (acronimo che sta per Partito della Libertà dell’Austria) è stato sconfitto dalla grande coalizione dei progressisti uniti tutti insieme sotto le bandiere di cristiano sociali, liberali, verdi  e socialisti per fronteggiare il pericolo identitario che si profilava all’orizzonte delle innevate montagne austriache.

Quando abbiamo sentito che i voti per corrispondenza e quelli delle case di riposo avrebbero determinato il candidato vincente – memori anche degli  scandali continuati  del nostro voto all’estero, il voto dei connazionali emigrati, voluto da una legge mal studiata e soprattutto male attuata proprio attraverso quel voto per corrispondenza che ha causato tanti imbrogli e disfunzioni ( parlo di schede scrutinate di colore differente, di plichi abbandonati a Castelnuovo di Porto, di brogli attestati da arresti in fragranza di reato ma non confermati poi dal magistrato che non può ri-controllare le schede, ma solo verificare gli attestati facenti fede  di presidenti e segretari di seggio, praticamente a imbroglio già avvenuto)- abbiamo capito che un’illusione era finita,  Norbert Hofer non sarebbe diventato Presidente.

Hofer ha perso per poco meno di 30mila voti, ma per la prima volta nella storia di questa Europa dei tecnocrati e delle banche, un candidato non “politicamente corretto”  anzi  considerato proveniente dalla becera schiera dei populisti europei è riuscito a convertire alla sua causa quasi la  metà dell’elettorato austriaco.

E una prima spiegazione di questo successo è data sicuramente dall’invasione migratoria che subisce questa Europa. L’Austria costituisce il punto di passaggio obbligato dei migranti che arrivano dalla Grecia. Il suo governo di coalizione socialista- democratico cristiano ha pagato a  caro prezzo  il suo iniziale sostegno alla politica autolesionista della Merkel, tanto che  tutti i suoi candidati presidenziali sono stati  eliminati al primo turno, incapaci di raggiungere , tutti insieme,  più del  22% dei suffragi.

Al contrario il partito dell’Austria libera è riuscito a capitalizzare la sua ferma opposizione  all’onda migrante, primo punto del suo programma elettorale.

Norbert Hofer, che è un nome storico in Austria, si è dimostrato un buon candidato. 45 anni, ingegnere aerospaziale, appassionato di sport aerei, gravemente ferito in un incidente di volo nel 2003, oggi vice presidente del parlamento austriaco è un moderato convinto. Militante dell’ FPO da oltre  20 anni è stato il principale ideatore del programma politico del partito nel 2011.

Partito innanzitutto identitario che considera l’Austria come una componente della comunità di lingua, di  popolo e di cultura tedesca, l’FPO annovera molti suoi dirigenti tra le corporazioni studentesche eredi della cultura nazionale mitteleuropea del XIX° secolo . Al Primo punto del programma del partito si ritrova la lotta  all’immigrazione quindi, sull’esempio elvetico,  la democrazia diretta per referendum , il divieto di costruire di moschee e dell’uso del velo islamico negli spazi pubblici. Si oppone ferocemente all’ingresso della Turchia nell’Unione europea.

Posizioni forti che oggi pero’ spiegano esattamente il suo successo elettorale ottenuto  tra le classi popolari.

L’ FPO, è un partito conservatore, legato ai valori della famiglia tradizionale, molto critico verso le evoluzioni societarie che favoriscono il matrimonio omosessuale o la teoria transgender. Dichiarandosi erede delle rivoluzioni borghesi  del 1848 difende  gli artigiani, i commercianti ed i piccoli imprenditori che hanno costituito la sua base elettorale originaria.

Sulle tematiche europee è certamente un partito euroscettico ma non anti-europeo. Auspica sicuramente un’altra europa,  fondata sul principio di sussidiarietà e basata sulla  prioritaria difesa degli interessi nazionali. Resta comunque sempre  molto critico nei confronti della Commissione europea ma non ritiene di dover abbandonare l’Europa né la zona Euro. Favorisce la costruzione di un’Europa dei popoli.

Il successo ottenuto in queste elezioni presidenziali deve fornire a tutti i partiti di  opposizione europei la chiave elettorale per arrivare al consenso, sottolineando  che la lotta all’immigrazione e la difesa dell’identità nazionale costituiscono un tema  elettorale ben piu’ forte della semplice  opposizione critica dell’Unione europea o dell’euro. In definitiva un motivo politico che consente di conquistare un elettorato  popolare senza il ricorso ad annunci demagogici che hanno come solo risultato quello  di spaventare l’elettorato moderato.  All’alba del XXI secolo la ricetta elettorale  può’ essere vincente solo se come l’FPO,  si riesce a convincere il cittadino della necessità di  difendere i valori e le identità nazionali.

Eugenio Preta