Comunità all’estero al voto (forse)

Elezioni ComitesSi preparano nel silenzio le elezioni per il rinnovo dei Com.it.es, i comitati degli italiani all’estero, dopo ben 10 anni di rinvii senza ragione.
 
Intanto il Ministero Affari Esteri, lui sì che si rinnova ciclicamente in media ogni due anni (Terzi, Bonino, Mogherini…), ha chiuso consolati e cancellerie consolari, per motivi di bilancio ma si è guardato bene dal razionalizzare spese inutili come quelle relative alle Ambasciate ed alle guarentigie degli ambasciatori e lascia aperta ad esempio la doppia di Bruxelles. 
 
Poi non è riuscito ad approntare una seria riforma dell’AIRE, i registri dei residenti all’estero, sicuramente sorpassati dagli avvenimenti che vedono una fuga verso il nord lontano di interi paesi e intere generazioni senza lavoro in Patria, tanto che non si sa chi siano gli emigrati, da dove vengano  e dove vivano.  Altra nota dolente è rappresentata da il Consiglio generale degli Italiani all’Estero (CGIE) espressione di vero consociativismo e spartizione partitica di fondi che  ha continuato imperterrito la sua opera di dilapidazione di fondi che avrebbero invece potuto essere destinati ai bisogni vitali delle comunità emigrate orbeterrarum ed ha continuato nelle sue riunioni transcontinentali inutili e che non servono a niente(l’ultima in Sudafrica).
 
Il CGIE addirittura risulta ancora composto da rappresentanti di partiti che non esistono più, di sindacati decotti e di giornali e media falliti da tempo. 
Per non parlare dell’opera dei rappresentanti delle comunità emigrate eletti al Parlamento e al Senato che nessuno conosce, tranne pochi , che si distinguono per silenzio e mancanza di iniziative dirette alle comunità che li hanno eletti. Un voto che ha dimostrato limiti e manipolazioni evidenti, che ha manifestato brogli e manipolazioni persino nel colore delle schede inviate allo scrutinio.
 
Ma torniamo ai Comites, incapaci di farlo con i loro strumenti, dopo i brogli rilevati e mai sanati  in occasione del voto all’estero, i Consoli hanno chiesto ora alla comunità emigrata di farsi riconoscere per ricevere la scheda elettorale. Noi ci domandiamo: ma chi ha presentato le liste? In tanti consolati (esempio in Norvegia, Grecia, Finlandia eccetera) sono scaduti i termini di presentazione delle liste senza registrare nessuna candidatura. 
 
E’ vero che ci sono circoscrizioni più impegnate, come a Lussemburgo dove le liste sono due , entrambe dello stesso colore e dove lo stesso comitato elettorale che dovrebbe controllare il buon svolgimento delle procedure di voto è composto da due associazioni , guarda caso dalle cui fila provengono i candidati ed entrambe palesemente di sinistra (circolo curiel e, più defilata, l’Ass. regionale dei Campani), ma l’impegnato piccolo Granducato non può far testo..
 
Ma è vero ugualmente che le comunità emigrate sono stanche ad esempio dell’ottusità delle autorità che rifiutano di comprendere le loro esigenze ed insistono con le programmazioni degli istituti di cultura che organizzano mostre sulle chiese rupestri del trentino o concerti della corale di santa cunegonda, e soprattutto dimostrano di rifiutare i giochetti della politica e di essere trattati per legge (voto all’estero, preda  sempre di imbroglioni) come cittadini di serie B che necessitano di particolari cautele.
 
Basta le comunità emigrate non ci stanno, il paese è alla frutta, ma restano sempre quei quatto approfittatori che da questo caos riusciranno ad estrarre il loro tornaconto personale, con buona pace della comunità emigrata, abbandonata e assimilata senza la necessaria integrazione.
 
Eugenio Preta