AspettandoSanremo

BXL- 14/11/2009 – Da quando le rivendicazioni di un movimento che ha dovuto inventarsi un territorio(la padania), un popolo,una storia ed una lingua che non esistono, per rispondere alle richieste pressanti rilevate dai cittadini, la società contemporanea del nostro paese ha messo in evidenza quelle rivendicazioni.
Ultimo esempio, in ordine di tempo, è quello relativo alla decisione di ammettere al festival della canzone italiana di Sanremo anche testi dialettali.
L’Altra Sicilia ricorda che la nostra ISOLA-Arcipelago non ha avuto mai bisogno di inventarsi territorio, popolo, lingua e storia per essere entità popolare.
La storia dei secoli è fatta dalla Sicilia.

Tralasciamo quanto è stato, da sempre, da noi evidenziato circa identità e popolo.

Ma il troppo è troppo.

Certamente il palinsesto di Sanremo si riempirà di tanti testi dialettali. Noi de L’ALTRA SICILIA siamo convinti che ci saranno testi in Veneto, Lombardo, Napoletano e ardo. Purtroppo affermiamo, sin da ora, che non ci saranno testi in Siciliano. Non perché non ci sono autori e cantanti nel panorama canoro siciliano ma perché, fatta qualche rara eccezione, nessuno di questi artisti siciliani avrà il coraggio di presentarsi al pubblico italico con un testo in lingua siciliana. Nemmeno la stessa Carmen Consoli che ci era sembrato ultimamente avere abbracciato qualche rivendicazione sicilianista.

Siamo convinti anche, che qualora il primo stadio della presentazione di un testo siciliano dovesse arrivare al giudizio finale si troverà nella giuria qualche giudice siciliano o di origine siciliana che si farà un dovere di bocciare quella canzone.

Non giudicateci troppo pessimisti ma il popolo siciliano, diventato italiano dal 1860, non è riuscito ancora a ricatturare quell’orgoglio dell’appartenenza che altri popoli, anche fittiziamente si sono creati.

L’ALTRA SICILIA – Antudo

PS: A quanti non vogliono ancora capirlo:

La lingua siciliana si deve ritenere una Lingua Regionale o minoritaria ai sensi della “Carta Europea delle Lingue Regionali o minoritarie”, che all’Art. 1 afferma che per “lingue regionali o minoritarie si intendono le lingue … che non sono dialetti della lingua ufficiale dello stato”.
La “Carta Europea delle Lingue Regionali o minoritarie” è stata approvata il il 25 giugno 1992 ed è entrata in vigore il 1 marzo 1998.

L’Italia ha firmato tale Carta il 27 giugno 2000 ma non l’ha ancora ratificata.