Gli spiritosi della Repubblica delle banane

Il governo siciliano presieduto da Raffaele Lombardo negli ultimi mesi non può certo essere accusato di immobilismo. Nel giro di poche sedute i temi dei rifiuti, del piano case, della sanità sono stati affrontati con una decisione (ed un decisionismo) raramente visto sin dai tempi della nascita dello Statuto Autonomistico.

I risultati potrebbero essere epocali e non solo per la Sicilia. Se gli stessi provvedimenti fossero stati presi a Milano o a Parigi ne sarebbero venuti fuori titoloni per mesi. Ma nessuno a nord ha interesse a svelare la propria impotenza politica.

E neanche a sud nessuno ha interesse a farlo: i mezzi d’informazione preferiscono sbattere in prima pagina una qualche insignificante scossa di terremoto o l’ultimo morboso delitto prodotto dal degrado sociale in cui versano le nostre comunità piuttosto che un minimo entusiasmo per le cose che in fondo si muovono.

Siamo lontani dal poter cantare vittoria, sia chiaro. Ma certe “svolte” vanno sottolineate.

Il nuovo piano rifiuti è una vera è propria rivoluzione contro la rapina, il genocidio e la colonizzazione. Chi aveva redatto il vecchio piano dovrebbe essere accusato di crimini contro l’umanità insieme alle aziende che credevano di poter profittare da esso. Il nuovo cancella tutto e sposta l’attenzione sulla raccolta differenziata e sul riciclo.

Il piano case, anche se tenta di salvaguardare un genere di impresa che dovrebbe invece essere boicottato il più possibile, quello delle costruzioni che andrebbero al più abbattute per lasciare il posto ai pomodori, presenta una particolarità che lo mette all’avanguardia e cancella 20 anni di follie legislative italiane: la possibilità di ampliamenti dei corpi abitativi non è stata estesa alle costruzioni abusive, malgrado siano state già sanate. Un seme che se curato a dovere darà presto come frutto la totale svalutazione delle case in questione, case che nessuno vorrà più acquistare sapendo che non avranno gli stessi “diritti” di quelle tirate su legalmente.

Per quanto riguarda la sanità, qualunque provvedimento sarebbe insufficiente a raddrizzare un settore in mano alle multinazionali del farmaco che andrebbe riscritto da zero. Ma avere avuto la forza di serrare qualche fila potrebbe per lo meno regalarci una speranza.

A questi vanno aggiunti altri due eventi che si potrebbe definire epocali.

Il primo è la definitiva approvazione del PEARS, il Piano Energetico ed Ambientale della Regione Siciliana, dopo il via libera del CGA. Il testo non è del tutto soddisfacente a causa di certe ambiguità che dovranno poi essere risolte in sede legislativa, ma anche qui una pietra miliare è stata posata assecondando l’inevitabile declino del petrolio e puntando ad una certa autosufficienza senza però cedere alle fandonie catastrofiste dei fanta-ambientalisti globali.

Il secondo è l’eclatante iniziativa di approvazione di legge popolare di rescissione delle leggi sulla privatizzazione dell’acqua: un altra prima assoluta in occidente che i nostri inutili giornalistucoli hanno pubblicizzato per poche ore ed a mala voglia sulle prime pagine delle testate online. Niente analisi critiche a supporto in questo caso. Ma non se la vantavano di essere tutti di sinistra? Poco credibile che si sia riusciti a portare a termine una tale iniziativa con la partecipazione di 135 consigli comunali senza avere un qualche benestare dall’alto.

Ripeto: dobbiamo ancora vedere come saranno poi applicate le leggi, se queste virate epocali non si disperderanno nei soliti mille rivoli delle burocrazia e del malaffare o se invece si tradurranno in benefici per tutti. Ma da ora in avanti di scuse ne avremo poche: le fondamenta sono state poste.

Certo, la Corte Costituzionale fa finta di non capire lo Statuto e ci nega il gettito fiscale proveniente dalla produzione di idrocarburi. Solo che questa notizia era attesa ed anzi gioca a nostro favore. Senza dare ascolto ai soliti piagnistei secondo i quali la Sicilia sarebbe sempre più schiava dei poteri del nord Italia (ne sono rimasti ancora, di poteri, al nord Italia?), il governo centrale al momento è tanto allo sbando che se si volesse salvare l’unità del paese l’applicazione dello Statuto sarebbe l’ultima possibilità rimasta, visto che toglierebbe terreno alle pulsioni separatiste più forti che non sono poi le pagliacciate leghiste, ma le istanze derivanti proprio dall’avanzata siciliana, come sottolineato correttamente da Napolitano (si veda il post “Fiato sospeso”).

Il punto è che la spaccatura italiana in due è stata già decisa in più ampi lidi e non c’è più niente da fare. Lombardo si è anche permesso di minacciare in modo ancora più esplicito:

Il presidente [Lombardo] si è rivolto “all’autorevolezza morale e istituzionale del nostro Presidente della Repubblica, affinché, nel suo ruolo di rappresentante e di garante dell’unità nazionale, possa richiamare tutti i soggetti investiti di responsabilità pubbliche a considerare con animo più equanime i problemi del nostro Mezzogiorno ed in particolare della Sicilia, affinché si eviti il rischio, che vedo grandissimo, della disgregazione del Paese e di una conflittualità sociale ingovernabile (“La corte costituzionale nega imposte alla Sicilia“, Raffaele Lombardo Blog 27 marzo 2010)

Il provvedimento della Corte Costituzionale va a favore del Nord Italia, mentre la conflittualità adombrata da Lombardo è di matrice siciliana e meridionale. Sarà la scusa per la rottura.

E per quanto riguarda le nuove accuse di mafia rivolte allo stesso Lombardo, diramate durante lo svolgersi delle elezioni in alcune aree chiave del sud del paese si commentano da sole.

Lo stesso procuratore D’Agata, presunto titolare della fantomatica inchiesta il cui nome è stato messo in piazza da Repubblica, si è lasciato andare a dichiarazioni preoccupate, capendo di essere stato messo in mezzo ad un meccanismo che potrebbe schiacciarlo al minimo movimento di ingranaggi:

La notizia non e’ stata certo diffusa dall’Azione Cattolica, c’è chi ha interesse a creare uno stato di tensione sul mondo politico, vera o falsa che sia la notizia…” (“Lombardo indagato, il procuratore di Catania: “Dietro la diffusione della notizia c’è una matrice politica“, SiciliaInformazioni.com 29 marzo 2010)

Quel fesso di Bolzoni, sempre dalle pagine di Repubblica, si crede spiritoso nel dare del “califfo” al Presidente Lombardo: Un “califfo” nella palude siciliana. Anche il neo-boss Liga bussò da lui (Repubblica.it 29 marzo 2010)

Motivo delle accuse:oltre agli altri eventi “epocali” elencati sopra, il tentativo da parte dell’indagato di conquistare il Sud Italia, che quei “poteri” del nord oramai allo sbando vorrebbero tenersi stretto il più a lungo possibile.

Una specie di colpo di stato dei poveracci. Poveracci di spirito, si intende.

Fonte: Il Consiglio dell’Abate Vella