Una splendida realtà: la conquista dell’indipendenza

Il vento dell’indipendentismo soffia sull’Europa e riprende nuovo vigore se è vero com’é vero che in Scozia, nel Galles, in Finlandia, i partiti che combattono la loro battaglia per l’indipendenza hanno trionfato nel corso delle recenti elezioni della scorsa settimana e, in un mondo di globalizzati senza orgoglio né dignità, sembrano suonare la sveglia anche per i movimenti più timidi che certamente oggi hanno l’occasione del ripensamento e dell’analisi nella ricerca delle ragioni del loro fallimento sulla via dell’autonomia.

Sardi e veneti stropicciano gli occhi e si risvegliano mentre i siciliani, gattopardescamente, continuano a dormire e sembrano non accorgersi dei cambiamenti in atto in tutto l’orbeterrarum.

Gli “arabi contraddetti” non sono in grado di ripetere le gesta di Alex Salmond o dei gallesi indipendentisti del Plaid Cymrhu, si attorcigliano in governi tecnici, in imbrogli contabili e di bilanci fasulli, assistenzialismo e clientele e perdono il passo nel cammino che gli orgogliosi e più veri indipendentisti segnano nella storia del mondo, avanzando implacabili sulla via delle riforme che stanno portando i loro popoli verosimilmente all’indipendenza dalla patria di appartenenza nominale.

Il popolo sardo ha iniziato un cammino di analisi nella ricerca delle ragioni del fallimento, i veneti seguono il loro governatore che, surrettiziamente, rivendica ruoli e indipendenza senza averne nessuna ragione storica né culturale, i siciliani che ci credono sono impegnati a marciare nelle piazze dei centri più grandi dell’Isola per fare pedagogia, per avviare il percorso della conoscenza che non sembra proprio appassionare i politicanti che invece tendono a lasciare i cittadini nell’equivoco di uno Statuto di autonomia che serve soltanto come alibi all’ignavia e all’inattivismo e come deterrente ad un’indipendenza che soffia ora come vento dell’alba.

Il Ministro-Presidente della Regione siciliana dott. Raffaele Lombardo sventola la bandiera della regione, che vorrebbe pero’ senza i simboli di riferimento, secondo la proposta di un suo compagno di partito che ha chiesto di cancellare la triscele dalla gloriosa bandiera giallorossa della Sicilia. Pero’ ci perdiamo dietro quisquilie, sacrificando tempo e occasioni favorevoli al riscatto mentre i popoli seri avanzano sulla via dell’indipendentismo e di un futuro di riforme.

Nel 2007 avevamo scritto su queste pagine della vittoria dello Scottish National Party, alla faccia degli increduli inglesi e avevamo riportato la gioia manifestata da un eroe di celluloide, lo 007 della Regina, al secolo Sean Connery che reca ancora oggi tatuata sulla spalla destra la scritta “Scotland forever”.

Una battaglia identitaria che aveva portato gli scozzesi ad ottenere ancora più poteri oltre a quelli che già detenevano ed iniziare il cammino verso la Pietra del destino. Ce lo vedete oggi Raffaele Lombardo, con tatuato sull’adipe della sua pancetta la stessa scritta, ma in lingua siciliana “pi sempri sicilia”, che il prestante Connery inalberava a favore della sua piccola patria?

Tante chiacchiere in Sicilia, mentre intanto in Scozia l’indipendenza avanza spedita, grazie ad un sentimento popolare riconosciuto, celebrato senza vergogna e maggioritario nel Paese che ormai, come abbiamo testimoniato in un articolo sull’Isola che riportava una nostra visita ad Edimburgo, ricordando come la bandiera blu con la croce bianca di Sant’Andrea sventolasse su tutti gli edifici pubblici delle città e dei paesi scozzesi, sulle scuole e persino sugli autobus e all’entrata dei pub, centro di incontro e di socialità.

Bandiera blu con la croce bianca di Sant’Andrea, dicevamo, fiera e sventolante, unica e in solitario, non come in Sicilia dove insieme alla bandiera giallorossa con la Triscele, esposta obbligatoriamente grazie alla battaglia de L’Altra Sicilia, facciamo sventolare sugli edifici pubblici accanto a quella biancorossaeverde e, purtroppo, a quella con le dodici stelle che non significano proprio niente nella terra delle magie, dei vulcani e dello stretto della memoria.

Restiamo noi siciliani al palo, nonostante le potenzialità che i padri autonomisti ci avevano creato con uno Statuto pattizio, nonostante la lotta armata sostenuta di fronte ad uno stato centrale tanto democratico da inviare battaglioni di carabinieri per ricondurre alla normalità il delirio di indipendenza dell’Isola.

A questo punto occorre analizzare le ragioni del fallimento, ferma restando la nostra profonda sfiducia nei siciliani che surrettiziamente utilizzano lo Statuto per addormentare la spinta all’indipendenza del popolo.

Gl scozzesi di Salmond continuano nel cammino virtuoso di riforme che ha consentito la creazione, negli ultimi due anni di ben 46 mila nuovi posti di lavoro, dire no al nucleare a favore di una nuova green energy senza lasciare agli ecologisti il primato della lotta ambientale, aumentando la sicurezza dei cittadini sempre sfruttando le potenzialità insite nel lavoro di un Parlamento nazionale che è riuscito a cacciare i mercanti dal tempio, laburisti, liberali e conservatori, anche nel corso delle ultime elezioni, riuscendo ad ottenere la maggioranza assoluta.

Adesso Salmond può intravedere il traguardo finale: ha già programmato infatti il referendum che sicuramente porterà il popolo fiero delle Highlands, alla definitiva separazione da Londra col “coraggio dell’indipendenza”.

I figli di William Wallace, il grande Braveheart, ci avranno così insegnato come un popolo, con fierezza e dignità, può raggiungere una vittoria che fino a pochi anni fa poteva essere pura utopia ed invece oggi è diventata una splendida realtà: la conquista dell’indipendenza.

Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo