I ‘Misteri’ di Trapani, una tradizione che va avanti da quattrocento anni

La Quaresima annuncia, in questa città siciliana, il rito medievale della discesa di Gesù dalla croce. La storia e il significato di una manifestazione religiosa che si sposa con l’arte e l’artigianato siciliano.

La Quaresima annuncia a Trapani il rito medievale della discesa dalla croce. Con la processione dei ‘Misteri’ evento e tradizione da oltre quattro secoli danno vita a una manifestazione religiosa tra le più antiche del nostro Paese. Per circa venti ore consecutive la processione percorre le vie della città, gremite di gente. Colori e preghiere si mescolano agli aromi che si sprigionano dai banchi dove si alternano dolci tipici, fiori, ceri e incensi.

I ‘Misteri’ sono venti raffigurazioni artistiche della Passione e Morte di Cristo: diciotto gruppi e i due simulacri di Gesù Morto e di Maria Addolorata. E’ certo che fino al 1594 non esisteva a Trapani alcuna cerimonia per il Venerdì Santo e a tal riguardo sembra che la scomparsa ‘Processione delle Marie’, organizzata in questa città il Giovedì Santo dalla Confraternita di Monserrato possa essere considerata come un rito anticipatore della processione dei Misteri.

Dal 1600 ad oggi, con poche interruzioni, ogni Venerdì Santo si rinnova l’evento della ‘Processione dei Misteri’. Inizialmente i ‘Gruppi Sacri’ erano soltanto sei, oggi, come già ricordato, se ne possono ammirare diciotto. Ogni singolo ‘Mistere’, espressione del raffinato artigianato trapanese, rappresenta una scena della passione di Cristo. Il più antico tra questi è l’Ascesa al Calvario.

Le Opere scultoree realizzate in tela, legno e colla poggiate su una base in legno vengono addobbate per l’occasione con composizioni floreali e oggetti in argento.
Dal pomeriggio del Venerdì Santo a quello del sabato Santo la folla si accosta al mistero della morte e risurrezione di Cristo. Per chi ha avuto modo di vivere l’esperienza dei ‘Misteri’ di Trapani o per i trapanesi è impossibile immaginare la città senza la Processione che si ripete da Quattrocento anni. Ma cosa significa esattamente la parola ‘Misteri’?

Secondo quanto riportato da Beppino Tartaro, studioso di questa tradizione religioso-popolare, sul sitowww.processionemisteritp.it, “Molta pubblicistica fa derivare il termine dal latino ‘ministerium’, cioè ufficio religioso. Etimologia a mio avviso impropria. Basti consultare il Battaglia ‘ad vocem’ per apprendere che il termine ‘Misteri’ (nel suo singolare, mistero), significa prevalentemente mistero religioso, ma anche, seppur in un accezione più desueta, ‘mestiere, categoria sociale, ceto’. Pertanto, considerato che i gruppi sacri vennero concessi alle corporazioni sin dai primi anni, il termine va a mio avviso fatto risalire ad una felice intersecazione etimologica che sta ad indicare, insieme, il carattere prettamente religioso e quelle popolare-corporativo: le due anime, appunto, dei Misteri”. Altre fonti storiche sostengono che la parola Misteri abbia un duplice significato: in dialetto siciliano vuol dire Mestieri (dal latino Ministerium, ufficio) o potrebbe derivare dal greco ‘mystes’ che vuol dire iniziato. Nella processione dei Misteri di Trapani le due accezioni si fondono dato che, oltre al mistero della Passione, ad ogni gruppo scultoreo si associano le corporazioni di arti e mestieri della città.

La forma nella quale il rito è giunto fino ai nostri giorni risale all’inizio del Seicento. La tradizione deriverebbe, per alcuni, dalla Spagna da dove fu importata nel XVI secolo. Il nome originario sarebbe stato ‘Las Casazas’ che cambiò alla fine della dominazione spagnola in Sicilia. L’altra tradizione vorrebbe invece che la festa sia nata dopo l’arrivo della Compagnia del Gesù in città nel 1581. I padri gesuiti fondarono la Confraternita del Preziosissimo Sangue di Gesù che si fuse, in un momento successivo, con quella di San Michele. Da queste confraternite ebbe origine la processione dei Misteri la quale, facendo uso di gruppi scultorei raffiguranti i diversi momenti della Passione, sostituì i cortei dei penitenti diffusi in precedenza.

