Gli insegnamenti siciliani a scuola

L'Altra SiciliaLa scuola, principalmente quella pubblica, è ed è stata uno dei più formidabili strumenti per la costruzione delle nazioni europee moderne. Nei banchi di scuola si forma l’anima di un popolo e una delle principali ragioni dello straniamento dei Siciliani dal loro passato e dalla loro identità è dovuta ad una scuola italiana che ha falsificato la storia creando i miti della liberazione di Garibaldi e della perenne italianità della Sicilia.
Così dobbiamo appropriarci – senza tollerare ingerenza alcuna – del diritto di dare ai nostri figli la ”Nostra” versione della storia e della società, nel rispetto di un orientamento pluralistico e democratico, e non quella dei “vincitori”, se tali saranno ancora.
Così si deve rivendicare una piena e totale autonomia nel campo dei programmi scolastici (all’infuori quindi delle norme generali riservate alla legislazione italiana). Ovviamente – come si è già detto – tale potestà non servirebbe soltanto per difendere l’identità minacciata del Popolo Siciliano ma anche per costruire una scuola moderna in cui i giovani possano ricevere una formazione adatta ad essere ottimi cittadini e ad inserirsi nel migliore dei modi nel mondo del lavoro: quindi una scuola aperta all’innovazione ed alla sperimentazione, efficiente logisticamente, informaticamente attrezzata, ma anche qualitativamente attenta ai contenuti ed al valore sostanziale del titolo di studio.
Questi aspetti, però, riguardano anche la scuola italiana o la formazione professionale ed esulano perciò dagli obiettivi del presente Punto. Nel seguito ci si concentra, perciò, sugli insegnamenti che contribuiscono a formare la nostra identità.
In primo luogo uno dei nostri massimi tesori è la Storia. È la storia che ci consacra Popolo; i Siciliani devono sapere della civiltà Siceliota e delle sue grandezze, della lunga grecità della nostra storia, del fiorente Emirato di Sicilia, del glorioso Regnum indipendente, dell’eroica Guerra del Vespro, della tormentata e breve vita del Regno di Trinacria, delle luci ed ombre del lungo Viceregno, delle grandi Rivoluzioni del 1812 e del 1848, del vero volto del c.d. Risorgimento, della successiva storia “regionale”, dei Fasci, del Separatismo, dell’Autonomia. È necessario un insegnamento obbligatorio in tutte le scuole, di ogni ordine e grado, a fianco della storia generale che non può certo essere trascurata.
Poi, c’è la Civiltà siciliana: abbiamo un tesoro di letteratura, arte, musica, teatro e cosi’ via che è semplicemente ignorato per sacrificarlo ai soliti ”Rinascimenti” e “Promessi Sposi”. Anche questo insegnamento, diversamente graduato nelle diverse scuole, deve essere presente dappertutto a discapito della ”letteratura italiana” che, per quanto di indubbia importanza, è decisamente sovradimensionata.
Nello stesso insegnamento va compresa la ricchissima letteratura siciliana in lingua italiana (che ha anche dato due premi Nobel all’Italia oltre che alla Sicilia: Luigi Pirandello e Salvatore Quasimodo), sia quella a diffusione “regionale” sia quella a diffusione “nazionale”.
Ancora, sempre in tutte le scuole, dev’essere impartita la Lingua Siciliana, non più dialetto, ma lingua standard, con spazio almeno pari a quello della lingua italiana, necessaria per implementare il bilinguismo e diffondere la cultura in lingua siciliana. Per far questo di istituire una commissione di linguisti che dovrà produrre una grammatica ed un vocabolario “ufficiali” della Nostra lingua.
Un certo spazio deve avere pure la Geografia, poiché l’arte, la civiltà, la storia, presuppongono un quadro di riferimento strutturale.
Nelle scuole in cui sono presenti insegnamenti giuridici è importante valorizzare il Diritto, ormai sempre più “sicilianizzato”, e, per tutti, la conoscenza dello Statuto-Trattato Costituzione di cui si è detto: tutti i futuri cittadini dovranno conoscere la Carta Fondamentale che regola la vita del nostro Stato.
Un’attenzione particolare dev’essere dedicata al tema delle Lingue, in ragione Nostra particolare posizione geopolitica. Il loro insegnamento, con metodi attivi e realmente efficaci, deve assorbire gran parte delle ore a disposizione per spezzare l’isolamento della Sicilia: nelle scuole che non hanno insegnamenti “tecnici”, ci dovrà essere una sostanziale equivalenza  tra gli insegnamenti delle lingue (di tutte le lingue, comprese italiano e siciliano) e le restanti, divise più o meno equamente tra un gruppo storico-sociale (storia, storia siciliana, siciliana, storia dell’arte, diritto ed economia, … ) e un gruppo “scientifico” (in gran prevalenza di carattere matematico per la particolare importanza formativa che questa disciplina assume per gli studi superiori ed universitari).
L’inglese dovrà essere presente in tutti i curricula scolastici; dovrà essere favorita la diffusione dello spagnolo come seconda lingua straniera (ma dovrebbero essere presenti anche il francese, il tedesco e, se possibile, anche il russo e il portoghese); in alcuni indirizzi dovrà essere introdotta la lingua araba; dove sono insegnate le lingue classiche dovrebbe es sere rivista la ponderazione a favore deI greco classico in modo da riequilibrarne l’importanza nei confronti deI latino, in ragione deI nostro particolare legame con la cultura ellenica. Particolari norme saranno previste per i comuni di tradizione albanese quelli gallo-italici a tutela della loro particolare identità.
 
L’ALTRA SICILIA – Bruxelles 2004