L’OPINIONE – Nè terroni nè meridionali nè altro, ma Siciliani di Marcello Russo

Contro la venuta di Salvini in Sicilia è stata organizata una manifestazione chiamata “orgoglio terrone” con tanto di bandiere siciliane sventolanti.
Ma che orgoglio sarebbe, scusate?
Questa moda di definirsi “terroni” nasce a seguito dell’uscita del libro di Pino Aprile, ma questo libro non parla della Sicilia – se non indirettamente – ma della parte meridionale della penisiola italica. E infatti meridionalisti e neoborbonici – che cercano al pari degli unitaristi italiani di manipolare, per i lori fini politici, la storia della Sicilia – ne hanno approfottitato facendo molta propaganda.
I siciliani non sono nè terroni, nè meridionali, ne altro, sono semplicemente siciliani, e la Sicilia non è sud italia, nè meridione, nè altro, è semplicemente Sicilia.
Tutti quegli epiteti e appellativi servono solamente a disintegrare lo spirito nazionale siciliano. Non ne abbiamo bisogno, noi sappiamo cosa siamo e non abbiamo il problema d’identità presente nella parte meridionale della penisiola italica. Problema che si evince proprio dall’uso quei nomi – sud, meridione, ecc. – che negano l’esistenza di una nazione, definendo quel territorio solo come espressioni geografiche e legato a un qualcosa di più ampio.
Questo problema, nel sud italia, è sempre esistito, anche sotto il Regno di Napoli. La città partenopea non riusciva a rappresentare le varie popolazioni che abitavano quei luoghi e anche per questo i sovrani “napoletani” pretendevano di continuare a chiamare il loro Stato, Regno di Sicilia (citra Farum, cioè al di qua del Faro),  volendo riconquistare la Sicilia.
I Borbone ci riuscirono nel 1816 e chiamarono il nuovo Stato (creato a tavolino), Regno delle due Sicilie. Si richiamarono, dunque, sempre alla Sicilia per cercare di creare un legame identitario, un qualcosa in cui riconoscersi e che Napoli non riusciva a garantire alle popolazioni della parte continentale del Regno.
Il Regno di Napoli, come il Regno delle due Sicilie (e anche lo Stato italiano) erano Stati, ma non Nazioni. Lo si evince anche dal fatto che i siciliani sono sempre stati per l’indipendenza della Sicilia (un concetto universale e senza tempo), nel sud italia invece ci sono i neoborbonici, cioè gente che vive nel passato richiamandosi a figure e istituzioni ormai fuori tempo.
La Sicilia, dunque, era, ed è tutt’ora, una Nazione. E questa sua granitica forza le ha permesso di esistere per millenni nonostante l’incontro con altre culture, facendo sì che gli abitanti dell’isola di Sicilia non si snaturassero ma che da quegli incontri/scontri nascessero dei nuovi siciliani, diversi da quelli precedenti ma sempre siciliani.
Se un giorno non dovesse più esistere l’italia, cosa sarebbe il “sud italia”? Boh, non si sa. Noi, qualsiasi cosa succeda, rimarremo sempre siciliani.
 
Marcello Russo
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PS : Purtroppo tantissimi siciliani non hanno ancora capito che la Sicilia non è il Sud e non hanno capito che chiamare uno stato o una regione con una coordinata geografica è il modo migliore per negarne l’esistenza: “La Sicilia è la Sicilia”, punto e basta. FPC