E’ democratico l’attuale Parlamento?

Semmai lo sia stato democratico il nostro Parlamento postfascista, possiamo ancora considerarlo tale? Non che la forma sia risolutiva per sé stessa: al contrario, può essere soporifera.

Per meglio intenderci assumiamo la parola democrazia come equivalente di “partecipazione popolare”. La quale neppure per sé stessa risolve alcunché.

Il valore etico di un’organizzazione sociale sta nel rispetto dei diritti naturali, quelli, per capirci, che sono inscritti nella logica della biologia, a partire dal bisogno di nutrirsi (espresso dalla fame) e, per esteso, dalla spettanza di godere dei beni e dei servizi della collettività di appartenenza per il solo fatto di essere nati con il solo dovere di dare il proprio contributo in lavoro secondo le proprie capacità. Siamo risaliti alla Parigi del 1789 e alla Carta dei Diritti Universali dell’ONU del 1948!

Ma torniamo alla forma della nostra Costituzione, il cui art. 1 parla di una “Repubblica democratica” mentre l’art. 49 parla del diritto alla libera associazione di partito per “concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. L’art. 56 recita che “La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto”.

Se non esco da un brutto sogno mi pare che nessun deputato dell’attuale Parlamento sia stato eletto dal popolo (come vuole il metodo democratico) ad eccezione dei capi-partito che abbiano superato lo sbarramento del 4 per cento. Tutte le altre voci sono come non esistenti! Democraticamente?
L’opposizione di ieri – oggi maggioranza – sollevava una cagnara tutte le volte che una delibera del Senato passava anche con i voti dei Senatori a vita – perché non eletti! Oggi nessun deputato è stato eletto e alla maggioranza sta bene!

Se democrazia vuol dire, come dicevamo, partecipazione, ebbene lo spirito costituzionale è totalmente travisato Se essa andava comunque intesa, per consolarci, non come democrazia diretta ma “indiretta”, oggi è di fatto un paravento non tanto di una partitocrazia quando di una “monocrazia”, la cui predominante ingenuità-incompetenza – propria di tutti gli autòcrati – sta nell’illusione – assai pericolosa – di volere risolvere i maggiori problemi con la forza, che non è quella del diritto, ma della quantità numerica, come dire delle forze armate.

Vedremo alla prova i donchisciotti di quest’ennesimo governo Berlusconi che, invece di pensare ai diritti naturali (benessere per tutti , come vuole una società per l’uomo) pensano alle centrali nucleari e al Ponte sullo Stretto (come vuole una società per l’imprenditore-affarista). Per questo “militarizzano (sic!) le discariche della “monnezza” e lanciano ridicole sfide alle mafie, pilastri portanti del neoliberismo.

Tanto per farci ridere!

Carmelo R. Viola