Le innovative teorie economiche dello stato italiano.

Cari amici autonomisti, avete fatto la marcia su Roma. Bene. Ma ora vogliamo metterci a protestare sul serio? Vi do io qualche buon argomento.

Non è certo una novità vedere la testata giornalistica regionale di RAI 3 mandare in onda servizi anti-siciliani nei quali si mette in evidenza la supposta mafiosità dei siciliani facendo strisciare questa convinzione all’interno delle nostre stesse teste. La cosa però è fatta in modo pulito, senza provocare le reazioni che abbiamo visto per le magliette di Londra.


In realtà si dovrebbe andare più a fondo, e magari domani distribuire le magliette contro la mafia non solo ai supporters della squadra ospite, ma anche ai telecronisti RAI.

Dico questo in riferimento al mirabolante servizio mandato in onda il 26 settembre 2006 in cui si è assistiti al solito incredibile ribaltamento della verità: un altro piccolo tassello di verità sulla mafia sembra essere venuto fuori con la scoperta che soldi sporchi venissero riciclati in qualche casinò del nord (a quanto pare con la connivenza di qualcuno all’interno che comunque non essendo siciliano in base alle leggi razziali non potrà essere accusato di mafia).

Il giornalista però ha l’amaro in bocca, ed ecco che il servizio viene tramutato: “ecco perchè” ammonisce la voce “in Sicilia non si possono fare casinò!!!”. Perchè c’è la mafia! Ne approfitterebbe subito!

Quindi qui non si dovrebbe fare niente “perchè c’è la mafia”. Certo portando questo ragionamento alle estreme conseguenze, visto che tutti i negozianti pagano il pizzo, dovremmo chiudere tutti i negozi…. ma poi le merci del nord chi ce le vende?

Ma, mi chiedo io, come mai si sono fatte le raffinerie?

Come mai l’Agip lavora qui tranquillamente senza problemi?

Come mai aziende nazionali come la vecchia SIP o l’ENEL non hanno mai subito ritorsioni?

Intanto abbiamo questa “nuova” teoria nazionale secondo cui la miglior cura per la criminalità organizzata è il sottosviluppo, una teoria economica che sicuramente negli anni a venire vedremo premiata con un bel Nobel.

Lo stato ci crede veramente in questa teoria, ed infatti cosa ha preparato per rilanciare l’economia nazionale? Il taglio del cuneo fiscale per l’industria. E credo sia inutile andare a vedere dove andranno a finire questi soldi, visto che da noi industria significa (al solito) Agip, ENEL, Telecom, Moratti, Agnelli etc etc.

E la fiscalità di vantaggio per le aree più depresse? Da un “Avrete la (benedetta) fiscalità”, si è passati ad un “Chiederemo” ed infine ad un “Forse” sui giornali di oggi.

E le aree franche urbane? Direi che visto come è finita per l’area franca di Messina, “A cu stati pigghiannu po culu”?

E, come se non bastasse, lo stato si rifiuta comunque di versare nelle casse della regione i fondi provenienti dalle tasse delle imprese che operano sul territorio regionale, secondo quanto stabilito dal concordato ragiunto con il precedente governo, fiore all’occhiello del primo governo Cuffaro.

Allora, cari amici autonomisti, cosa aspettate ad alzare la voce?

Abate Vella


ilconsiglio.blogspot.com