La rappresentazione scenografica dei Misteri è ambientata più nell’epoca medievale che ai tempi dell’occupazione romana della Palestina. Si possono notare soldati dalla divisa spagnoleggiante o elmi sostituiti da immaginari pennacchi, per non dir poi che spesso i volti di alcuni personaggi (come il giudeo della Spogliazione ) altro non erano che raffigurazioni di uomini dell’epoca (nel caso specifico, sembra che il giudeo fosse tal  ‘Setticarini’, l’aiutante del boia allora presente a Trapani).
La data di costruzione dei gruppi non è certa, quello che si conosce è invece la data del più antico atto di concessione: è il 20 aprile 1612, quando si affidò ai ‘poveri jurnateri’ (lavoratori a giornata o stagionali), il gruppo dell’Ascesa al Calvario. I sacri gruppi caratterizzano episodi unici nel panorama pasquale. Gli artisti trapanesi, nel realizzare i Gruppi, aggiunsero una loro personale interpretazione dei vari episodi. Gli ultimi gruppi realizzati dai maestri trapanesi videro la luce nel 1772, anno in cui la processione divenne simile a quella che ancora oggi conosciamo ma accompagnata da cantori.
A partire dalla metà dell’800 i cantori furono sostituiti dalle bande musicali e le maestranze non portarono più in spalla il ‘Mistere’ ma tale compito fu affidato ai ‘massari’ dietro compenso. Dopo gli eventi della seconda guerra mondiale i ‘Misteri’ trovano una sede stabile nella Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio e negli anni Cinquanta la fase organizzativa della processione venne affidata all’Ente Provinciale per il Turismo.

Ogni Gruppo di cui si compone la Processione dei ‘Misteri’ ha una sua organizzazione sancita a suo tempo da atti notarili. I singoli Gruppi fanno capo ai vari ceti sociali i cui esponenti si organizzano fra di loro per assegnare le varie cariche e così si costituiscono in Consoli con a capo un Capo Console, e attorno a loro una schiera di collaboratori.

Ognuno dei diciotto gruppi scultorei più l’urna con Cristo nel sepolcro e la Madonna Addolorata sono affidati a uno o più ceti cittadini che, nel corso dei secoli, anche in ragione dei mutati rapporti di forza a livello sociale, si sono dati il cambio. I Sacri Gruppi, come racconta Tartaro, che compongono la Processione dei ‘Misteri’ sono diciotto, più i due simulacri di Gesù Morto e di Maria Addolorata.
La tecnica di realizzazione delle statue consiste nello scolpire nel legno i volti, le mani ed i piedi, così come di legno è lo scheletro. Internamente sostenuti da ossature in sughero, sui quali si modellavano gli abiti grazie al fatto che la stoffa, precedentemente immersa in una mistura di colla e gesso, permetteva una maggiore naturalezza degli abiti e maggiore plasticità espressiva, secondo una tecnica tipicamente trapanese, detta ‘carchèt’.
Per la realizzazione di questi gruppi non ci si ispirò all’iconografia classica, ma ad episodi citati nei Sacri Testi o nei Vangeli Apocrifi ed aggiungendo anche delle personali interpretazioni.
Le statue sono fissate ad una base lignea detta ‘vara’, con un procedimento particolare, al fine di consentire una certa oscillazione durante il trasporto, tale da esprimere una scenica rappresentatività al gruppo. Alcune di queste ‘vare’ sono state stupendamente intagliate dagli artigiani trapanesi con le raffigurazioni di putti, simboli del ceto di appartenenza o vedute di Trapani.
La ‘vara’ appoggia su ‘cavalletti’ di legno e questi ultimi sostituirono le forcelle. Infatti nei primi anni della processione, quando i gruppi dovevano effettuare delle soste, appoggiavano proprio sulle forcelle che sostenevano l’intero peso. Tuttavia, questa soluzione presentava molte difficoltà ed erano frequenti rovinose cadute dell’intero gruppo. Si pensò pertanto di sostituirle con i ‘cavalletti’ che, se hanno aumentato il peso dell’intero gruppo, hanno tuttavia permesso una maggiore sicurezza nel trasporto. Dal 1950 si iniziò a coprire i cavalletti con un sontuoso mantello nero (‘a manta), sul quale è impresso il nome del ceto di appartenenza.
Proseguendo, si avviano le contrattazioni per le scelte della banda musicale, degli artigiani per gli addobbi floreali, per le scelte della squadra dei ‘massari’ e del vestiario dei figuranti e di tutto quanto si rende necessario. A partire dalla metà dell’800 i cantori furono sostituiti dalle bande musicali e le maestranze non portarono più in spalla il ‘Mistere’, ma tale compito fu affidato ai ‘massari’ dietro compenso. Questa capillare organizzazione consente ogni anno di programmare per tempo l’evento.
Come ogni anno tutto ha inizio alle ore 14,00. Lentamente i venti Gruppi escono dalla Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio mentre una folla di fedeli si accinge a seguirli almeno per un tratto della processione.

