L’intervista a Raffaele Lombardo

Non è assolutamente vero che l’emergenza emigrazione colpisca l’Italia, essa colpisce esclusivamente la Sicilia. Lampedusa infatti e tutto il comparto turistico cosi’ come quello ittico nord occidentale sono annientati dalle manovre degli scafisti, ma soprattutto dalla furbizia di Maroni che, con la scusa degli sbarchi, ha fatto riversare sui centri dell’Isola, come Mineo ad esempio, che tanto spaventa Lombardo, i richiedenti asilo ospitati finora nei centri di accoglimento del continente.

Altro che accogliere i rifugiati! Chiedetelo ai lampedusani cosa significa, non ai buonisti di Roma. Ce lo conferma l’intervista di Barresi a Lombardo.

Il Ministro-Presidente, lo dobbiamo confessare, dice cose che condividiamo, soprattutto quando parla degli autonomisti siciliani e delle loro rivendicazioni che invece di arrivare all’applicazione dello statuto si perdono nel correntismo e nello scambismo che L’ALTRA SICILIA ha da sempre denunziato, e che Lombrado stesso sottolinea, come se lui non c’entrasse per niente….

Pubblichiamo quindi l’intervista di Mario Barresi (La Sicilia 8 marzo 2011) a Raffaele Lombardo, ministro presidente della Regione siciliana (Stato regionale di Sicilia) dove alla domanda “E gli autonomisti siciliani?” L’incredibile risposta: per lui l’autonomia siciliana e’ una patologia!

Lombardo: «A Mineo col mitra?»
«Andrò in villeggiatura a 500 metri dal sito per rifugiati, potrei trovare gente di Hamas o talebani»

CATANIA. Magari nei suoi sogni più inconfessabili lo impugnerebbe contro chi «sta orchestrando una trama di attacchi di violenza inaudita contro il governo regionale». Ma il mitra, il governatore Raffaele Lombardo, lo evoca per confessare una paura più intima che autonomista: la “carica dei 2.000” nel cosiddetto Villaggio della Solidarietà a Mineo. Con l’incubo di trovarsi «esponenti di Hamas piuttosto che talebani» all’ombra dei suoi aranceti. «Da quelle parti ho una campagna, di proprietà di mio padre, per la verità. È al di là del fiume Gornalunga, a 500 metri dal sito che ospiterà i rifugiati.

Non so se quest’anno potrò andarmene tranquillamente in villeggiatura o se invece se non dovrò stare col mitra in mano. Ma mitra io non ne ho…».

Presidente, perché la Sicilia dovrebbe avere paura di accogliere i rifugiati?

«Perché si è approfittato dell’allarme immigrati per venire a collocare in Sicilia i duemila richiedenti asilo, già residenti inItalia. Per capirci: si sono svuotati dieci centri per venire a portare tutti i rifugiati in Sicilia, con un inimmaginabile carico di pericolosità per il territorio. Mi dicono che questi soggetti a oggi erano ospitati in siti diversi, suddivisi per gruppi omogenei: afghani, islamici, kosovari…

Ma io immagino che i perseguitati politici d’Israele possano essere i palestinesi di Hamas. E i perseguitati del regime di Kharzai chi sono? I talebani. La gente, alla quale non si potrà proibire di uscire, potrà cercare lavoro e integrazione. Ma mi aspetto che il governo nazionale tuteli i poveri agricoltori e i cittadini di quella zona».

E intanto Lampedusa scoppia…

«La scelta di Mineo non ha nulla a che fare con Lampedusa. Non c’è un solo immigrato “lampedusano” che arriverà a Mineo. E intanto l’isola è in ginocchio: i tour operator l’hanno cancellata, i pescatori sono rovinati perché l’area è “minata” da Mazara a Lampedusa: ti sparano a vista quando di avvicini alle acque territoriali del Nord Africa. Siamo nel 150° dell’Unità, ma viene da chiedersi: facciamo ancora parte dell’Italia? O siamo buoni soltanto per ospitare duemila richiedenti asilo dal resto del Paese?».


Oggi la protesta della Formazione siciliana ha visto migliaia di persone in piazza. Come risponde alla contestazione?


«La manifestazione mi meraviglia molto. Anche perché non so se è contro il mancato pagamento degli stipendi o c’è una componente di reazione alla riforma. Se è per la prima ragione, il lavoratori sappiano che la Regione assicurerà gli stipendi con regolarità e tempestività».


Riforma e tagli vanno avanti, dunque?


«La formazione è sin qui costata alla Regione 300 milioni di euro l’anno. Con questa cifra si poteva un ponte sullo Stretto ogni 5-6 anni, una ferrovia ad alta capacità Catania-Palermo ogni 3 anni. Il problema sono i lavoratori, ma il 30% di spese di gestione e i 1.800 enti accreditati, alcuni dei quali coprono soltanto poche ore. E poi i pezzi della politica che hanno creato ciascuno un proprio centro di potere».


È trascorsa una settimana dalla notizia delle indagini della Procura di Palermo a suo carico per abuso d’ufficio e…


«… e non è successo niente, non c’è alcuna novità. Quando ci saranno novità ne parleremo. A lungo…»


Intanto continua la “rottamazione” dell’Mpa. A che punto siamo?


«L’Mpa non muore, ma sarà il tronco sul quale si innestano nuove esperienze e presenze. Bisogna azzerare tutto, sedersi al tavolo con esponenti forti del Sud e con pari dignità costruire un soggetto sovrano nella propria regione, ma con leadership di una personalità terza, estranea alla politica».


E gli autonomisti siciliani?


«Ci si deve liberare di alcune patologie: il correntismo, un fenomeno intollerabile e la Lega infatti le correnti non le ha mai tollerate. E poi c’è lo scambismo: ci sto se mi dai qualcosa. Non sarà mai più così: ci stai se credi nel progetto, altrimenti sei fuori».


Cosa risponde al Pd che invoca subito un governo politico?


«Il governo politico sarà quello affronterà le elezioni con i partiti che sottoscriveranno un patto. A quel punto ci saranno degli uomini politici nella giunta che affronterà le elezioni per chiedere la legittimazione ai cittadini».


Quando potrà avvenire tutto ciò?


«Si avvierà una fase pre-elettorale: il governo politico potrà essere varato anche otto mesi o un anno prima delle elezioni. Per vincerle, naturalmente».


Ma Berlusconi cosa ne pensa di questo progetto? L’ha sentito di recente?


«È il presidente del Consiglio, con il quale il presidente della Regione deve avere un rapporto istituzionale. L’Mpa vorrebbe votare tutte le riforme che il premier porta in aula, purché nell’interesse del Sud. Non ci appassionano le riforme della giustizia piuttosto che quelle del… cinema. Con Berlusconi abbiamo sottoscritto un patto, il cui originale io custodisco gelosamente. Ma purtroppo non è rispettato nemmeno in una virgola, perché siamo di fronte a un governo nazionale.

MARIO BARRESI

***

Letture consigliate: Correva l’anno 2008 (29 aprile).

Proposte de L’ALTRA SICILIA rimaste inascoltate….

Memento al Presidente dello Stato Regionale di Sicilia

***
L’ALTRA SICILIA – Antudo