La pillola della morte. Siamo ormai una società “kleenex” usa e getta

Nel dibattito odierno sui vari aspetti che in un prossimo futuro assumerà la fisionomia della nuova società contemporanea, si intrecciano motivi economici, sociali, religiosi e morali che, alla fine, invece di facilitare le possibili soluzioni a problemi sempre più impellenti, aumentano la confusione e rendono difficile l’identificazione della possibile panacea ad ogni male. Un dibattito ancora verde sull’albero delle nostre coscienze è quello sul fine vita, sull’accettazione dell’eutanasia.

La pillola “Sarco”
Il suo aspetto è futurista come si addice ad un prodotto di mercato, è “design” diremmo oggi, le sue linee lisce come il profilo di un’automobile da corsa danno una sensazione di modernità, di lusso. Sembra appartenere a uno degli strumenti di un film di fantascienza, in linea con il tema affascinante del superamento delle frontiere fisiche e del limite spazio-temporale del viaggio interstellare di Alien o il limite della specie per le metamorfosi di Avatar.

Ma la sua essenza è reale, certamente meno terribile delle lettighe utilizzate negli Usa per eseguire le condanne a morte, ma la causa efficiente è sempre la stessa: prendere un essere umano e avvelenarlo con l’aria che respirerà. Si tratta di un meccanismo, di un’arma, che uccide senza troppo dolore, dopo uno svenimento dovuto alla parificazione dell’ossigeno in un ambiente saturo d’azoto. Per intenderci è il metodo utilizzato oggi per macellare i maiali…

L’inventore, il dr. Philip Nitschke – dottor Morte – fervido apostolo dell’eutanasia e del suicidio assistito, è sempre più fiducioso che la sua pillola possa essere prescritta a tutti. Oggi è disponibile solo per gli ultra-cinquantenni, afflitti da depressione o mentalmente ammalati, in ogni caso consapevoli dell’ampiezza e dell’irreversibilità del gesto che vogliono compiere. Sarco, un prodotto che, come tutti i beni di consumo, ha bisogno di una campagna pubblicitaria che possa convincere la gente ad essere quei pionieri che renderanno geloso il vicino: una pillola esclusiva, solo per pochi, come una Ferrari o una Rolls Royce. Una invenzione che potrebbe anche portare a grandi economie di scala se un domani i sistemi di assistenza sanitaria riuscissero a convincere i pazienti, le cui cure potrebbero essere troppo onerose per la collettività, accettare l’eutanasia.

La nostra società sta diventando un’umanità Kleenex usa e getta. Il suicidio assistito, l’eutanasia sono presentati dagli ideologi e dalle lobby della morte come soluzioni accettabili che esonerano la società e la famiglia dallo sforzo di curare e, fin quando è possibile, alleviare la sofferenza dei malati, assisterli con decoro e con amore fino alla fine.

Medici militanti si dimostrano oggi disponibili a mettere il loro sapere scientifico a disposizione di questa rinunzia omicida. Una volta il boia portava una maschera, oggi indossa un camice bianco, oggi che il giuramento di Ippocrate è stato radicalmente aggiornato. La conseguenza incontrovertibile sarà la perdita di fiducia del paziente nel suo terapeuta con effetti disastrosi sull’efficacia della terapia e delle cure. Incuranti delle criticità già dimostrate dal sistema dell’eutanasia, diventato legge in alcuni Paesi, le lobby europee si mobilitano e invocano una sorta di Stati generali della bioetica europea per poter imporre il diritto al suicidio assistito e all’eutanasia, sempre col supporto dei media pronti a influenzare l’opinione pubblica con grandi campagne di sensibilizzazione basate sull’elemento patologico.

Sembra scandaloso però nascondere dietro il velo di dovuta ma malcelata dignità, ciò che si risolve in un vero e proprio suicidio assistito. La verità è che di fronte al tema della malattia e della la morte, in mancanza di mezzi idonei, le cure palliative di una certa qualità non sono accessibili a tutti. Inaccettabile!

Eugenio Preta