La Germania fa il pieno di islamici

La Repubblica Federale tedesca ha costituito da anni un vero eldorado economico per la potenza della sua industria, l’efficienza dei servizi sociali. Un benessere economico che ha offerto una speranza di futuro ad intere generazioni ed attirato milioni di persone. Tutto questo, se da una parte ha senz’altro rappresentato per la repubblica federale, un valore aggiunto irrinunciabile, dall’altra ha aperto fatalmente grossi problemi di integrazione e di assimilazione di persone che venivano e vengono da culture e tradizioni differenti.

Oggi in Germania, con poco più di 83 milioni di abitanti, vivono tra 5,3 e 5,6 milioni di persone di fede musulmana.
Secondo un’inchiesta statistica del 2021, condotta insieme alla fondazione Alice- Schwarzer-, il cui scopo è quello di promuovere l’auto determinazione e la parità dei diritti per le donne- la fondazione Giordano Bruno -che combatte l’ideale Cristiano della cultura tedesca – e il Centro Sociale di Ricerche di Berlino -che studia i fatti di società e le scienze economiche -, il 45% della gente interrogata ha dichiarato che l’Islam non appartiene alla cultura tedesca dimostrando così che i tedeschi hanno una percezione ambigua dell’Islam anche se una maggioranza dichiara di preoccuparsi della minaccia crescente rappresentata dai gruppi islamisti.

Un altro centro di sondaggi, l’istituto Allensbach, reputato per le sue ricerche demoscopiche, conferma questa ambiguità del cittadino tedesco dopo aver interrogato un migliaio di giovani d’età superiore ai 16 anni sulle loro attitudini nei confronti dell’Islam e dell’islamismo. Lo studio rivela che il 45 % degli intervistati ha dichiarato di contare molti musulmani tra i loro amici e le loro conoscenze.
La differenza più sostanziale si scopre tra la Germania dell’ovest e quella dell’est: mentre all’ovest una persona su due dichiara di conoscere almeno un musulmano o una musulmana, nell’est la proporzione scende al 22%. Sempre nell’ambito della stessa inchiesta, il 65% delle persone intervistate afferma che i musulmani dovrebbero avere lo stesso diritto dei cristiani di professare la propria fede e solo il 5% si dice convinto che l’Islam non rappresenti alcun pericolo per la società tedesca.

Il 63% poi considera non l’Islam ma soltanto l’islamismo come una minaccia immediata ed il 71% si dice convinto che l’interpretazione troppo radicale del Corano inciti alla violenza e che in alcune moschee si predichi l’odio e l’intolleranza.
L’inchiesta dimostra anche come indossare il velo islamico integrale provochi grande opposizione da parte del 90% degli intervistati che addirittura auspicherebbe un intervento legislativo per vietare il burqa e il niqab agli addetti ai servizi pubblici e soprattutto a quelli scolastici, proprio perché oltre a creare una barriera tra chi lo indossa e l’ambiente circostante, ne costituisce un grosso ostacolo alla loro integrazione culturale e sociale.
Pochi degli interrogati, infine, si sono detti convinti dell’impegno dei partiti tedeschi nella lotta all’Islam radicale.
Evidentemente solo l’AfD viene giudicato dal 43% degli interrogati il partito più impegnato nella lotta, seguito dalla CDU-CSU con il 21%, e molto più lontani, distanziati nella percezione cittadina rilevata dai dati statistici, il resto dei partiti con socialisti SPD al 9%, i liberali FDP al 7%, i Verdi al 5% e la sinistra Die Linke al 4%,
Dati che emergono dalla fredda casistica di un’inchiesta certamente limitata ma che servono ad indicare quel relativismo che investe ormai la politica tedesca e la società contemporanea nel suo insieme.

Eugenio Preta