La truffa di Riesi

Riesi (Cl), 02 dicembre 2005

L’Altra Sicilia esprime tutta la propria solidarietà al Popolo di Riesi, ancora una volta truffato, ma, peggio, ingannato sulla possibilità della creazione di un vero sviluppo economico nel suo territorio.
Capizzi e la sua cricca di favoreggiatori sono la testimonianza vivente, se mai ce ne fosse stata la necessità, che nella Sicilia di oggi non può attecchire l’attività imprenditoriale vera ma solo quella speculativa, dell’affare, quasi sempre della truffa, da “mordi e fuggi”.


Ma noi non vogliamo solo piangerci addosso o chiedere soltanto che la giustizia abbia il suo corso.
Vogliamo cogliere l’occasione per almeno tre riflessioni.

Primo: La finanza agevolata, i trasferimenti, gli incentivi, siano essi europei, italiani o siciliani, servono solo a drogare l’economia, a fare fallire gli imprenditori veri e a non far nascere neanche l’erba in questa Terra di Sicilia. Oggi il fiuto degli affari non consiste nella creazione del valore, nell’intercettazione dei mercati … ma no! Il vero business è quello del “finanziamento”, che brucia 2 euro per ogni euro che arriva qui; finanziamento da ottenere “con gli agganci giusti”, con i soliti politici traditori compiacenti. Questo mastodonte europeo con la sua finanza agevolata e con i suoi fondi, unitamente alla mancanza di guida politica degna di questo nome per il Paese-Sicilia, crea talmente tante distorsioni che forse converrebbe starne fuori, come le Faer Oer che pure appartengono alla Danimarca o come le Isole del Canale che pure appartengono al Regno Unito… Lasciateci liberalizzare le nostre dogane, la nostra moneta, i nostri tributi, le nostre politiche industriali, lasciateci gestire le nostre risorse energetiche, naturali, culturali, umane… evedrete come le industrie si installeranno in Sicilia – quelle vere – al posto di quelle finte fatalmente destinate a chiudere o ad essere mantenute in vita malamente col bocchettone dell’ossigeno.

Secondo: Ma di chi sono i milioni di euro truffati ed occultati dai malfattori? Con tutto il rispetto per la Guardia di Finanza, riteniamo che qui la parte lesa sia il cittadino comune di Riesi; cittadino a cui avevano fatto balenare il miraggio di un posto di lavoro, di un po’ di benessere, e invece… Si dice che i soldi siano spariti, ma siamo sicuri che ad un’accurata indagine patrimoniale internazionale questi soldi da qualche parte, con un po’ di intelligence, non si faccia ritrovare… Bisognerebbe dare l’ergastolo ai truffatori del denaro pubblico che non confessano dove l’hanno nascosto e controllare continuamente le tasche di parenti stretti ed amici, fino a che non parlino… Una volta trovato quel denaro è dei Riesini… Si costituisca una cooperativa guidata da un management capace e da un progetto industriale vincente. Non entriamo in dettagli di natura aziendale che in questo momento non ci competono. Ma sarebbe da verificare la possibilità che un progetto industriale vero, magari basato sulla qualità, dia testimonianza di una possibilità di sviluppo in un centro che vede la maggior parte dei suoi abitanti emigrare all’estero. Lanciamo intanto la provocazione politica che quel denaro è siciliano e ai Siciliani deve tornare per creare sviluppo e per arrestare l’emigrazione.

Terzo: quanti “poli di sviluppo” millantati ci saranno in Sicilia? Come potremo credere più alle pubblicità di nuovi insediamenti industriali o di iniziative spalleggiate dal denaro pubblico?

L’ALTRA SICILIA – Ufficio Stampa