Comunicato Stampa N° 1 del 20/02/2007

Palermo: L’Altra Sicilia lancia la sfida per un dibattito pubblico

Quale politica per l’industria di Termini? Quale sviluppo per Palermo?

Palermo non vive solo di servizi e di terziario: intorno ad essa ruota un retroterra in cui i pochi insediamenti imprenditoriali rischiano di chiudere; imprese dove lavorano fra l’altro migliaia di palermitani.
E’ di questi giorni la notizia che la Fiat vuole “soldi” dalle istituzioni, cioè soldi pubblici, per rilanciare Termini, altrimenti chiude i battenti.

Secondo noi del movimento L’Altra Sicilia-Antudo questa strada non spunta! Non spunta perché soldi pubblici non ce ne sono più tanti in giro e non spunta perché sono le solite elemosine che servono a farci sopravvivere qualche anno e a farci abbassare ancora la schiena, da eterni servi della Penisola.

Serve invece un grande progetto per rendere stabilmente positivo il divario tra ricavi e costi nelle imprese siciliane (e del palermitano in particolare, perché quest’area più di altre soffre della deindustrializzazione dell’Isola). E, fermi i ricavi decisi dai mercati, i costi si riducono in tanti modi: l’energia riappropriandoci di quella nostra, i trasporti con le autostrade del mare, il fattore terra con la dotazione delle aree alle aziende più produttive e che impiegano maggiore personale, il know-how investendo nella ricerca e nell’università, i salari e i fattori di consumo prodotti in loco con una moneta distinta da quella europea e con una fiscalità totalmente autonoma, idem per il fattore capitale oltre che con la istituzione di agevolazioni per i capitali investiti in Sicilia, con l’interruzione del monopolio politico italiano degli investimenti in Sicilia e con la costituzione di società di interesse “regionale”, rette da forme particolari di raccolta del risparmio locale e di governance interna per evitare di cadere negli errori delle vecchie partecipazioni regionali, gli oneri tributari e previdenziali con un vero federalismo fiscale di vantaggio (non quello “di svantaggio” varato dalla recente finanziaria di Cuffaro), per non parlare delle risorse idriche, della legalità, etc.

In una parola ci vuole un progetto integrato! Gli insediamenti produttivi devono “fare sistema”, altrimenti sono destinati ad essere solo grandi carrozzoni.Ed è esattamente quello che non c’è!
Noi non diremo che i nostri avversari hanno un progetto sbagliato. Diciamo che semplicemente non hanno un progetto. Non hanno nemmeno idea di che significhi invertire la spirale che assegna alla Sicilia l’eterno ruolo di economia di consumo senza sbocchi produttivi mentre agli altri viene assegnata quella di produzione. Non sono solo subalterni al “Continente”, sono semplicemente impreparati.

Stanno preparando una campagna elettorale tutta puntata su libri dei sogni, sulla pura immagine e sulle “appartenenze di clan”.Per questo li sfidiamo ad un dibattito aperto sul terreno dell’economia e dello sviluppo.

Un serio dibattito davanti ad un pubblico qualificato di professionisti, di imprenditori e di economisti. Un dibattito tra il nostro candidato sindaco sicilianista, Massimo Costa, e i candidati dei partiti italiani, Orlando e Cammarata.

Un dibattito pubblico che sappiamo non accetteranno mai perché ne uscirebbero con le ossa rotte, tanto impreparati sono su questo tema. Sanno solo cercare “nei quartieri” quelli che portano più voti. E noi dovremmo affidare loro l’amministrazione di Palermo.

Davvero il voto dato a loro è l’unico voto sprecato…

Ufficio stampa
L’Altra Sicilia-Antudo
Movimento Politico dei Siciliani “al di qua e al di là del Faro”