FIERA DI MESSINA. UN ALTRO PASSO INDIETRO

Bruxelles, 25/04/2005 – La Fiera di Messina è stata in tempi, ahimé, troppo lontani, un appuntamento riconosciuto dell’imprenditoria siciliana che faceva bella vetrina di sé in un evento che riusciva a coniugare interessi commerciali, artistici e turistici.


Col passare degli anni però, in una città che non ha sviluppo e continua a non aver memoria, la classe dirigente riusciva a dilapidare quel patrimonio di conoscenze rendendo la Fiera Campionaria di Messina, del mese di agosto, alla stregua di un mercatino rionale i cui prodotti più rappresentativi restano le magliette con la dedica, il luna park e i venditori di focaccine.

Dopo le vicende giudiziarie della sua amministratrice delegata, la Fiera di Messina poteva auspicare ad una rifondazione ed alla sua rinascita attraverso un evento come la Fiera di Maggio, ad esempio una Fiera mercato con missioni commerciali provenienti dall’estero che avrebbero dato linfa vitale alle attività economiche, allo sviluppo e alla ricettività turistico-alberghiera della città oltre che ri-ossigenare una manifestazione volutamente asfittica e senza interesse.

L’Altra Sicilia, associazione di diritto internazionale al servizio della Sicilia e dei Siciliani “al di qua ed al di là del Faro”, si era impegnata a propagandare l’evento e, grazie al lavoro certosino dei responsabili del Consorzio Terre di Sicania, era riuscita a far convergere per il 5 maggio a Messina oltre 60 tra consulenti di aziende, rappresentanti delle Camere di Commercio, giornalisti e politici , provenienti ad esempio dal Qatar, dagli Emirati Arabi, ma anche dai Paesi baltici, dalla Polonia, dal Lussemburgo, dalla Romania e Bulgaria, dall’Iran, col presidente Katami in persona, annunziato a Messina, a capo delle delegazione.

L’Ente fiera e la Regione Siciliana però, dopo aver deciso il finanziamento della manifestazione hanno rinviato l’evento adducendo motivi tecnici come scusante.

L’Altra Sicilia, comunica che tutto questo avviene in Sicilia, nella colonia Sicilia, in una città che non riesce nemmeno a darsi un sindaco e convive con un commissario che visita Messina soltanto due volte per settimana.

Una città senza memoria che è riuscita a cancellare le sue strade, disegnate dallo stesso Juvarra, a vantaggio di un tram inutile, retaggio ad un malinteso progresso che vorrebbe una città di vento e di mare sugli standard delle metropoli continentali lontane.

Una città che non riconosce più se stessa, perduta tra Scilla e Cariddi, nella “fatamorgana” delle illusioni sociali e della disorganizzazione civica.

Eugenio Preta