Guido Lo Porto al Cippo di Randazzo

Bruxelles, 12 ottobre 2005

Si apprende dalla stampa che Guido Lo Porto, Presidente del Parlamento Siciliano, deposita un mazzo di fiori sul Cippo di Randazzo dove ebbe luogo lo scontro a fuoco in cui persero la vita il comandante Antonio Canepa e i suoi per l’ideale della Patria Siciliana.

Si apprende anche che lo stesso avrebbe ideato di ridurre i compensi dei parlamentari per fare studiare nelle scuole il “suo” statuto (quello sfregiato dalla controriforma e che spera sia approvato prima delle elezioni).

L’Altra Sicilia rileva in proposito che è davvero triste che ci siano voluti più di sessant’anni per capire che l’Autonomia Siciliana nasce dal sangue dei suoi martiri (ancora malviventi ad oggi per la Repubblica Italiana) e non dai sedicenti “Padri dell’Autonomia”, che furono padri solo di una mediazione terminata con il tradimento della nostra Sicilia.

Se l’avessero voluta veramente l’avrebbero difesa, l’avrebbero fatta conoscere nelle scuole, avrebbero diffuso una coscienza della sicilianità del nostro Popolo.

Dopo aver tenuto nascosto lo Statuto per 60 anni, quello vero, germogliato sul sangue di Canepa e dei ragazzi che lo seguirono, ora si vuole fare studiare nelle scuole quello “castrato” dalla riforma Lo Porto.

Perché non facciamo studiare quello vero?


Chi ne ha ancora paura?


Chi ha ancora paura, ad esempio, di quell’art. 20 in cui si dice che tutte le funzioni pubbliche in Sicilia (senza escludere neanche quelle militari, almeno esplicitamente) sono esercitate dalla Regione direttamente, in quanto funzioni proprie o in quanto funzioni delegate dallo Stato Italiano, o indirettamente, per mezzo di enti pubblici locali e funzionali?


O di quell’art. 40 che consente, di fatto, di avere una valuta propria?


Non è un caso che i due articoli citati siano stati cassati dalla riforma Lo Porto…

Ora che la si è voluta uccidere, si tenta di celebrare l’Autonomia Siciliana, la si vuole fare conoscere ai Siciliani…

L’ALTRA SICILIA – Ufficio Stampa