Chiusura di Termini Imerese e presunta autosufficienza Fiat

Oggi la nostra attenzione è sempre attirata dalle vicende di Termini Imerese, in pratica la definitiva cessazione dell’impianto Fiat siciliano, costruito con la benevolenza dei soliti “piemontesi” ( la storia si ri-morde la coda, ma, in definitiva, con gli incentivi dei governi che si sono succeduti per creare occupazione in una Sicilia sempre assistita e ancora incapace di farlo da sola.

E la Fiat, di questa munificenza governativa se ne è sempre servita, a bizzeffe.

Abbiamo ascoltato le dichiarazioni “ingileppate” di Montezemolo e siamo rimasti allibiti ma soprattutto perplessi per il fatto che nessuno abbia avuto il coraggio di correggerlo.

Né Lombardo né Scajola, appiattiti in una specie di timore reverenziale, una sindrome di sudditanza che colpisce i pavidi o i poco interessati, di fronte alle manipolazioni di potenti arroganti.

Secondo Montezemolo, Fiat si reggerebbe quindi da sola. E noi sappiamo bene che si è sempre retta da sola, la Fiat, ma solo quando ha incassato gli utili (ricordo “il padre della patria”, avv. Gianni e le società finanziarie della famiglia come Ifil o altre ancora, fiorenti oggi per la gioia di eredi sciacallati, “cleopatre” dopate e travestite e pretenziose Margherite).
Sappiamo bene che invece si è retta con la cassa integrazione pagata dai governi, quando la famiglia e il comparto perdevano soldi e chiedevano al governo di farsi carico degli aiuti sociali.

Il fatto poi che riguardo agli incentivi governativi per il settore auto, la Fiat sia stata capace di attirarne solo il 20/30%, come affermato da Montezemolo, non significa – signor conte – che non siano stati ideati e indirizzati benevolmente ed esclusivamente verso quel settore auto nazionale, in competizione globale – come dice Marchionne, a giustificazione della chiusura di Termini – ma piuttosto dimostra come Fiat, nonostante questa pretesa globalista di Marchionne, non sia assolutamente attrattiva sul mercato quanto, ad esempio,altri costruttori come Renault o Citroen, per non tacere poi dei giapponesi.

Gli utenti italiani, confrontando i prezzi, infatti si accorgono, pur se ammalati di nostalgia, che comprerebbero ben la nuova Fiat 500, ad esempio, ma che allo stesso prezzo si vedono offrire dal mercato auto ben più sostanziose per qualità e per resa. Ma tant’è.

Termini Imerese e tutto il polo industriale siciliano sono stati definitivamente svenduti, lo tengano ben a mente i siciliani: continuino pure ad aspettare ancora indiani o cinesi, tanto è pur sempre molto più comodo delegare ancora ai…. Piemontesi, piuttosto che mettersi a sgobbare in prima persona riprendendosi in mano il futuro di una terra impareggiabile.

Ufficio stampa
L’Altra Sicilia