PATRIOTTISMO SICULO-ELETTORALE

Mascalucia (CT), 24 Luglio 2005

La Sicilia subisce la stessa malasorte di quelle bellissime donne da tutti desiderate per essere possedute ma…senza impegno…e possibilmente senza spese.


Diciamolo in lingua originale: tutti vogliono fotterla, ma gratis. Anzi, possibilmente cercando di guadagnarci sopra: Esattamente come avviene per la Sicilia.

Il fenomeno diventa gravissimo per via della ripetitività periodica, il che significa che nonostante le esperienze di oltre sessantanni, a partire dalla truffa dello Statuto, nessuno ha recepito la lezione e, puntualmente, rispuntano i soliti ascari, pronti a prostrarsi alle profferte amorose, ancorché prive di ritegni e di morale.

Voglio dire che la gravità non sta sempre a carico di chi ci prova, che nel nostro caso e da oltre un secolo e mezzo dell’infausta unione si fanno vivi ad ogni ricorrenza elettorale; ma sta anche a carico di quei Siciliani che emergendo dalla massa amorfa popolare, fanno disperati segni con la manina tesa per farsi notare, cercando di ottenere una zaffata d’amore mercenario. Sì perché di questo si tratta: di amore mercenario.

Ad ogni vigilia elettorale sorgono artatamente tanti partitini, movimentini, associazioni pseudo-culturali alieni da culture, sempre ad opera di quegli stessi perditempo che già in precedenza si sono venduti. Infine sbarcano persino i partiti nazionali e tutti si dichiarano protesi a “salvare la Sicilia e i Siciliani”.

Dopo aver preso atto delle sofferenze, delle truffe, delle ferite sanguinanti dei Siciliani, tutti assicurano di… avere già scoperto la soluzione dei problemi. Mentre, nella realtà sono attuffati proprio sulle ferite della Sicilia, per suggerne fino all’ultima goccia di sangue…e sono loro i veri e più pericolosi sfruttatori.

Se si trattasse di un fenomeno nuovo, – i Siciliani benché sudditi e privi di personalità- potremmo invocare l’attenuante della sorpresa; ma si tratta di un teatrino che sistematicamente si ripropone quasi ogni anno, sin dall’unità italiana e, per quanto riguarda la Sicilia, anche da prima. Un giochetto che si ripresenta ad ogni cambio dei “liberatori” e, infine, ad ogni occasione elettorale con cadenze quasi annuali. In parole povere, e nonostante le durissime lezioni e il duro prezzo pagato, i Siciliani ascarizzati persistono, si vestono di saccenteria, girano l’Isola promettendo mari e mondi e persino il Paradiso terrestre a condizioni, s’intende, che vengano votati ed eletti.

Naturalmente, chiunque si occupi dell’impresa non conosce né la storia dei popoli e tanto meno quella “del popolo” che dicono di voler liberare e, perciò procedono al buio, all’inseguimento dell’unico lumicino dell’orizzonte cui è collegata la smaniosa voglia del successo personale.

L’abitudine, inveterata e diffusa in Italia, di usare le vicende pubbliche per la soluzione delle vicende personali, anche se passa impunita e persino inosservata, nella realtà resta un imbroglio di scarsissima ortodossia, che addirittura dovrebbe essere perseguito. Le promesse, la vacuità degli impegni, le strafalcionate diffuse durante le campagne elettorali, nella sostanza costituiscono veri e propri impegni e strumenti di scambio dei voti necessari alla scalata del potere. Se una volta arrivati al successo si dimenticano e disattendono gli impegni, si raffigura un reato di truffa per avere carpito i voti traendo l’altrui buona fede in inganno, allo scopo di ottenere un illecito profitto.

Si capisce il sorrisetto di molti sapientoni, ma la sostanza è questa, anche se nel paese, avvezzo a questi trucchi, nessuno più fa caso alle truffe, perché ormai – in quanto italiani – siamo tutti corrotti, corruttori e corruttibili che si alternano nei ruoli.

E c’è poco da ridere o da sorridere con ostentata sufficienza!

Una delle caratteristiche degli “eletti” (le virgolette si impongono data la possibile confusione semantica!) è quella di ignorare, a posteriori, tutto e tutti e di non rispondere nemmeno alle eventuali invocazioni o istanze loro indirizzate. Cadono subito in un agnosticismo profondo, per risvegliarsi alla fine del mandato e, con una faccia degna di….”quelle signore”, tornano tra la folla a ripetere le medesime falsità del “giro precedente”. E gli imbecilli ci… ri-cadono!

E’ chiaro che quei signori, che si ri-mettono in giro per chiedere voti e suffragi ai Siciliani, non possono che mentire quando parlano dei nostri problemi e ciò per due precise ragioni: La prima è che i problemi ci sono e sono di per sé politicamente e notoriamente irrisolvibili, da parte di chiunque ne cercasse la soluzione in chiave italiana; pertanto l’atteggiamento dei millantatori e palesemente e visibilmente falso.

L’altra ragione è che se i problemi della Sicilia fossero risolvibili in chiave politica, tutti quei facinorosi non avrebbero di cosa occuparsi alle successive tornate elettorali e il giro dialettico psico-truffaldino avrebbe fine. Per loro, infatti, èun bene che i problemi restino irrisolti.

La Sicilia, contrariamente alle altre regioni italiane, è l’unica che ha saputo accumulare, senza reagire, una somma inqualificabile di truffe e di mistificazioni, sopportando un’infinita sequela di illegalità e di inganni.

Non è con questo, che si voglia negare la possibilità di soluzione ai problemi che angosciano ogni giorno la nostra Patria, la nostra economia e la nostra morale comune, la nostra cultura. I mezzi e i sistemi ci sono e persino la soluzione potrebbe essere facilmente realizzabile, ma la strada da seguire non è quella politica e, ancor peggio, non è con la politica-italiana che si può tentare il salvataggio, perché ha interessi palesemente contrapposti. Tanto meno possiamo evocare la pseudo-democrazia nostrana, appunto perché inesistente.

La prova? E’ facile: negli ultimi sessantanni si ripetono, quasi ogni anno, le medesime sceneggiate, i medesimi discorseti, immutabilmente stucchevoli e cretini, ma i problemi anziché risolversi sono rimasti immutabilmente presenti, e spesso si sono persino aggravati.

La loro soluzione, quindi, non è politico-elettorale, ma è di ordine scientificamente e rigorosamente giuridico e di Diritto Internazionale. Per affrontare tematiche di questo genere, di carattere squisitamente dottrinario, occorrono cervelli e coscienze preparate alla bisogna e moralmente dotate. Altrimenti si possono solo ottenere nuovi inganni e nuove rapine a carico dei Siciliani.

E questo non sarebbe corretto.

Purtroppo la maggiore sventura locale è appunto, la quasi totale assenza di cervelli dotati e di coscienze pulite e oneste! Con l’attenuante che i loro proprietari – dei cervelli e delle coscienze – non se ne rendono conto! Quelli che parlano – oh, se e quanto parlano! – non sanno quel che dicono o non hanno la coscienza serena per affrontare il giudizio del popolo: Piuttosto preferiscono approfittare della confusione per mimetizzarsi con le solite strafalcionate politiche e trarre profitti personali. Le tematiche sociali, economiche, storiche che riguardano la Sicilia diventano una sorta di palcoscenico umoristico sul quale si cimentano, con pletoriche oratorie e con inopportuni scritti saggistichi, i meno qualificati a scrivere ed a parlare: Questo è uno dei segni più evidenti della libertà democratica; altri non se ne conoscono.

Auguri a loro. Che altro potremmo dire ?

Vito Vinci