Il calcio siciliano in lutto

Cronaca di una morte annunciata.

Quella di ieri doveva essere una festa. Di sport. Doveva celebrare una giornata importante del torneo di serie A di calcio, un torneo che stà vedendo per la prima volta nella storia ben tre squadre siciliane. Doveva essere la giornata dell’immagine positiva di una Sicilia che malgrado i seri problemi che la affliggono tuttora irrisolti, malgrado la dabbenaggine di una classe politica indegna che la rappresenta a livello istituzionale, malgrado la carenza di infrastrutture, la disoccupazione cronica, la presenza di un antistato quale è la Mafia, malgrado tutti questi problemi, era riuscita a trovare nello sport una occasione di riscatto sociale, sportivo e diciamolo pure morale.


Doveva essere. Ma non è stato niente di tutto questo. E’ stata una giornata di morte e disperazione che ci ha fatto ripiombare nel nulla.
Un morto. Un agente di polizia siciliano caduto per mano di siciliani sul lavoro, e che lascia orfani due figli ed una moglie. Raciti questo il cognome del giovane ispettore (38 anni) di polizia deceduto ieri durante gli scontri avvenuti in occasione del derby siciliano Catania-Palermo al di fuori dello stadio Massimino. Ora al di là di tutti i discorsi demagogici ci si chiede perché? Perche nel 2007 si debba ancora assistere a questi spettacoli indecorosi privi di senso e carichi purtroppo di morte. Centinaia di feriti ma per che cosa? Per dei delinquenti vigliacchi e senza attributi che si celano dietro una maschera per assistere ad un evento, ad una festa, ad una delle gioie della vita. Una partita di pallone.Per che cosa? Per dodici euro di indennità di servizio in piu? Tanto riconosce lo stato a chi effettua questo tipo di servizio..
E adesso che lo va a spiegare ai parenti della vittima? Chi lo va a dire ai figli che si ritrovano senza un padre, a loro che probabilmente quando il papa non era in servizio li portata magari per la loro gioia ad assistere da tifoso a quelle stesse partite che tanta gente di Catania segue con interesse?
Ma purtroppo a Catania non tutti sono signori. Non tutti hanno pari cultura della vita. Come disse qualcuno “ma madre dei cretini è sempre gravida” e mai come in questa circostanza vale detto motto.
Al di là del risultato sportivo che in tale contesto stona non poco , restano ora le grida disperate dei familiari che hanno perso un sicura punto di riferimento.
Cosa farà ora concretamente la classe politica siciliana in tal senso? Si nasconderà dietro un altro paravento di frasi fatte, o tenterà di agire sul serio. Dubito che ciò accada. E quando sarà passata l’onda emotiva che come sempre porta con se questo tipo di avvenimenti, tornerà tutto nella norma.
Le leggi esistono. Ma allora perché nessuno tenta di farle rispettare sul serio in questo settore?
Sarò demagogica, sarò ripetitiva, ma non si può fare in altro modo.
Resta l’amaro in bocca per la morte che ha colpito senza motivo, una morte a questo punto preannunciata. “ sia Zamparini (presidente del Palermo) che Pulvirenti (presidente del Catania) sio sono dichiarati mortificati e avviliti per tale delittuoso fatto, e hanno fatto le condoglianze a nome delle loro rispettive società ai familiari della vittima, La lega calcio ha deciso di sospendere a tempo indeterminato tutti i tornei professionistici fino alla serie C-2 ed ha fatto bene ma ciò non basta.
Ora bisogna rimboccarsi sul serio le maniche.Niente piu parole inutili. Allo stadio è un diritto di tutti andarci e ritornarci. Chi ha sbagliato a tutti i livelli ora deve pagare caro ed amaro forse così solamente si potrà debellare questo problema che ahinoi interessa tutta l’italia ma che in questo frangente particolare a colpito la nostra terra.

PELOSO STEFANIA