Passerella europea per la Borsellino e testimonianza de L’Altra Sicilia

Bruxelles, 12 febbraio 2005

Giovedì 8 febbraio a Bruxelles è stata organizzata una manifestazione degli eurodeputati di centro-sinistra, i quali, con l’obiettivo di ravvivare un po’ d’entusiasmo nei confronti delle rispettive liste per le elezioni dei rappresentanti dei cittadini all’estero, hanno invitato la loro candidata alla Presidenza della Regione, Rita Borsellino.

Il nostro capolista de L’Altra Sicilia – per il Sud, Francesco Paolo Catania, le ha in quell’occasione consegnato personalmente, prima che iniziasse il dibattito, la nostra lettera aperta già pubblicata sul nostro sito e le ha rinnovato personalmente la nostra opinione secondo la quale una candidatura senza reale alternativa, senza programmi, senza novità, legata alle burocrazie di partito è destinata alla sconfitta.

E’ seguita una serie di interventi al cloroformio in cui si declinava in tutte le salse il solito adagio della “Sicilia terra di mafia” che tanto ha fatto la fortuna di molti professionisti del settore quanto ha danneggiato nel mondo la nostra identità e non ha minimamente inciso sulle effettive strutture di potere siciliane.

Fra questi interventi, privi di prospettive, di reale memoria storica, di corretta analisi sociale, in sostanza autoreferenziali oltre che autoflagellanti si è distinto particolarmente quello del quasi omonimo Giusto Catania di “Rifondazione Comunista”.

A questo punto è intervenuto, anzi ha tentato di intervenire, il nostro Francesco Paolo Catania, tentando di ricordare che la mafia – come sistema di potere – è storicamente legato all’occupazione della Sicilia da parte dei Savoia e che, nella misura in cui c’è, è un problema reale di “dominazione italiana della Sicilia”, di diritto negato alla cittadinanza, e che bisogna smetterla di appioppare a senso unico alla Sicilia un’identità che in buona sostanza è dalla stessa subita, con l’unico effetto di infamare la stessa e non chi c’è l’ha portata, l’Italia, la quale invece vende nel mondo un’immagine pulita lasciando a noi Siciliani le lordure nazionali.

Avrebbe voluto dire che è il sistema geopolitico italiano che ha assegnato a noi il ruolo strutturale di “latrina d’Italia” e che solo con una vera autonomia, con una vera identità distinta, potrà esserci quello scatto d’orgoglio che consegnerà malgoverno e malfattori alla storia (ma anche questi mediocri professionisti dell’antimafia).
Non c’è bisogno di dire che ha potuto appena cominciare a dire qualche parola che è stato preso di peso e buttato fuori.
Sul caso ha chiosato subito l'”altro” Catania che “il signore che è appena uscito forse pensa ad una Sicilia di cannoli, maranzano, …” o qualcosa del genere…

Subito un altro intervento dall’aula ha evidenziato coraggiosamente che il “signore” non era uscito ma era stato buttato fuori per aver tentato di dire che i Siciliani all’estero non ne possono più di questa infame identità.
Ancora lo stesso ha chiesto alla Borsellino, oltre alla lotta alla mafia, cosa intende fare per la Sicilia, in cosa consiste il suo misterioso programma: dall’altra parte ancora il silenzio… Insomma un vero boomerang per l’Unione…
Registriamo in chiusura, tuttavia, la correttezza dell’eurodeputato Cocilovo che ha ammesso che a fare della mafiosità e dell’antimafiosità un discrimine tra destra e sinistra si rischia l’imbarazzo di scoprire che, prima o poi, qualche mafioso si troverà sempre da tutte le parti.

Noi de L’Altra Sicilia – per il Sud, un programma l’abbiamo, sia per la Sicilia, sia per i Siciliani all’estero, e già vediamo qua e là tentativi di scopiazzamento.
Ma del marasma che sta avvolgendo queste elezioni degli “italiani all’estero” parleremo in altro comunicato.

Intanto cogliamo l’occasione per ringraziare quei politici siciliani che hanno avuto il coraggio di manifestare il loro esplicito sostegno per noi, ovvero gli amici Nino Maisano del Partito del Popolo Siciliano e Maurizio Cirignotta del Movimento per l’Autonomia del Popolo Siciliano.

Antudo!