San Valentino, festa dell’amore e gioia dei commercianti

San Valentino, la festa codificata dal consumismo imperante che fa leva sul sentimento più irrazionale dell’essere umano: l’innamoramento e persino l’amore. Non v’è dubbio che ognuno di noi, nel suo Pantheon privato, nel suo giardino segreto, pensi ai diversi amori da festeggiare in questo giorno, cominciando con quello del momento e a seguire tutti gli altri, quelli che ancora veneriamo perché segretamente incarnano il femminile eterno e, accanto alle figure più astratte, amori che hanno vissuto come una rosa, il tempo baudeleriano dello spazio di un mattino, quelli più combattuti, difficili da abbandonare certamente più passionali e meno platonici degli altri.

Accanto alla eterea Audrey Hepburn di “Colazione da Tiffany”, giovane ingenua e sognatrice, gli uomini “diversamente giovani” (ma ognuno può inventarsi le sue icone preferite) sognano una stupenda Brigitte Bardot, simbolo incontestabile della donna francese che con la sua voce fantastica ha rappresentato tutto quello che c’é di eccessivo ed estremo, ma anche di tenero e sconvolgente. Con il suo dinoccolare provocante, la sua generosità straripante, la sua gioia di vivere e le sue dichiarazioni vibranti e volubili, Brigitte rimane la donna dei sogni, così come Audrey Hepburn.

In occasione quindi di questo San Valentino, in una capitale qualsiasi d’Europa, sono stati tanti gli uomini e donne, durante la pausa pranzo, gironzolare con un pacchetto infiocchettato o con un mazzo di fiori e molti di loro pagheranno il conto del ristorante stasera, offriranno gioielli, sete e foulard per celebrare la ricorrenza.

A sentire i gestori di ristoranti, i negozianti ed i portieri di albergo, chi paga sembra essere in maggioranza, al 99%, l’uomo. Una statistica che coincide anche con quella dei siti di incontri per cuori solitari, che riporta gli uomini come i maggiori fruitori, paganti all’80%, mentre le donne approfittano in egual misura accontentandosi però di cercare nei meandri di questi spazi virtuali, incontri con “risultati” validi. E sempre dal punto di vista statistico, quanti di loro avranno la fortuna di trovare l’anima gemella su questi siti di incontri on line che premierebbero sempre le donne in misura maggiore, da 13 a 15 volte più degli uomini?

A questo punto però, nessuno si meraviglierà di queste differenze sociologiche quando si collocano, de facto, in controsenso rispetto al cosiddetto pensiero progressista e soprattutto a quello femminista. Sarebbe interessante conoscere cosa ne pensano i ministri ed i tecnocrati a capo dei segretariati parlamentari incaricati della parità uomo/donna e della lotta contro le discriminazioni e cosa effettivamente siano capaci di fare i poteri pubblici, finanziati dai nostri soldi e incaricati di trovare i rimedi per ridurre questa stravolgente ingiustizia.

Bypassando però questa giornata iconica di San Valentino, oggi sembra mancare qualcosa: coraggio, onestà intellettuale o semplicemente buon senso per poter effettivamente cambiare le mentalità e vivere in armonia, lontano sia dalla guerra dei sessi, sia dai dispensatori di lezioni a geometria variabile, sia lontano dal pensiero unico imperante.

Ci vorrà sicuramente ancora molto tempo. Stiano sereni i venditori di rose, i commercianti di gioielli e i negozianti di salmoni e caviale, ci vorrà tanto tempo e ancora tanti e tanti San Valentino.

Eugenio Preta