Sull’uso del termine ”Regione Siciliana”

Bruxelles, 8 giugno 2006

Da qualche tempo tutti gli organi di informazione, stampa, televisione, radio, e ultimamente anche i siti istituzionali e di informazione internet parlando della Sicilia non geografica ma politica, usano il sostantivo Sicilia anzichè il corretto aggettivo Siciliana.
Anche nella ultima tornata elettorale nazionale, nelle schede, il Ministero degli Interni ha stampato il nome Regione Sicilia anzichè Regione Siciliana. Un errore governativo nazionale molto grave ed imperdonabile che però è passato sotto il silenzio dei “politicanti siciliani”.

Anche il governo siciliano ha le sue colpe. Infatti, il sito istitutizionale riporta erroneamente www.regione.sicilia.it anzichè il corretto www.regione.siciliana.it, così come riporta erroneamente governosicilia@regione.sicilia.it in tutte le email istituzionali.

La Regione è “Siciliana” e non “Sicilia”, non solo perché formalmente questo ne è il nome ma per un motivo storico preciso e per un preciso rapporto istituzionale che la lega all’Italia, ma anche perchè questo è il nome costituzionale che le è stato riconosciuto.

Il nome ufficiale non è modificabile nemmeno in maniera surrettizia con il suo cattivo uso. Così come la Sardegna si chiama Regione Autonoma della Sardegna altrettanto la Sicilia deve chiamarsi soltanto Regione Siciliana quando ci si riferisce alla persona giuridica che la rappresenta mentre la Regione Sicilia è un’espressione accettabile solo quando ci si riferisca al territorio su cui la medesima persona giuridica esercita la propria sovranità.

La Regione è “Siciliana” in assonanza con la Repubblica che è “Italiana” e non “Italia” (e, se vogliamo, con l’Unione che è “Europea”) perché nasce come ente originariamente sovrano e legato all’Italia da un rapporto pattizio e potenzialmente paritetico.

La Regione “Sicilia” sarebbe invece una regione “concessa” dal centro, un’articolazione amministrativa e burocratica dello Stato Italiano, come la vogliono i neocentralisti; la Regione Siciliana, invece, ha preferito l’aggettivo al sostantivo perché non “costituisce” per gentile concessione dello Stato una comunità politica ma “è derivata” da una comunità nazionale o comunque storica e geo-politica che le preesiste e che trova la propria prima legittimazione nel Popolo Siciliano e nella sua storia, prima ancora che nel decreto di Umberto II o nella legge costituzionale di recepimento (la n. 2 del 1948): queste ultime tutt’al più “riconoscono” l’Autonomia della Sicilia, la incorporano nella Costituzione Repubblicana ma non hanno valore costitutivo.

La Sicilia è un’Istituzione a sé e una società (prima che uno Stato o un Ente Pubblico); da questa deriva uno Stato (non dichiarato come tale ma tale nella sostanza per il dettato statutario e per le sue modalità di formazione) che, dovendo fare riferimento e “derivare” da quella società-nazione, ha bisogno di un aggettivo (o, similmente, di un complemento di specificazione). Così, nel mondo, ci sarà una “Generalitat de Catalunya” e non “Generalitat Catalunya” uno “United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland” e non “United Kingdom Great Britain etc.”

L’Altra Sicilia diffida formalmente chiunque , e prima ancora il Presidente della Regione, al quale attribuiamo la responsabilità politica in materia, nel continuare ad utilizzare il sostantivo Sicilia anzichè il corretto aggettivo Siciliana quando ci si riferisce della Sicilia non geografica.
Al Presidente della Regione ricordiamo che ha il dovere istituzionale nel pretendere l’uso appropriato dei termini quando ci si riferisce alla Sicilia “giuridica”e quindi pretendere il corretto uso dell’aggettivo “Siciliana”.
I valori dell’Autonomia vengano trasmessi anche con una azione di vera e propria “educazione civica”, senza la quale le lamentele sulla “scarsa proficuità” dell’Autonomia non dovrebbero avere diritto di cittadinanza.

Ignorare questo nostro appello andrà interpretato come ignoranza e disprezzo per le istituzioni e per la Sicilia stessa che non merita questo dalle persone alle quali ha affidato il più delicato dei nostri tesori, l’amministrazione della cosa pubblica.

ANTUDO

Viva la Trinacria! Viva il Vespro! Viva la Sicilia!

Ufficio Stampa

AGGIORNAMENTO: il nostro comunicato è stato ripreso dall’agenzia giornalistica AGENPRESS.IT al link http://www.agenpp-press.it/visualizza.asp?tipo=3&id=23078.