Mozione su legge voto all’estero, abolizione CGIE e potenziamento Comites

Presentata dai deputati Pepe e Guzzanti del gruppo misto alla Camera una Mozione su legge voto all’estero per l’abolizione del CGIE e il potenziamento dei Com.it.es

La Camera, premesso che:

– l’articolo 48 della Costituzione prevede che « La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività»;

– tale diritto è stato assicurato dalla legge 27 dicembre 2001, n. 459 e del relativo regolamento attuativo (decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2003, n. 104), che hanno dato attuazione alle modifiche dell’articolo 48 della Costituzione (legge costituzionale 17 gennaio 2000, n. 1) e degli articoli 56 e 57 della Costituzione (legge costituzionale 23 gennaio 2001, n. 1) con i quali si è istituita la circoscrizione estero;

– il complesso delle norme ha disciplinato l’esercizio del diritto tramite il voto per corrispondenza, espresso dai cittadini iscritti nelle liste elettorali della circoscrizione estero; l’elettore, una volta espresso il voto, spedisce la scheda elettorale votata all’ufficio diplomatico consolare nella cui circoscrizione è residente. Spetta poi ai consolati inviare le suddette buste in Italia;

– già nelle elezioni politiche del 2006 si sono verificate rilevanti disfunzioni e brogli tali da invalidare l’elezione di un senatore e da provocare l’intervento della magistratura nei confronti di altri eletti all’estero; in due casi gli atti di accusa della Magistratura sono stati bloccati dalla Giunta per le elezioni;

– ulteriori disfunzioni si sono verificate in relazione alla tornata referendaria del 2011, dove gli iscritti all’AIRE avevano ancora più importanza ai fini del superamento del quorum necessario a dare validità al referendum; in tale occasione dei 3,3 milioni di aventi diritto hanno votato poco più 760.000 elettori, cioè il 23%, in calo rispetto al 39% delle precedenti politiche del 2008;

– più volte è stata segnalata la presenza di posizioni disallineate tra iscritti all’AIRE, iscritti negli schedari consolari ed elettori iscritti negli elenchi del Ministero dell’interno: secondo alcune rilevazioni si tratterebbe di oltre 900.000 cittadini, circa il 20% degli iscritti all’AIRE, ai quali viene di fatto negato il diritto di voto; ulteriori gravissime disfunzioni (per non parlare di brogli) si sono verificate nella gestione e nell’invio dei plichi postali necessari per l’esercizio del voto;

– le indagini ministeriali e della Magistratura hanno mostrato come l’anello debole del procedimento siano i consolati a cui spetta la stampa e la gestione delle schede elettorali, l’invio agli elettori e la raccolta delle schede votate;

– tra gli effetti di non immediata percezione della legge sul voto degli italiani all’estero, si registra il depotenziamento del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (C.G.I.E.), istituito con Legge 6 novembre 1989 n. 368 (modificata dalla Legge 18 giugno 1998, n. 198) e disciplinato dal regolamento attuativo di cui al D.P.R. 14 settembre 1998, n. 329, quale organo di consulenza del Governo e del Parlamento sui temi di interesse per gli italiani all’estero; il Consiglio, composto da 94 membri, deriva la sua legittimità rappresentativa dall’elezione diretta da parte dei componenti dei Comitati degli italiani all’estero (Comites) istituiti dalla legge 23 ottobre 2003, n.286;

tuttavia mentre i Comites sono organi locali di elezione diretta, cui sono eleggibili i cittadini italiani residenti nella circoscrizione consolare e candidati in una delle liste presentate, purche’ iscritti nell’elenco aggiornato di cui all’articolo 5, comma 1, della legge 27 dicembre 2001, n. 459, e in possesso dei requisiti per essere candidati alle consultazioni elettorali amministrative, e quindi rappresentano un reale punto di contatto tra la comunità italiana all’estero e il nostro Paese, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero non ha dimostrato né consistenza, né utilità,

il 3 novembre 2011, poche settimane prima delle dimissioni del Governo Berlusconi, sono state approvate diverse mozioni che impegnavano il Governo sia a provvedere alla verifica ed al coordinamento degli elenchi degli elettori all’estero in possesso dell’AIRE, con quelli dei Consolati e del Ministero dell’interno, sia ad avviare iniziative normative volte a modificare la disciplina del diritto di voto degli italiani residenti all’estero al fine di assicurare trasparenza e regolarità a procedure di voto;

dalle verifiche effettuate presso l’Ufficio per il controllo parlamentare, dei diversi impegni adottati, risulta essere stato perseguito (e di questo va dato pieno merito al Ministero degli esteri) solo quello relativo all’allineamento delle anagrafi AIRE, consolari e del Ministero dell’interno, allineamento che risulta essere, ad oggi del 91% (rispetto al 79% del 2004)

in considerazione dell’approssimarsi di elezioni politiche che saranno decisive per il futuro del Paese;

impegna il Governo

a provvedere alla piena adozione delle mozioni in materia di voto degli italiani all’estero approvate il 3 novembre 2011 (1-00655, 1-00663, 1-00672, 1-00716, 1-00717, 1-00727) ed in particolare:

– a completare il processo di verifica ed aggiornamento delle liste elettorali degli italiani all’estero;
– a prevedere il controllo puntuale del requisito di residenza dei candidati espressamente richiesto dalla legge istitutiva sul voto degli italiani all’estero;
– a valutare la possibilità di abolire il voto per corrispondenza e a ripristinare l’esercizio di voto nei seggi elettorali all’uopo costituiti dai consolati, proponendo gli opportuni correttivi o nell’ambito della prevista riforma della legge elettorale nazionale o tramite un autonomo disegno di legge;

impegna altresì il Governo

– a sopprimere il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (C.G.I.E.);

– a potenziare i bilanci e le attività dei Comitati degli italiani all’estero (Com.it.es), consentendo loro di operare tra gli eletti all’estero e la comunità emigrata cui fanno riferimento.