Se in Sicilia si spaccano gli schieramenti nazionali

Bruxelles, 04 novembre 2005

In questi giorni la politica siciliana sta assistendo a fenomeni di portata storica; fenomeni apparentemente contrapposti ma in realtà da leggere alla luce di un comune denominatore: la politica siciliana, di destra come di sinistra, si sta scuotendo da un pluridecennale torpore per camminare finalmente sulle proprie gambe.


Ci riferiamo alle due profonde spaccature in atto: quella che, nel centro-destra, ha portato gli Autonomisti a presentare a Messina un candidato realmente autonomo rispetto agli schieramenti nazionali, e quella che, nel centro-sinistra, è culminata oggi nientemeno che con l’espulsione di Orlando dalla Margherita per il solo fatto di aver appoggiato apertamente una candidatura, quella della Borsellino, espressione della società civile siciliana molto prima ancora che dei “cespuglietti” del centro-sinistra medesimo, contro i giochi partitici che, a tavolino, erano stati decisi a Roma. Nell’un caso e nell’altro la Sicilia non ci sta più a prendere ordini da Roma e vuole stare nella comunità italiana finalmente con un rapporto alla pari.

Che poi questo rapporto alla pari debba necessariamente passare per una rappresentanza politica autonoma sono la storia, la geografia, gli interessi politici ed economici a dirlo ed i fatti di questi giorni dimostrano come sia impossibile, dentro i partiti “nazionali”, un condizionamento degli stessi che tenga conto in maniera adeguata degli interessi specifici della Sicilia.

L’Altra Sicilia non può che salutare con favore questa svolta. Vorremmo dire che l’avevamo sempre auspicata, sempre spinta con le nostre pressioni ideali…

Sarà perché non cerchiamo posti di potere, sarà perché altri sono abili a raccogliere idee da noi lanciate e poi a porle in atto con ben altra disponibilità di mezzi, in tutto questo sembra quasi occultato il nostro ruolo; ruolo che invece – e lo possiamo rivendicare a pieno titolo – è stato quello di vero e proprio motore dell’intera vicenda per il clima e la sensibilizzazione che siamo riusciti a creare.

Si dirà: “ma questa sicilianizzazione della politica è un bene o un male”?

In principio non è né l’uno né l’altro, ma solo quello che i Siciliani, lasciati un po’ più liberi, riusciranno a fare. Il pericolo che un bambino, tolto dal girello, possa qualche volta cadere non può essere mai, però, una ragione per non farlo camminare da solo. Alla fine l’Autonomia, quella vera finalmente, non potrà che giovarci e farci riacquistare un ruolo fra i popoli d’Europa e del Mediterraneo. Ma andiamo con ordine.

A Messina il MPA e AS presentano un loro candidato. Bene! Dubitavamo, dobbiamo ammetterlo, che lo facessero per davvero. Ma ora che ne hanno avuto il coraggio, è nostro dovere metterli alla prova.

I cittadini messinesi sanno bene che gli altri due sono il “vecchio” e che nulla possono per il riscatto della Città dello Stretto.

Per questo i due schieramenti nazionali hanno presentato quasi quaranta liste per confonderli a dovere. La destra italiana, soprattutto, ha un’enorme paura. Raccogliendo solo i voti della parte più retriva della società siciliana, sono destinati alla sconfitta. Oggi, per la prima volta, il candidato sicilianista ha ottime chance di conquistare Messina e di diventare il primo nuovo “Stratigoto” (vero e proprio “doge” della nostra antica città-stato marinara) della nuova Messina.

Diventa un nostro dovere, pur con tutte le riserve che abbiamo nei confronti delle forze politiche che lo esprimono, intanto appoggiarlo. Sarà però sotto osservazione come non mai. I Siciliani si aspettano molto da un sindaco veramente siciliano, altrimenti sarà un’altra grande occasione perduta per la nostra Terra.

Denunciamo anche la nota stonata di NS che, invece, dopo qualche tentennamento, ha preferito esprimere un sicilianismo reazionario restando dentro la sedicente “casa delle libertà” invece di far causa comune con gli altri sicilianisti di centro-destra.

Quanto alla Regione e al Centro-Sinistra la posta è ancora più alta.

A Roma “avevano deciso” che la Sicilia “toccava” alla Margherita. Poco importa se la “testa di turco” si chiamasse Bianco o Latteri o D’Antoni; quel che conta è che il “vassallo” di turno amministrasse la Sicilia non per voto dei Siciliani ma per omaggio del “premier” romano che ci avrebbe trattato come una pedina ai tempi delle Guerre di Successione.

Gli stanchi DS dell’isola avevano accettato supinamente questa condizione come oggi si avviano, con molti mugugni e a malincuore, ad appoggiare la Borsellino, più per mancanza di propri candidati o – quel che è peggio – per mancanza di consenso interno sui propri candidati che per reale entusiasmo.

Considerando che queste due forze, messe insieme, sono più dell’80 % dell’elettorato del Centro-Sinistra, la candidatura della Borsellino è un vero e proprio “fulmine” (come lei stessa ha detto) che parte dalla società siciliana e che travolge le segreterie, a questo punto non rappresentative ed impotenti.

Anche qui diventa un nostro dovere appoggiarla, intanto in queste primarie e poi si vedrà. Si dice questo non per fare convergere il Sicilianismo di sinistra (inconsapevole di essere tale ma nonostante ciò alquanto promettente) con quello di destra (assai più consapevole ma non sempre pari alle aspettative). Sono esperienze diverse che devono restare tali, almeno per ora.

Ma sarebbe – ci sia consentito dirlo – un vero sogno se in Sicilia si confrontassero alle Regionali due forze autenticamente, profondamente e visceralmente siciliane, lasciando ai margini della politica i servetti del Continente senza anima né speranze da dare. Sarebbe la nostra vittoria totale – nemmeno osiamo sperarlo, ci sembra quasi quasi troppo presto -abituati come eravamo a lottare per una “Altra” Sicilia che sarebbe venuto in un futuro anche lontano.

Intanto però sosteniamoli! Non sprechiamo queste occasioni! E chiediamo e auspichiamo almeno una, una sola convergenza, tra di loro: la difesa delle Istituzioni e dell’Autonomia Siciliana, vero argomento “bipartisan” della nostra politica che non dovrebbe mai essere usato come merce di scambio per interessi personali o di partito.

Viva la Trinacria! Viva il Vespro! Viva la Sicilia!

L’ALTRA SICILIA – Ufficio Stampa