Ucraina ed Unione Europea

La sua storia e la sua geografia dimostrano che l’Ucraina è stata la culla della Russia. Un Paese, sin dalla sua origine, culturalmente e strettamente così legato all’impero russo che oggi non può venire considerato dai russi come un nemico pericoloso.

Può sembrare ovvio che i russi non siano disposti ad accettare che le armi della NATO possano essere puntate sulla frontiera di un territorio che solo negli anni 90 era ancora il loro. La Russia ha chiuso la parentesi totalitaria comunista da tempo e non ha nessuna intenzione di imporre una ideologia qualunque nè al mondo nè all’Europa, anche se era convinta che nessuno dei vecchi Paesi membri del patto di Varsavia avrebbe potuto aderire alla NATO.

Oggi la Russia, ha dovuto registrare che, come la Polonia, anche i paesi baltici hanno aderito all’Alleanza Atlantica, ma ha anche capito che sarebbe inutile recriminare. L’Ucraina dal canto suo continua a richiedere di aderire alla NATO, nonostante la caduta della Russia abbia reso praticamente inutile questa Alleanza.

Una situazione paradossale, assurda: l’Europa ha bisogno della Russia, del suo gas e delle sue materie prime ma le provocazioni e le continue ingerenze occidentali nelle ex repubbliche sovietiche hanno praticamente buttato la Russia nelle braccia dei cinesi. Eppure una soluzione più che ragionevole sarebbe stata possibile dal momento che la Russia non ha controbilanciato il confronto politico in Ucraina ma soltanto auspicato un’Ucraina federale che potesse tener conto della diversità del Paese e mantenere una neutralità che potesse permettere alla Russia  di ritrovare quell’alleato naturale che tanto l’aveva aiutata durante l’offensiva nazista.

La minaccia di un attacco dell’esercito ucraino contro le repubbliche separatiste del Donbas appare, oggi, abbastanza reale. I turchi, membri della NATO, hanno venduto dei droni a Kiev ed hanno dimostrato l’utilità dell’organizzazione atlantica quando si sono scontrati con l’Armenia, così per l’esercito russo non si tratta solo di una guerra di interposizione ma di una vera guerra, dal momento che sia gli Stati Uniti sia i loro alleati si sentono obbligati all’intervento. Attualmente regna un grande agitazione: dai danesi agli spagnoli tutti mandano aerei e materiale bellico a Kiev.

I britannici inviano  armamenti, la Francia si dice disponibile a dislocare le sue forze  terrestri in Romania e la stessa Unione Europea, com’è ormai divenuto abituale, ha dichiarato di allinearsi sulle posizioni di Washington e propone addirittura nuove sanzioni economiche alla Russia,  improbabili,  perché hanno poche possibilità di venire applicate e soprattutto si ritorcerebbero  sulla Germania dove, e ci sarà  pure una ragione, comandanti della Marina da guerra si sono schierati apertamente con Putin.

I tedeschi, in nome dell’economia e dell’ecologia oggi preferiscono il gas russo a quello di scisto americano, un ulteriore aspetto di quella Brexit che ha separato palesemente l’impero anglo-sassone dal resto del Continente.

Ormai, le beghe politiche interne di Johnson e di Biden non possono condizionare il futuro dei popoli europei e sarebbe interesse dell’Europa emanciparsi finalmente dalla tutela americana e cominciare ad intrattenere buoni rapporti di vicinato con la Russia, ponendosi come mediatrice presso i paesi che, come la Polonia, continuano ad avere il terrore storico dei russi. Ormai gli interessi degli europei non sembrano più coincidere con quelli degli americani e non si vede perché il vecchio continente debba continuare a fare sempre il servo sciocco degli USA.

Eugenio Preta