Le capitali europee della diversità e dell’inclusione

Da tempo ormai, nella liturgia unionista, il mese di maggio, precisamente il 9, è dedicato alla celebrazione della festa dell’Europa. In epoca grama però c’è ben poco da festeggiare ed allora l’Esecutivo ha dato il via ad un’altra grande iniziativa: il Premio per le capitali europee della diversità e dell’inclusione.

Quest’anno Bruxelles intende premiare città e regioni virtuose per l’opera svolta contro le discriminazioni. Il premio rientra nel piano d’azione contro il razzismo e vuol gratificare le autorità locali che si sono più impegnate sul tema. L’obiettivo è quello di fare emergere un’Europa più giusta a favore delle disabilità, della razza, della religione, dei diritti delle persone LGBTQ e dell’integrazione dei rom.

Si tratta di un capitolo del Piano d’azione dell’Ue 2020/2025 contro il razzismo.

Sono otto le città europee premiate in pompa magna, come capitali dell’inclusione e della diversità, prodromico all’apertura del mese europeo della diversità, iniziativa che è nata nel 2020 e che da allora, proprio nel mese di maggio, è diventata una festa europea. Quest’anno la medaglia d’oro è andata a Colonia, quella d’argento a Göteborg, patria di Greta Tuhnberg e quella di bronzo a Barcellona. Agli italiani nulla, forse non siamo sufficientemente inclusivi: siamo rimasti fuori dalla lista delle 22 città selezionate sulle 82 candidate, tutte obbligatoriamente di almeno 50mila abitanti.

Soltanto una riflessione allora: se si sono proposte soltanto 82 su oltre 400 città europee con più di 100mila abitanti, forse vorrà dire che l’iniziativa Ue è stato un flop, a fronte dei fondi impiegati, e che non è riuscita ad appassionare i cittadini europei, più interessati all’epidemia addormentata, alla guerra imposta dagli americani e alla crisi economica galoppante. C’è anche da sapere che il bilancio previsto per il 21/27 ammonta a 1,55 miliardi di euro e che si tratta del più importante fondo consacrato alla promozione di diritti e valori UE.

Sulla carta tutto appare veramente idilliaco e Bruxelles è una fucina di idee per impiegare i soldoni degli europei. Peccato che le sue idee riguardino soltanto le imprese e le associazioni che hanno firmato le 26 carte per la diversità ratificate da 14.400 organizzazioni. L’Ue propone programmi ed eventi per promuovere “i suoi prodotti“ confidando sul fatto che il marchio permette di essere repertoriato su Google a livello nazionale ed europeo e di pubblicizzare la propria attività.

Non abbiamo più sentito parlare del commissario al modo di vivere europeo, probabilmente smarrito nella confusione, ma in compenso la commissaria all’eguaglianza raccomanda agli imprenditori di organizzare un evento in collaborazione con i loro impiegati, aperto al pubblico, a clienti e fornitori per dimostrare il loro impegno e celebrare la diversità. E’ anche vero che imprenditori e cittadini, con i tempi che corrono hanno ben altri problemi di cui preoccuparsi oggi, ma c’è da dire che esiste persino un manuale per celebrare il mese della diversità. Così si potranno organizzare fagiolate in piazza a Busalla o fiere di salsicce a Francoforte: si riceverà allora in premio un messaggio di felicitazioni ed un kit di comunicazione con il logo, i manifesti, le bandiere e i grafici del tanto pubblicizzato mese dell’Europa: che volete di più?

Eugenio Preta