Ma Ciprì e Maresco da che parte stanno?

Ma avete mai visto una pellicola di Ciprì e Maresco?

Mi rendo conto che purtroppo, anche se minimamente, questo commento farà da cassa di risonanza, regalando notorietà a chi non la merita, ma così è la vita.

Mi succede di imbattermi in questa bassa macelleria cinematografica un sabato sera, per caso, fecendo dello zapping.

Poi vado a pescare altri filmati sconcertanti su internet: rimango inorridito! Non voglio fare il moralista, nè il puritano farisaico, ma la mia dignità umana mi insegna che c’è un limite anche alle volgarità, limite impossibile da rilevare nella demenzialità degradata di Ciprì e Maresco.

Io pelermitano doc, con un cognome che riporta alla Palermo araba, capitale felice della Siqillya; io costretto a vivere in padania, esule per motivi occupazionali; io che non sono un traditore della Sicilia e che tra collegni di lavoro ed amici propugno la nostra causa e promuovo la Sicilia come meta turistica; io, sono senza parole (quelle che mi vengono in mente sarebbero giustamente censurate!).

E’ inammissibile che la Sicilia, già sottoposta ad un continuo linciaggio mediatico, debba pure subire la deleteria ed estremamente infamante pubblicità di due cinici che si spacciano per registi cinematogratici.

Non voglio idealizzare la mia città: è vero che ci sono aree che non brillano per eccessiva organizzazione urbanistica, è vero che ci sono zone caratterizzate da un certo degrado, è vero che alcune realtà palermitane fanno vergogna, tanta vergogna, ma non si può fare di tutta l’erba un fascio e sputtanare così una città come Palermo!

Palermo con l’orto botanico più grande d’Europa, con il Teatro Massimo secondo palcoscenico di Europa dopo l’Opera; Palermo città d’arte, di cultura, culla storica di civltà; Palermo con i suoi monumenti, le sue ville, le sue palazzine Liberty; Palermo con il suo mare, con il promontorio “più bello del mondo”, presentata da due imbecilli come una bidonville di munnizza e di degrado ambientale e culturale. Mi sono trovato allo stadio, nelle trasferte del Palermo a nord, in curva ospiti, circondato da questi famigerati palermitani provenienti dai quartieri considerati meno nobili, quelli sfruttati dai vari tg nazionali per alimentare i luoghi comuni su Sicilia e siciliani. Ebbene, confesso che queste persone non avrebbero potuto ostentare spiccata raffinatezza intellettuale e culturale, ma non è gente che mangia con le mani, che va in giro per la città in mutande, che si accoppia con gli animali, che ozia sprofondata nella sporcizia. Sono persone che hanno un loro codice etico, una propria dignità che sicuramente non permetterebbe loro di trovare naturale collocazione nei filmati di Cipri e Maresco.

Se a fare questi filmati fosse stato un padano “stronzobossista” (rubo un’espressione dell’esimio dottor Zitara), staremmo tutti gridando allo scandalo; ma siccome gli autori sono nostra produzione locale, ce ne stiamo zitti ed indifferenti.

Denunciamo la Mondadori e tolleriamo Ciprì e Maresco?! Gli operatori turistici, i siciliani veri, palermitani in testa, dovrebbero costituirsi parte civile, parte lesa, e chiedere tutti i risarcimenti possibili ed immaginabili per un danno d’immagine difficilmente cancellabile.

Ducezio