Le cause sottaciute della distruzione del Pianeta

Stiamo vivendo un fenomeno mediatico di grande impatto, come del resto di grande portata è la preoccupazione che lo ha determinato. Quanti di noi, infatti, potrebbero non condividere l’angoscia latente per lo stato comatoso del nostro pianeta?

Tutti siamo sensibili alla distruzione in atto, nonostante le buone intenzioni continuiamo ad abbattere ghiacciai per costruire piste da sci, distruggere foreste per creare ulteriori agglomerarti urbani, avvelenare l’aria con i gas ad effetto serra e le masse di monossido di carbonio, fingiamo di non poter fare a meno della nostra automobile, sempre più affascinati da Greta Thunberg che racconta verità rivelate solo a lei, discesa da un altro pianeta per dispensarci una scontata lezioncina ambientalista. Forse interessa meno il discorso prefabbricato che Greta riesce a snocciolare meccanicamente ed ancora meno l’educazione impartitale, fin dalla culla, da genitori ecolo-libertari, ma ci intriga quello che si nasconde dietro il messaggio subliminale che ci arriva tramite questo personaggio.

Greta ha soltanto sedici anni ma riesce a sciorinare le sue sentenze con una rabbia fanatica: gran sacerdotessa della nuova religione ambientalista venuta a punire i popoli che rifiutano di venerare il totem ecologico e rifiutano di inginocchiarsi davanti ai nuovi tabù. Il suo aspetto, associato alle sue profezie apocalittiche ed alle sue richieste da santa inquisizione, incarna a meraviglia il messaggio trasmesso dalle più alte sfere del potere: imporre a tutti le regole del nuovo mondo e dimenticare, una volta per tutte, chi siamo, quello che pensiamo e come viviamo.

Le vecchie lune e i valori che reggevano le nostre esistenze sono ormai fuori corso. Eppure Greta ha smesso di andare a scuola, non può perdere il suo tempo ad ascoltare le lezioni di vecchi sapienti, ormai senza alcun senso ora che il mondo sta correndo verso la sua fine. Gli adulti non hanno nulla da insegnarle, dall’alto dei suoi sedici anni lei conosce già bene l’avvenire che ci attende, al punto che educazione, sapere, insegnamento e rispetto degli altri sono diventati ormai un non valore. Un nuovo mondo pare stia sorgendo dalle rovine dell’antico ed il suo dogma è diventato fare tabula rasa del passato.

Greta non ha nessuna legittimità ufficiale, rappresenta solo se stessa eppure riesce ad impartire lezioni di morale a Presidenti e a Capi di Stato a cui ordina letteralmente di sottomettersi a ciò che pretende la scienza, o meglio, a ciò che pretendono alcuni scienziati.

Popoli, Stati, democrazie, sovranità presidenti, elezioni, istituzioni ormai non contano più nulla, non hanno alcun peso specifico di fronte dall’apocalisse che si profila all’orizzonte. Un’apocalisse che sorgerà dalle nostre stesse abitudini, dai nostri modi di vita, dai nostri egoismi individuali e nazionali e dalla fiducia che abbiamo riposto nei nostri Paesi e nei nostri dirigenti incapaci di vedere la verità.

Le Nazioni e le democrazie dovevo essere cancellate perché ci stanno portando alla rovina. A tutti i popoli tentati dal sovranismo, dal populismo e dal nazionalismo, Greta annunzia la prossima venuta del secolo delle tenebre. L’avvenire risiede nella concordia mondiale, nell’unificazione del mondo sotto l’egida della scienza per combattere i demoni che ci portano alla perdizione. Immigrazione identità, insicurezza, recessione, crisi economica, disoccupazione non sono che falsi problemi, soltanto la salvaguardia dell’ambiente conta e vale la pena di essere perseguita.

La giovane svedese, però, non indica responsabilità se non generali, tace sui reali responsabili dell’inquinamento che sono le multinazionali – si dice che Perssons, la famiglia svedese proprietaria di H&M, sia tra i maggiori sponsor delle campagne di Greta – e le poche famiglie a cui appartengono. Tace sulle imprese che mettono in vendita elettrodomestici, tv e milioni di prodotti ad obsolescenza programmata; sulle industrie di elettronica che mettono in commercio decoder, stampanti e computer che consumano energia anche se spenti, ed esorta i suoi seguaci – gli iperattivi attivisti pro-ambiente, manipolati dagli stessi artefici del problema – a colpevolizzare i consumatori, che devono ora centellinare i propri bisogni, non farsi troppo spesso la doccia, scervellarsi sulla scelta dei prodotti e lasciare la macchina a casa.

Ma nessuna Greta denunzia i depuratori che non funzionano, le tonnellate di additivi ammessi per legge anche quando sono inutili, le bottiglie di plastica immesse in circolazione dalla grande distribuzione (naturalmente dopo aver messo fuori uso la normale acqua potabile, fontane pubbliche comprese) e la grande piaga della globalizzazione con materie prime di scarsa qualità o che si degradano in viaggio e perciò cosparse di sostanze chimiche, pesticidi e OGM trasportati inutilmente da una parte all’altra del pianeta. Contro le multinazionali nessuno intervento. Dove sono le reali competenze in fatto di clima e ambiente della nuova guru?

Appare chiaro che Greta sia solo una “promoter”di poteri non meglio definiti, principalmente politici, dal momento che è riuscita a spostare milioni di voti sui partiti verdi ed ecologisti che alla fine sono serviti a ristabilire i rapporti di forza del vecchio “establishment” europeista ed anti-sovranista. Chi ci può essere dietro questa malefica strategia della predica ambientalista? Evidentemente solo gli stessi creatori del problema.

Eugenio Preta