Norvegia: più bianco non si può

Ogni giorno ne scopriamo una nuova. A quanto pare, lo sbiancamento sarebbe una delle maggiori preoccupazioni societali e politiche dei norvegesi contemporanei.

Anche se sembra una popolare pubblicità del vecchio Carosello , Ava come lava…, in effetti si tratta del resoconto di uno studio scientifico dell’Università di Bergen in Norvegia che afferma: “il bianco è ritenuto un colore superiore”.

Un’asserzione che ci arriva proprio da questo delizioso Paese di 5 milioni di anime, fino ad oggi poco conosciuto se si eccettuano le omelette, lo sci e la sua principessa ereditiera Martha Louise, figlia di re Harald V, balzata agli onori delle cronache nazionali perché vede rinviato “sine die” il suo matrimonio con uno sciamano di colore.

L’università di Bergen, seconda città del piccolo regno nordico, ha promosso un progetto di ricerca denominato “Norwhite”, finanziato con oltre 1 milione di euro, sul problema che agita la coscienza dei vichinghi odierni: conoscere in che modo la Norvegia abbia reso il mondo più bianco. E siccome, come postulato aggiunge che non solo in seno alle università del mondo intero si registrano rivendicazioni e atti di rivolta contro il passato razzista dei norvegesi, il progetto tenderà a dimostrare come la Norvegia abbia svolto il ruolo di leader mondiale proprio nella definizione del bianco come colore superiore.

La curiosità diventa morbosa: ma come, ma quando? Nel corso delle loro invasioni barbariche medioevali attraverso l’Europa gli antenati degli odierni vichinghi norvegesi, oggi in fase di esasperato wokismo (stato di particolare allerta) avrebbero sparso il loro seme mentre fracassavano il cranio dei loro nemici?
Niente di tutto questo. Bisogna sapere che la Norvegia è stata all’origine di una innovazione scientifica ed industriale importante del XIX secolo: l’impiego del diossido di titanio per lo sbiancamento (eccoci) di prodotti come i tessili, la carta e le vernici, prodotto, che possiede una grande capacità di assunzione dei raggi ultravioletti e di riflessione della luce.

Il progetto “Norwhite“ dunque, mettendo insieme metodi storici, critici, estetici e artistici con l’impegno e la sensibilizzazione del pubblico, rivelerà in che modo la vicenda complessa e stimolante di un’innovazione locale norvegese, possa avere avuto conseguenze tanto estese.

A questo punto, sapendo che l’obiettivo di Norwhite è quello di studiare in modo critico e con dati visuali le condizioni culturali ed estetiche di una parte complessa ed inesplorata della storia norvegese dell’innovazione tecnologica che ha potuto rendere il mondo più bianco, la curiosità di leggere le conclusioni dello studio diventa quanto meno impazienza.
Per la cronaca, così senza voler banalizzare, bisogna sapere che la scoperta e l’utilizzazione del diossido di titanio, altrimenti detto bianco di titanio, ha permesso di sostituire la biacca, detta bianco di Saturno, come il cinabro detto mercurio rosso sostanze particolarmente tossiche perché dense di arsenico o di zolfo: una scoperta basilare nella vicenda delle umane cose.

Ma di questo, per la cronaca, ce ne freghiamo veramente …

Eugenio Preta