Se Atene piange … Sparta non ride!

Avvicendamento alla guida dei DS siciliani

Palermo, 31 Gennaio 2005

Abbiamo commentato da poco la sostituzione verticistica alla guida del principale partito di governo per ritrovarla identica (o quasi) nel principale partito di opposizione. Sì, è vero, lì non c’è un “padrone”, ma per il resto cambia davvero poco.


Chi interpreta tale scelta romana come quella di una mediazione tra le due correnti del partito (fassiniani e “correntone”) dimostra ancora una volta di interpretare la politica siciliana con cirteri esterni ad essa.

In realtà la sinistra siciliana è da molti anni dilaniata da una lotta tra funzionari di partito (legati ad alcune correnti “nazionali”) ed outsider che hanno più radicamento nel territorio, sicuramente più autonomi (vorremmo dire “quasi” sicilianisti) che non possono fare altro riferimento se non alla sinistra interna al loro partito se vogliono un appoggio in sede nazionale.

La scelta di Roma è, però, come sempre quella di … non scegliere tra le forze che portano un vento nuovo (sia pure in modo parziale) e quelle del consociativismo e della conservazione pura e semplice. I candidati di mediazione servono ancora una volta a dimostrare che la Sicilia è colonia!

Colonia che non ha diritto alcuno, né è in grado di esprimere nemmeno chi guida le proprie “filiali” dei partiti nazionali. E’ già successo qualche anno fa nella CGIL nella contesa tra Tripi e Miceli; si ripropone oggi in quella tra Cracolici e Fava.

Perché non escono allo scoperto i Siciliani veri di sinistra?


Perché non prendono esempio dagli altri schieramenti politici (i moderati di diverse formazioni politiche) dove si stanno creando partiti regionali che gestiscono l’Autonomia in modo veramente autonomo?

E questo non certo per fare “inciuci” con analoghi partiti regionali di centro-destra, ma per mettere in chiaro la propria posizione istituzionale nei confronti del centralismo peninsulare.

Se invece avrete lo snobismo di considerare il Sicilianismo una “devianza” di destra, se non ne riconoscerete la natura fondamentalmente emancipatoria, democratica e popolare, correrete il rischio di lasciare ad altri una bandiera che deve essere di tutti, di chiudervi in un ghetto “alienato” dal resto della società siciliana, e di dovere subire servilmente i “diktat” delle vostre centrali partitiche.

Ci sono uomini “liberi e forti” nella sinistra siciliana?

O solo movimentisti a-siciliani contro grigi funzionari di partito?

Non lamentatevi poi del 61 a 0!

L’Altra Sicilia – al servizio della Sicilia e dei Siciliani