La processione dei Misteri si svolge ininterrottamente per quasi 24 ore. Alle 14.00 in punto del Venerdì Santo i ‘Sacri Gruppi’ escono dalla chiesa barocca del Purgatorio, portati in spalla dai caratteristici ‘Massari’ o da giovani volontari, accompagnati dal classico suono delle marce funebri intonate dalle bande musicali, per poi snodarsi lungo un percorso che tocca le principali vie della città, per quasi 24 ore e senza interruzioni. Durante la notte i Misteri percorrono le vie più caratteristiche e belle del centro storico. È stupendo vedere tutta la gente per le strade di notte con il rumore dei tamburi e in particolare delle ‘ciaccole’ in sottofondo. Ma che ruolo ha questo antico strumento musicale? La ‘ciaccola’ è uno strumento importantissimo all’interno dei riti della Settimana Santa trapanese. Scandisce i tempi dei percorsi processionali e, di conseguenza, regola la durata dello svolgimento dei riti. Attraverso il suo scuotimento, la ‘ciaccola’ imprime ai portatori dei gruppi l’ordine di sollevare o abbassare una ‘vara’. Viene scossa due volte all’atto del sollevamento, una sola volta per abbassare la vara.

L’utilizzo della ‘ciaccola’, che tecnicamente impiega lo stesso principio delle nacchere e delle castagnette, si ritrova spesso nei riti pasquali della Sicilia, seppur con altri nomi: troccula, scattiola, ribattina. Secondo la classificazione organologica realizzata da Sachs e Hornbostel nel 1914, è fondata sulla distinzione del modo di produzione del suono. la ciaccola rientra nella famiglia degli idiofoni.

I ‘Misteri’ ti passano davanti velocemente tra una sosta e l’altra fino ad arrivare alle ‘Barracche’. L’alba del Sabato Santo sorprende tutti in uno scenario particolarmente suggestivo nei pressi del porto peschereccio. Le processioni si ricompongono, le bande ricominciano a suonare e, tra una ‘annacata’ e l’altra, viene percorso l’ultimo pezzo del tragitto.
Il Sabato mattina piazza Purgatorio si riempie. A questo punto va in scena uno dei momenti più emozionanti della processione: l’entrata dei Sacri Gruppi nella chiesa del Purgatorio.
I misteri entrano ad uno ad uno nella chiesa accompagnati dalle bande: c’è chi piange per l’emozione, chi applaude, chi scatta le fotografie, chi prega e chi riprende il tutto con le telecamere.
Le ultime ‘annacate’, il suono delle ciaccole e poi la processione termina. I Consoli dei propri gruppi e i Massari accompagnati dalle bande portano i ‘Misteri’ dentro la chiesa, entrando e uscendo dal portone fino a quando la musica finisce. La processione sta per finire con l’emozionante entrata dell’Addolorata, ancora un’altra ‘annacata’, ancora un altro colpo di ciaccola per mettere punto all’ennesima edizione della processione trapanese, il portone si chiude e la gente se ne va per le strade piene di cera.

Un misto di religiosità, tradizione e un pizzico di folclore invadono la città, una folla di fedeli e curiosi si stringe attorno ai gruppi colmi di fiori. La processione trapanese dei ‘Misteri’ del Venerdì Santo rappresenta un succedersi complesso di eventi che, nel corso di quattrocento anni, pur modificando la componente esteriore e spettacolare, ha mantenuto intatti il valore spirituale ed il profondo legame tra la processione e la città. Probabilmente non è la prima processione al mondo, ma sicuramente rimane per chi vi partecipa, all’interno o dall’esterno, una corale manifestazione di fede, d’arte e di tradizione.

Giuseppe Messina