Federalismo alla tirolese

Bxl, 11/02/2011 – Confessiamo che è solo invidia e gelosia che ci spingono a redarre questo articolo.
Ieri avevamo stigmatizzato l’ignavia delle autorità italiche rispetto al rifiuto di Durnwalder, presidente della regione a statuto speciale Alto Adige/Trentino/Sudtirolo, di unirsi alle celebrazioni per l’Unità d’Italia con la giustificazione che loro, gli altoatesini, la presenza dell’Italia la tollerano a malapena, si sentono occupati e non si sognano nemmeno di contribuire, fosse solo con un centesimo, alla Festa dell’Unità tanto pubblicizzata.

Con estrema semplicità, ma con grande arroganza, Durnwalder, a nome, quindi, di una regione fittiziamente creata per servire gli interessi bolzanini e sud tirolesi, si permette di alzare la voce e, grazie alla debolezza di un governo forzato ad accettare supinamente i dictat della Lega e i teoremi della magistratura, rivendica una sorta di indipendenza che non sta né in cielo né in terra. E gliela lasciano passare: nessuna protesta, nessuna presa di posizione critica

Oggi, da parte sua, Raffaele Lombardo, il paladino del movimento per l’Autonomia, ha risposto con i soliti bizantinismi, i giri di frasi e le allusioni che solo lui capisce, ma non è riuscito, come ha fatto il tirolese, fosse anche a fare la voce grossa per invocare il rispetto italico.

Ecco spiegate le ragioni della nostra invidia e gelosia per Durnwalder, tracotante e deciso a farsi rispettare, e della nostra delusione nei confronti del ministro presidente dei siciliani che non riesce neanche a farsi ascoltare, figuriamoci se rispettare, se almeno tentasse di farlo…!

Questo è il punto: farsi rispettare.

Noi siciliani, che avremmo tutto il diritto di protestare per una riunificazione/annessione forzata e che ha tradito anche le “correzioni” alla riunificazione che abbiamo saputo apportare in corso d’opera (Statuto di Autonomia) incredibilmente restiamo zitti e supini ai dictat dello Stato centrale e quando questo ci toglie diritti acquisiti e sacrosanti, siamo i primi ad accettare in silenzio. Ma a nome di che?

Del rispetto che non ci hanno mai portato?

Dello Statuto che ci hanno disatteso e tradito?

Dell’Alta Corte dismessa d’ufficio?

Della totalità delle tasse riscosse che dovrebbe restare in Sicilia,secondo i dettati dell’art 38 dello Statuto di Autonomia, mai applicato, grazie alla furbizia della sede legale stabilita fuori dell’Isola?
Della Tesoreria Unica Nazionale che incamera le tasse per l’estrazione di petrolio siciliano, raffinato in misura del 90% della produzione nazionale (art 37)?
Della furbata di regalare ai privati la gestione di chiese, palazzi, teatri e monumenti, tutto il patrimonio architettonico e monumentale siciliano, togliendone l’onere ma anche l’onore agli ignavi responsabili della regione?

Ci immaginiamo cosa avrebbe detto e fatto Durnwalder se invece di qualche castello, pietre carsiche e baite dolomitiche avesse potuto reclamare un patrimonio architettonico come quello che possiede la Sicilia;

se invece di poche centinaia di migliaia di persone fosse il presidente di oltre 6 milioni di abitanti in patria ed altrettanti fuori confini siciliani, figli della diaspora;

se invece del dialetto ladino potesse esprimersi con una vera lingua nazionale come il siciliano;

se possedesse, lui, il 70% del patrimonio architettonico mondiale!

Certamente sarebbe stato ben capace di alzare il prezzo, già alto, che pretende dallo stato centrale.

Il tesoretto annuo della provincia di Bolzano è pari a 5,2 miliardi di euro, il 90% dei quali restano alla provincia autonoma grazie alla devolution e ad una grossa quota di trasferimenti pubblici. In più Bolzano e Trento trattengono in loco il 90% dell’iva sulle imposte sul registro, su successioni e donazioni, sulle tasse automobilistiche, sulla benzina, le sigarette oltre ai proventi del lotto e al 100% delle imposte sull’energia elettrica.

Come se non bastasse, un accordo con lo Stato centrale dello scorso anno ha ottenuto, alla provincia autonoma di Trento e Bolzano, uno stanziamento di 40 milioni di euro destinati ai comuni confinanti proprio per dare loro qualche spicciolo ed evitare così’la rincorsa verso l’Alto Adige ad esempio di Belluno e dei comuni bellunesi che, a più’riprese hanno già chiesto di cambiare provincia, e questo mentre il siciliano Miccichè, sottosegretario di stato con delega alla programmazione economica (CIPE) non riesce neanche a farsi stornare i 40 miliardi per i fondi Fas per la nostra terra….

Sarebbe come se qualche comune della piana di Gioia Tauro o dell’Aspromonte facesse carte false per potersi accorpare così ad una regione autonoma come la Regione Siciliana (Stato regionale di Sicilia): Ma figuriamoci…

Noi non riusciamo ad attrarre nemmeno i siciliani stessi, costretti alla partenza, ad emigrare, a cambiare non solo comune, ma addirittura Nazione per trovare condizioni ottimali di sviluppo e futuro. Non riusciamo a farci rispettare come il tirolese Durnwalder.

Non lo abbiamo mai saputo fare né mai lo faremo, nonostante la forza delle giuste ragioni. Sono riusciti a modificare il dna siciliano, coraggioso e ribelle delle lotte per la liberazione AN.TU.DO. nell’encefalogramma piatto di un popolo di ignavi che accetta supinamente di essere defraudato e continuamente imbrogliato.

Noi Stato Nazione, costituzionalmente confederati, nelle ambasce di una crisi che è solo nostra, loro, regione fittizia, nelle spire d’oro di un federalismo che non hanno mai cercato.

Ufficio Stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo