Una campagna elettorale che non interessa la nostra Sicilia é entrata, nel continente, nella sua fase finale


Abbiamo assistito alla solita farsa della presentazione delle liste, degli imbrogli perpetrati da entrambe le parti, alla pantomima dei ricorsi, alle dichiarazioni degli anatemi, e poi assistiamo ai ripescaggi, nonostante le evidenti irregolarità e l’inosservanza di regole pur esistenti, e proviamo un profondo sconforto lenito soltanto dalla constatazione che in Sicilia, per fortuna, non possiamo essere accumunati a questo malcostume perchè non si vota, altrimenti, anche qui ne avremmo visto delle belle, dato che immoralità e facce toste sono molto diffuse anche da noi e pervadono tutti i gangli della società “al di qua e al di là del faro”, non per fare il borbonico, lungi da noi l’idea, (noi ci reputiamo siciliani,quindi ben altra cosa da borbonici re e reami, distanti da noi mille miglia ), ma piuttosto parafrasando un siciliano degno come Vincenzo Consolo che ha deciso di abbandonare via Volta e Milano e rientrare finalmente a Sant’Agata Militello.

Anche noi, pur imponendoci una dose di ottimismo e senza trincerarci dietro il solito mal comune mezzo gaudio, dobbiamo pero’ constatare che la situazione morale di tutta la classe politica dirigente è talmente grave da farci affermare che ” ‘u chiù puliti havi a rugna…”.

Anche noi pensiamo con rammarico che, noi siciliani, avremmo la possibilità di salutare questa compagnia e riscrivere una nuova pagina di democrazia e di libertà se soltanto avessimo il coraggio di una scelta, quella dell’indipendenza da re, tiranni e falsi dei e di riscriverci la nostra storia.

Osserviamo il panorama odierno: che tristezza vedere le piazze delle grandi città italiane tappezzate da faccioni sorridenti, capaci, stando a quanto c’è scritto nella locandina, di fare una svolta, cambiare una situazione politica che denunciano tutti ormai marcia, rivendicando cambiamenti e riforme che suonano perlomeno fasulle visti i nomi, già conosciuti nelle cronache politiche come figli o fratelli o mogli di qualcuno, alla faccia della meritocrazia.

– Che tristezza vedere da una parte i candidati governatori recitare sul palco, bacchetta, la lezioncina che il maestro scandiva loro, ma che tristezza non vedere dall’altra parte alcuna alternativa possibile, solo il niente assoluto, un Bersani improponibile anche come capocondominio aggirarsi tra mercati di provincia circondato da ex-attivisti di un partito( una volta) almeno fiero;

– che tristezza vedere tanta gente ascoltare con mlcelato interesse la telefonata di un Berlusconi convinto, che da casa sua incita al voto e spara le sue verità;

– che tristezza scoprire che mentre in Sicilia Lombardo si impatta con Micciché e con quanti ci vogliono stare per creare un partito del sud – che pero’ sia bendetto dal Berlusca, quindi partito sempre del nord – tra Milano e Trieste si vivono giornate cruciali perché si discute , non di minchiate come a Palermo, ma degli assetti finanziari nazionali.
Infatti Unicredit, Generali, Mediobanca e fondazioni del Nord-est ridisegnano i centri delle grandi banche. Bazoli di Intesa San Paolo incontra Geronzi, poi arrivano Elkann, Montezemolo, Pesenti, poi Pellinzona, vice presidente di Unicredito perchè ci sono in ballo Generali e RcS quotidiani, e se si decide di scorporare in sette aree territoriali il nascente Banco di Sicilia, lo si fa in assenza dei siciliani, impegnati con il… Partito del sud, nel senso del verbo partire, andare, come stanno facendo o si accingono a farlo tanti giovani che non trovano a casa loro possibilità di lavoro e ripetono la diaspora dei loro nonni e dei loro padri ….

Ora diteci, dove puo’ arrivare la Sicilia cosi’ male percepita e presa in considerazione perché cosi’ mal servita?

Abbiamo accennato al coraggio di una scelta, quella dell’Autonomia effettiva : ma con quali dirigenti?

Quelli che si accapigliano per un piatto di lenticchie e cosi’ male ci fanno percepire in quanto siciliani?

Per favore, mandateli a casa appena potrete, ormai non c’è piu’ tempo, bando agli indugi.

L’ALTRA SICILIA, nel suo piccolo ma a fronte di un impegno totale, è riuscita già a sensibilizzare le autorità sul significato dell’Autonomia. Siamo infatti riusciti a fare accettare la data del 15 maggio, data importante nella storia della nazione Siciliana, come celebrazione della festa della nazione siciliana: è ormai cosa fatta e anche quest’anno Adrano, questa volta raggiunta da Troina, organizza la festa dell’Autonomia.

Come aveva fatto L’ALTRA SICILIA nonostante ostruzionismi e anatemi già da quando a Mazara del Vallo avevano cercato di zittirci dirottando fondi e manifestazioni come un premio Archimede, con rispetto al grande scienziato siracusano, banale e con il solo obiettivo di tacitare la grande manifestazione di Mazara del Vallo, alla fine risolta con grande successo di pubblico e partecipazione di popolo, nonostante gli ostruzionismi dicevamo di sindaci e presidenti di enti inutili come le Province (che, ripetiamo, devono essere cancellate in quanto enti inutili e che dilapidano fondi altrimenti destinati ai cittadini ), che dopo le assicurazioni e le promesse della prima ora si ritiravano ignominosamente dalla manifestazione solo con l’obiettivo di vanificare lo sforzo de L’ALTRA SICILIA e banalizzare la celebrazione.

Ma la vittoria sorride sempre agli audaci.

Abbiamo voluto la festa, ormai sarà (speriamo) celebrata in tutta l’Isola alla data stabilita del 15 maggio e L’ALTRA SICILIA puo’ dirsi fiera di aver riportato nelle coscienze di tutti i siciliani il valore della loro storia più recente, il valore della lotta per l’autonomia -, una vera e propria guerriglia dei siciliani contro il potere centrale – la vittoria infine del diritto del popolo siciliano all’autodeterminazione ricordando le date che hanno scrittto la storia della Sicilia nonostante i tanti detrattori e quanti hanno sempre lavorato perchè la Sicilia non possa riappropriarsi della sua dignità e non possa insegnare al suo popolo ad averne una.

Ufficio Stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo
Movimento della diaspora siciliana nel mondo