Affabulazione

Oggi che la società della comunicazione, attraverso la tv, i giornali, internet, è diventata luogo di interpretazione degli eventi e delle mode, corriamo il rischio di perdere la bussola del reale, di abboccare alle tesi dei falsi maestri e di cedere infine alla tanto praticata affabulazione.

E’ la società delle immagini che detta le sue regole alla gente e che, se in mala fede, riesce attraverso i suoi “guru” anche a manipolare la verità. Spetta a noi, forse giudicati troppo “bastian contrari”, fare passare i messaggi che riceviamo attraverso il filtro di un’analisi attenta degli eventi e disarmare cosi’ questa affabulazione.

L’entrata in campo di Berlusconi, certo scritta nel leggio del tempo, comunque ha dato un’accelerata alla necessaria trasformazione della politica che ancora viveva negli sbandi di tangentopoli.

Senza voler fare qui l’esegesi della nostra storia più recente, vogliamo pero’ invitarvi ad un’analisi dei cambiamenti avvenuti e dimostrare che l’affabulazione necessita di venire criticata, messa in discussione ma anche analizzata.

Ora, i mezzi di comunicazione hanno assunto un ruolo essenziale nella definizione del consenso ed ormai attori e presentatrici sono assurti a protagonisti della politica tanto da mettere in soffitta lauree, specializzazioni sociali e soprattutto le ideologie e, conseguentemente, i partiti.

Berlusconi ha trasposto in politica tutto il suo mondo imprenditoriale e, all’esaurimento del bacino Mediaset e Fininvest, si è attaccato al mondo della televisione.

Con l’accordo dei vecchi politicanti, tutti insieme al di là delle – una volta serie – divisioni di parte, hanno costruito un cerchio chiuso, la Casta, con un dato numero di personaggi e in questo cerchio hanno compreso deputati, senatori, eurodeputati e, di conseguenza, anche i nominati nei CdA, nelle banche, negli enti pubblici, nelle televisioni di stato, nella pubblica amministrazione, insomma la classe dirigente del Paese, quindi tutti insieme, hanno blindato il cerchio con una legge elettorale che rende i capipartito gestori assoluti della vita pubblica del Paese.

La massa della gente è rimasta fuori da questo cerchio e, mentre i più intelligenti si sono allontanati dalla politica (ma, per questo, altrettanto colpevoli perché sembra essersene lavati le mani) gli ascari si sono iscritti alla platea, a quelli che applaudono senza poter essere ammessi al cerchio dominante.

Cosi’ annunciatrici di rai uno diventano presidenti di commissioni europarlamentari, giornalisti mediocri diventano direttori di testate televisive, attori e comparse diventano personaggi politici. E il giro degli affabulatori crea i personaggi, distorce la verità, impone la sua verità preconfezionata.

L’affabulazione riesce a derubricare persino i crimini.

La casa di Montecarlo ad esempio è stata ormai acquisita alla famiglia Tulliani/Fini senza chiedersene invece la provenienza.

L’affabulazione ci dipinge Obama leader delle minoranze, primo presidente americano di colore, eroe dei diritti civili, speranza dei derelitti ma passa sotto silenzio ad esempio la sua decisione di instaurare il controllo optometrico per schedare gli immigrati.

L’affabulazione ci dipinge verità da anno zero e spesso idioti disegni.

L’affabulazione ci consegna il Ministro-Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo come eroe autonomista ma ci sottace il vero e proprio colpo di stato che lo ha portato a ribaltare i risultati del voto, certo non per affermare idee autonomiste ma per continuare a governare l’Isola.

L’affabulazione ci parla di tentativo lombardiano di dare giustizia alla Sicilia, in verità non ci dice della sua assenza rispetto alla vicenda di Termini Imerese, rispetto alla dismissione del Banco di Sicilia, rispetto all’abbandono dell’unico istituto bancario siciliano esistente a favore di Unicredit, fondazioni del Nord-est, lega ed antisicilanismo latente, ma non tanto.

L’affabulazione ci racconta di Milano Nuova, la lista di candidati emigrati che si sta preparando per le elezioni comunali di Milano, e grida allo scandalo, ma non ci racconta dei diritti oltraggiati di quelle comunità di persone, di lavoratori immigrati che ancora non hanno dignità di cittadini ma solo di sfruttati; non ci racconta dei soprusi che i razzisti del nord fanno vivere agli immigrati, da qualunque luogo provengano, persino dalla Sicilia, figli della diaspora ormai ultracentenaria che ha allontanato le madri dai figli, ha portato i fratelli lontano dalla terra impareggiabile a causa di una classe politica inetta e incapace di portare in attuazione le potenzialità di progresso e benessere insite nello stesso nostro Statuto di Autonomia, altro che emigrazione e lontananza!

Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo